Papa: In quest'ora pensiamo al nostro tramonto, col cuore ancorato alla speranza di Gesù, che non delude
Distaccandosi dal testo preparato, alla messa nel cimitero del Verano, papa Francesco offre una meditazione sulla morte, ma soprattutto sulla speranza "ancorata" a Gesù Cristo. Il ricordo dei rifugiati che muoiono nel deserto e in mare.
Asianews - Forse trasportato dalla malinconia del dorato tramonto romano; forse colpito dalle tombe visitate al cimitero del Verano, dove riposano molti grandi della storia italiana; forse con la memoria di tutti i perseguitati - come aveva ricordato all'Angelus di poche ore prima - alla messa celebrata oggi pomeriggio papa Francesco si è totalmente distaccato dall'omelia preparata e ha dettato una meditazione in cui le parole che ricorrono più spesso sono "speranza", "àncora", "Gesù", quasi a proclamare la forza della speranza cristiana in un luogo che parla della fine e della morte di ogni uomo.
Il pontefice ha celebrato la messa circondato da migliaia di fedeli che occupavano le vie e i corridoi fra le tombe monumentali del Verano. Era accompagnato dal card. Agostino Vallini, vicario di Roma, mons. Filippo Iannone, Vicegerente della diocesi di Roma, i vescovi ausiliari e p. Armando Ambrosi, parroco di San Lorenzo fuori le Mura, dove è collocato il cimitero. Papa Francesco ha rinnovato una tradizione durata con Giovanni Paolo II fino al 1° novembre 1993, anche se Benedetto XVI nel 2008 celebrò l'eucarestia nella vicina basilica di San Lorenzo Fuori le Mura.
Con una voce lenta e commossa, il pontefice ha detto: "A quest'ora prima del tramonto, in questo cimitero ci raccogliamo e pensiamo al nostro futuro e a tutti quelli che se ne sono andati, quelli che ci hanno preceduto nella vita e sono nel Signore. E' tanto bella la visione che abbiamo sentito nella prima lettura (Apoc. 7,2-4.9-14)
L'amore pieno, ci aspetta quello. E quelli che ci hanno preceduto nel Signore sono là e proclamano che sono stati salvati non per le loro opere, ma dal Signore: 'La salvezza appartiene al nostro Dio... all'Agnello' (Apoc. 7, 10b) ... E' Lui che ci salva e ci porta come un papà alla fine della vita verso l'altra riva".
Riferendosi ancora alla lettura dell'Apocalisse, il papa continua: "Un anziano domanda: Chi sono questi ...? Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide con il sangue dell'Agnello" (Apoc. 7, 14)".
"Soltanto possiamo entrare nel Cielo grazie al sangue dell'Agnello. E' proprio il sangue di Cristo che ci ha giustificato.
E se oggi ricordiamo i nostri fratelli e sorelle defunti, è perché sono stati lavati dal sangue di Cristo. E' Lui la nostra speranza. Lui non delude mai".
Il papa è poi passato a riferirsi alla prima lettura della messa (1 Giov. 3, 1-3): "Giovanni diceva ai suoi discepoli: Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre... siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. E di più: 'Saremo simili a Lui'. Questa è la nostra speranza".
"Oggi - ha aggiunto - nel giorno dei santi, prima del giorno dei morti, è necessario pensare alla speranza, questa speranza che ci accompagna nella vita... I primi cristiani dipingevano la speranza come un'àncora. Come se la speranza fosse ancorata nella vita di Dio, nell'altra riva. Avere la vita ancorata là dove sono i nostri cari, Gesù Cristo, Dio. E' questa la speranza che non delude".
"La speranza - ha concluso - è come un lievito che ti fa allargare l'anima. Anche nei momenti difficili, la speranza, l'anima va avanti. Oggi è un giorno di speranza. I nostri fratelli e sorelle sono alla presenza di Dio. Anche noi saremo lì se noi camminiamo sulla strada di Gesù...'Chiunque ha questa speranza in Lui si purifica' (1 Giov. 3, 3). La speranza purifica, ci alleggerisce, fa andare più in fretta.
In questo pre-tramonto oggi, ognuno di noi pensi al suo tramonto. Lo guardo con speranza? ... Dove è ancorato il mio cuore? Se è ancorato a quella riva, la speranza non delude perché Gesù non delude".
Alla fine della messa, il papa ha aggiunto: "Vorrei pregare in modo speciale e in particolare per questi nostri fratelli e sorelle morti mentre cercavano una vita più degna. Abbiamo visto la crudeltà del deserto, il mare dove tanti sono affogati. E anche preghiamo per quelli che si sono salvati. Sono in tanti posti di accoglienza ammucchiati. Speriamo che possano andare in altri posti, più comodi, in altri centri di accoglienza".
Asianews - Forse trasportato dalla malinconia del dorato tramonto romano; forse colpito dalle tombe visitate al cimitero del Verano, dove riposano molti grandi della storia italiana; forse con la memoria di tutti i perseguitati - come aveva ricordato all'Angelus di poche ore prima - alla messa celebrata oggi pomeriggio papa Francesco si è totalmente distaccato dall'omelia preparata e ha dettato una meditazione in cui le parole che ricorrono più spesso sono "speranza", "àncora", "Gesù", quasi a proclamare la forza della speranza cristiana in un luogo che parla della fine e della morte di ogni uomo.
Il pontefice ha celebrato la messa circondato da migliaia di fedeli che occupavano le vie e i corridoi fra le tombe monumentali del Verano. Era accompagnato dal card. Agostino Vallini, vicario di Roma, mons. Filippo Iannone, Vicegerente della diocesi di Roma, i vescovi ausiliari e p. Armando Ambrosi, parroco di San Lorenzo fuori le Mura, dove è collocato il cimitero. Papa Francesco ha rinnovato una tradizione durata con Giovanni Paolo II fino al 1° novembre 1993, anche se Benedetto XVI nel 2008 celebrò l'eucarestia nella vicina basilica di San Lorenzo Fuori le Mura.
Con una voce lenta e commossa, il pontefice ha detto: "A quest'ora prima del tramonto, in questo cimitero ci raccogliamo e pensiamo al nostro futuro e a tutti quelli che se ne sono andati, quelli che ci hanno preceduto nella vita e sono nel Signore. E' tanto bella la visione che abbiamo sentito nella prima lettura (Apoc. 7,2-4.9-14)
L'amore pieno, ci aspetta quello. E quelli che ci hanno preceduto nel Signore sono là e proclamano che sono stati salvati non per le loro opere, ma dal Signore: 'La salvezza appartiene al nostro Dio... all'Agnello' (Apoc. 7, 10b) ... E' Lui che ci salva e ci porta come un papà alla fine della vita verso l'altra riva".
Riferendosi ancora alla lettura dell'Apocalisse, il papa continua: "Un anziano domanda: Chi sono questi ...? Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide con il sangue dell'Agnello" (Apoc. 7, 14)".
"Soltanto possiamo entrare nel Cielo grazie al sangue dell'Agnello. E' proprio il sangue di Cristo che ci ha giustificato.
E se oggi ricordiamo i nostri fratelli e sorelle defunti, è perché sono stati lavati dal sangue di Cristo. E' Lui la nostra speranza. Lui non delude mai".
Il papa è poi passato a riferirsi alla prima lettura della messa (1 Giov. 3, 1-3): "Giovanni diceva ai suoi discepoli: Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre... siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. E di più: 'Saremo simili a Lui'. Questa è la nostra speranza".
"Oggi - ha aggiunto - nel giorno dei santi, prima del giorno dei morti, è necessario pensare alla speranza, questa speranza che ci accompagna nella vita... I primi cristiani dipingevano la speranza come un'àncora. Come se la speranza fosse ancorata nella vita di Dio, nell'altra riva. Avere la vita ancorata là dove sono i nostri cari, Gesù Cristo, Dio. E' questa la speranza che non delude".
"La speranza - ha concluso - è come un lievito che ti fa allargare l'anima. Anche nei momenti difficili, la speranza, l'anima va avanti. Oggi è un giorno di speranza. I nostri fratelli e sorelle sono alla presenza di Dio. Anche noi saremo lì se noi camminiamo sulla strada di Gesù...'Chiunque ha questa speranza in Lui si purifica' (1 Giov. 3, 3). La speranza purifica, ci alleggerisce, fa andare più in fretta.
In questo pre-tramonto oggi, ognuno di noi pensi al suo tramonto. Lo guardo con speranza? ... Dove è ancorato il mio cuore? Se è ancorato a quella riva, la speranza non delude perché Gesù non delude".
Alla fine della messa, il papa ha aggiunto: "Vorrei pregare in modo speciale e in particolare per questi nostri fratelli e sorelle morti mentre cercavano una vita più degna. Abbiamo visto la crudeltà del deserto, il mare dove tanti sono affogati. E anche preghiamo per quelli che si sono salvati. Sono in tanti posti di accoglienza ammucchiati. Speriamo che possano andare in altri posti, più comodi, in altri centri di accoglienza".
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.