lunedì, novembre 04, 2013
Ad un anno dal super-uragano Sandy che colpì la costa nordoccidentale degli Usa, il primo novembre il presidente Barack Obama ha istituito una Task Force on Climate Preparedness and Resilience per aiutare la sua amministrazione ed il governo federale a rispondere alle esigenze delle comunità che hanno a che fare con gli impatti del cambiamento climatici.

GreenReport - Della Task Force fanno parte gli Stati Usa, leader tribali e locali che «Che utilizzeranno le loro esperienze di prima mano nella costruzione della preparazione climatica e del la resilienza nelle loro comunità per informare con le loro raccomandazioni l’Amministrazione». Il nuovo Executive Order “Preparing the United States for the Impacts of Climate Change” è indirizzato alle Agenzie federali chiede loro di aiutare gli Stati e le comunità Usa a prepararsi meglio al cambiamento climatico ed al global warming».

Obama ha detto: «Abbiamo l’obbligo morale verso i nostri figli e le generazioni future di lasciar loro un pianeta che non sia inquinato o danneggiato». È per questo che a giugno aveva lanciato il Climate Action Plan per ridurre le emissioni di CO2, preparare le comunità agli impatti dei cambiamenti climatici e perché gli Usa diventassero leader degli sforzi internazionali per affrontare il global warming.

Per realizzare tutto questo, l’Executive Order di Obama indica alcune priorità: Modernizzare i programmi federali per sostenere investimenti resilienti ai cambiamenti climatici: le Agenzie federali esamineranno le loro politiche e programmi per trovare i modi migliori per rendere le città più smart e più resistenti alle catastrofi naturali. Gestione delle terre e delle acque per la preparazione e la resilienza climatiche: per Obama le risorse naturali degli Usa sono fondamentali per l’economia, la salute e la qualità della vita della nostra Nazione». Executive Order dà mandato alle Agenzie di identificare le modifiche da apportare alle leggi ed alle politiche su suolo, acqua, programmi e regolamenti per rafforzare la resilienza climatica dei bacini idrografici, delle risorse naturali e degli ecosistemi e delle comunità e delle economie che dipendono da loro. Le agenzie federali potranno anche valutare come valorizzare e ripristinare le barriere naturali contro le tempeste, come le dune e le zone umide, così come proteggere i benefici dello stoccaggio di CO” nelle foreste e nel terreno. Fornire informazioni, dati e strumenti per la preparazione e le capacità di recupero al cambiamento climatico i dati scientifici sono essenziali per aiutare le comunità e il business a comprendere e gestire meglio i rischi legati alle condizioni meteorologiche estreme ed agli altri impatti del cambiamento climatico. Piano per i rischi relativi al cambiamento climatico: riconoscendo la minaccia che il cambiamento climatico rappresenta per le strutture, le operazioni e programmi federali, l’ordine esecutivo di Obama si basa per la prima volta sui Federal agency adaptation plans che prevedono che entro quest’anno le agenzie federali sviluppino ed attuino strategie per valutare e affrontare i rischi più significativi del cambiamento climatico.

Per attuare queste azioni, l’Executive Order istituisce un Council on Climate Preparedness and Resilience composto da più di 25 agenzie federali che dovrà tener conto delle raccomandazioni della State, Local, and Tribal Leaders Task Force on Climate Preparedness and Resilience.

Positive le prime reazioni delle associazioni ambientaliste Usa. Michael Brune, direttore esecutivo di Sierra Club, ha detto che «Sierra Club applaude all’ordine esecutivo del presidente Obama per preparare al meglio le famiglie, le imprese e le comunità americane alla realtà della crisi climatica ed ali eventi atmosferici sempre più imprevedibili. Come ci ha insegnato il superstorm Sandy, i costi dell’inazione climatica sono troppo alti. Il presidente riconosce questo e la sua azione odierna sottolinea il disperato bisogno di muoversi rapidamente verso soluzioni climatiche come l’eolico, il solare e l’efficienza energetica per arginare la crisi climatica e proteggere il futuro dei nostri figli».

Secondo Frances Beinecke , presidente del Natural Resources Defense Council, «Venendo nel primo anniversario dell’uragano Sandy, l’ordine del presidente non poteva essere più tempestivo. Questo è anche un invito ad agire ai governi statali e locali, nonché alle aziende ed ai privati. Dobbiamo lavorare tutti insieme per affrontare la più grande sfida ambientale del nostro tempo. Come abbiamo imparato tutti, dalle spiagge battute dalle tempeste del Nord-Est alle “bone-dry farms” del sud-ovest, dobbiamo affrontare il cambiamento climatico per il bene delle nostre comunità e dei nostri figli. Il cambiamento climatico non conosce confini, né aspetterà che il nostro Paese risponda».

di Umberto Mazzantini



È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

I cambiamenti climatici ci sono sempre stati. Non hanno un andamento ciclico regolare, sono imprevedibili e indipendenti dalle attività umane. Non c'è nessuna prova convincente che sia in atto un riscaldamento globale o un aumento significativo di fenomeni meteorologici estremi. La concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera terrestre è soggetta ad un meccanismo di feed-back negativo: quando l'anidride carbonica aumenta le piante aumentano la quantità assorbita per la fotosintesi clorofilliana. Tra 15 anni, tre miliardi e mezzo di esseri umani avranno serie difficoltà a procurarsi acqua potabile - le riserve di acqua dolce (e non inquinata) di questo pianeta stanno diminuendo drasticamente: questo è un problema vero. Tra 30-40 anni, verso la metà del XXI secolo, i giacimenti di petrolio saranno esauriti e dal momento che le pompe usate per l'irrigazione dei campi coltivati funzionano con carburanti fossili, non ci sarà più abbastanza cibo per sfamare il mondo: anche questo è un problema vero e non c'è una soluzione concreta all'orizzonte. Vogliamo continuare a farci prendere in giro da politici-attori su problemi che non esistono? Non sono abbastanza gravi e imminenti i problemi veri?
Walter

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