lunedì, novembre 11, 2013
Chi non si pente e “fa finta di essere cristiano” fa tanto male alla Chiesa. 

Radio Vaticana - E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa di stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha ribadito che tutti dobbiamo dirci “peccatori”, ma dobbiamo guardarci dal diventare “corrotti”. Chi è benefattore della Chiesa ma ruba allo Stato, ha aggiunto, è “un ingiusto” che conduce una “doppia vita”. Il servizio di Alessandro Gisotti: ascolta
Gesù “non si stanca di perdonare e ci consiglia” di fare lo stesso. Papa Francesco si è soffermato, nell’omelia, sull’esortazione del Signore a perdonare il fratello pentito, di cui parla il Vangelo odierno. Quando Gesù chiede di perdonare sette volte al giorno, ha osservato, “fa un ritratto di se stesso”. Gesù, ha proseguito, “perdona” ma in questo brano evangelico dice anche “Guai a colui a causa del quale vengono gli scandali”. Non parla di peccato, ma di scandalo che è un’altra cosa. E aggiunge che “è meglio per lui che gli venga messa al collo una macina di mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli”. Ma che differenza c’è dunque, si chiede il Papa, “tra peccare e scandalizzare”?

“La differenza è che chi pecca e si pente, chiede perdono, si sente debole, si sente figlio di Dio, si umilia, e chiede proprio la salvezza da Gesù. Ma di quell’altro che scandalizza, che cosa scandalizza? Che non si pente. Continua a peccare, ma fa finta di essere cristiano: la doppia vita. E la doppia vita di un cristiano fa tanto male, tanto male. ‘Ma, io sono un benefattore della Chiesa! Metto la mano in tasca e do alla Chiesa’. Ma con l’altra mano, ruba: allo Stato, ai poveri … ruba. E’ un ingiusto. Questa è doppia vita. E questo merita – dice Gesù, non lo dico io – che gli mettano al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Non parla di perdono, qui”.

E ciò, ha sottolineato, “perché questa persona inganna”, e “dove c’è l’inganno, non c’è lo Spirito di Dio. Questa è la differenza fra peccatore e corrotto”. Chi "fa la doppia vita – ha ammonito – è un corrotto”. Diverso è chi "pecca e vorrebbe non peccare, ma è debole” e “va dal Signore” e chiede perdono: “a quello il Signore vuole bene! Lo accompagna, è con lui”:

“E noi dobbiamo dirci peccatori, sì, tutti, qui, eh!, tutti lo siamo. Corrotti, no. Il corrotto è fisso in uno stato di sufficienza, non sa cosa sia l’umiltà. Gesù, a questi corrotti, diceva: ‘La bellezza di essere sepolcri imbiancati’, che appaiono belli, all’esterno, ma dentro sono pieni di ossa morte e di putredine. E un cristiano che si vanta di essere cristiano, ma non fa vita da cristiano, è uno di questi corrotti. […] Tutti conosciamo qualcuno che è in questa situazione e quanto male fanno alla Chiesa! Cristiani corrotti, preti corrotti … Quanto male fanno alla Chiesa! Perché non vivono nello spirito del Vangelo, ma nello spirito della mondanità”.

San Paolo, ha rammentato Papa Francesco, lo dice chiaramente nella Lettera ai cristiani di Roma: “Non uniformatevi a questo mondo”. Anzi, ha precisato, il “testo originale è più forte” perché afferma di “non entrare negli schemi di questo mondo, nei parametri di questo mondo”. Schemi, ha ribadito, che “sono questa mondanità che ti porta alla doppia vita”:

“Una putredine verniciata: questa è la vita del corrotto. E Gesù semplicemente non diceva: 'peccatori' a questi, diceva loro: 'ipocriti'. E che bello, quell’altro, no? ‘Se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: ‘Sono pentito, sono peccatore’, tu gli perdonerai’. E’ quello che Lui fa con i peccatori. Lui non si stanca di perdonare, soltanto alla condizione di non voler fare questa doppia vita, di andare da Lui pentiti: ‘Perdonami, Signore, sono peccatore!’. ‘Ma, vai avanti, vai avanti: io lo so’. E così è il Signore. Chiediamo oggi la grazia allo Spirito Santo che fugge da ogni inganno, chiediamo la grazia di riconoscerci peccatori: siamo peccatori. Peccatori, sì. Corrotti, no”.


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