lunedì, novembre 04, 2013
Migliaia di persone hanno sfilato per le strade del Paese nel 34esimo anniversario dell'assalto all'ambasciata Usa. E a Teheran nasce il festival "Morte all'America".  

NenaNews - L'Iran che prova a dialogare con l'Occidente non vuole rinunciare alla "Giornata nazionale della lotta contro l'Arroganza Globale", ossia l'anniversario dell'assalto all'ambasciata americana a Teheran nel 1979. Migliaia di iraniani sono scesi oggi nelle strade della Repubblica islamica gridando il famoso slogan "Morte all'America", esprimendo la propria contrarietà al ripristino delle relazioni con Washington e al negoziato sul nucleare che il presidente Hassan Rowhani sta portando avanti, nonostante la Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, abbia dichiarato oggi di "non essere ottimista" sulla riuscita del negoziato.

Il corteo più importante, capitanato dai gruppi più conservatori del Paese, ha attraversato Teheran raggiungendo l'edificio che negli anni '70 ospitava l'ambasciata statunitense e chiamato ancora "il covo di spie americane": il quattro novembre di 34 anni fa, nel pieno della rivoluzione islamica, una fiumana di studenti iraniani devastò la sede diplomatica Usa e tenne il personale in ostaggio per 444 giorni, sancendo la fine delle relazioni diplomatiche tra i due paesi.

Oggi come allora la folla ha innalzato cartelloni che descrivono la rabbia contro le "potenze arroganti" gridando slogan anti-americani e anti-israeliani. "Gli iraniani non dimen
ticheranno mai i crimini americani" recitava uno di questi.

Nonostante il dibattito aperto qualche settimana fa dall'ex presidente riformista Akbar Hashemi Rafsanjani sull'abbandono del famoso mantra "Morte all'America" in un clima di timido, rinnovato dialogo con gli Stati Uniti, non pochi in Iran stentano ad abbandonare quella che è stata la dottrina nazionale per quasi 35 anni.

Tanto che nuovi poster, raffiguranti un diplomatico americano che sotto il tavolo negoziale punta una pistola contro la delegazione iraniana, hanno cominciato a tappezzare i muri della Capitale per poi essere immediatamente rimossi dalle autorità. Una critica alle "troppe concessioni" sul nucleare da parte della delegazione iraniana, sollevata dai gruppi più conservatori, tra cui le Guardie Rivoluzionarie.

Ma non solo. L'agenzia Tasnim riporta che a Teheran si sta organizzando un premio "Morte all'America": un festival artistico in cui i partecipanti dovranno presentare poster, caricature, ma anche video e foto su 14 temi scelti, tra i quali "Perché gli Usa non sono affidabili?", "Usa e islamofobia" e "Usa e sionismo globale". Il festival, la cui premiazione avverrà il 7 dicembre nell'ex-ambasciata americana, potrebbe tenersi con cadenza annuale, come ha dichiarato il segretario esecutivo Meisan Hassani. E al primo classificato spetteranno ben 2.500 euro: venti volte il salario minimo iraniano.


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