lunedì, novembre 04, 2013
Per rompere il circolo vizioso della malnutrizione fisica e della malnutrizione mentale, e quindi della povertà e dell’ignoranza, non basta solo “una sana ricerca scientifica e solide politiche sociali finalizzate ad ottenere un miglioramento reale nell’educazione, della produzione e distribuzione di cibo, un’agricoltura sostenibile e la sicurezza alimentare.  

Radio Vaticana - Occorre anche riscoprire il senso dell’umanesimo cristiano, fondato sulla solidarietà e la fratellanza”. E’ quanto sottolineato dal cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, all’apertura della Conferenza del Gruppo di Lavoro interdisciplinare “Pane e cervello, educazione e povertà” in corso da oggi fino mercoledì 6 novembre, presso la Casina Pio IV in Vaticano. Il titolo dell’incontro, al quale partecipano esperti di diverse discipline, vuole richiamare l’attenzione, da un lato, sul nesso perverso - già evidenziato anche dagli Obiettivi del Millennio fissati dall’Onu - tra povertà e deficit educativi e cognitivi e, dall’altro, sulle applicazioni positive dei frutti del lavoro della mente umana, segnatamente delle scoperte scientifiche e delle innovazioni tecnologiche, sulla produzione di cibo e la lotta alla povertà. Tutti aspetti – sottolinea il cardinale Turkson nel suo intervento - che chiamano in causa temi centrali della Dottrina sociale della Chiesa, come i diritti e i bisogni umani fondamentali, la dignità umana, la giustizia e la pace e, non ultimo, il dialogo, richiamati in particolare nella “Gaudium et Spes” e più di recente da Benedetto XVI e da Papa Francesco. Con questo spirito si svolgerà la conferenza interdisciplinare, che focalizzerà l’attenzione su alcuni aspetti che hanno subito sostanziali miglioramenti e possono apportare speranza e soluzioni pratiche alle sfide urgenti e drammatiche oggi riguardanti l'istruzione e la povertà.

Come sottolineato nella presentazione dell’incontro, “quelli tra noi che sono cristiani chiedono al Signore di darci il ‘nostro’ pane quotidiano, di darlo a noi, non in forma individuale ma sociale, includendo i nostri fratelli e sorelle, perciò fornendo loro un'alimentazione sostenibile, un sano sviluppo cerebrale, una buona istruzione e, infine, il pane supersustanziale di Gesù Cristo”. (A cura di Lisa Zengarini)

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