Originale e fraterno incontro di ottobre missionario alla Missione Slovacca a Londra
di Renato Zilio
A Londra non è passato inosservato l’Ottobre missionario alla Missione Slovacca. Ne hanno fatto una festa, una giornata grandiosa. Non facile da dimenticare. “Mission” era il titolo dell’incontro, dei depliants, del programma, delle teeshirts e dell’accoglienza sorridente degli stewards... Tutto è missione, invio al mondo. Già davanti alla Westminster Cathedral, di buon mattino, gli organizzatori slovacchi aspettavano in costume tipico per indirizzare le centinaia di persone verso il luogo di ritrovo. L’occasione quest’anno non nascondeva la sua importanza: il 1150.mo anniversario dei Santi Cirillo e Metodio. I due fratelli greci di Tessalonica furono grandi evangelizzatori della Pannonia e della Moldavia. Nel IX secolo inventavano anche l’alfabeto glagolitico e cirillico per questo. Grazie al loro sforzo di inculturazione, le popolazioni slave potevano capire la Parola di Dio e le celebrazioni, fino allora solo in latino. Noi saremmo arrivati, poi, ben tardi! L’alfabeto cirillico avvicinò moltissimo tutti i popoli slavi al mondo greco-bizantino: si componeva, infatti, di trentotto lettere, di cui ben ventiquattro prese dall’alfabeto greco stesso. Contribuendo, così, a trapiantare in slavo l’enorme tradizione letteraria greca. In fondo, sottolineava entusiasta Mons. Halko, “essi furono autori di una rivoluzione nella comunicazione!”.
Andrea, una brillante giovane slovacca che parla benissimo italiano e inglese con un team di laici, è il motore stesso di questo evento. Insieme a P.Tibor, loro giovane cappellano, mettevano in opera uno sforzo quasi altrettanto grande quanto quello nell’evangelizzazione dei loro santi patroni: visita alle differenti parrocchie, sensibilizzazione, telefono, programmazione, volantinaggio... Tutto perchè sia un evento successful. In nome di Dio. Entrati a Westminster vi si respirava la giovinezza di una chiesa particolare come quella slovacca, ma che sa interessare, motivare e riunire tutti. I partecipanti provenienti dalle differenti cappellanie etniche e dalle parrocchie di Londra rivivevano l’universalità della Chiesa cattolica. Intervenivano, tra gli altri, il giovane vescovo di Bratislava Mons. Halko, Padre Joseph Liang, cappellano cinese, Father Liam, Keith, una animatrice brasiliana, P.Renato, missionario scalabriniano... Venivano presentati pure tre giganti della missione, appassionati della Cina, tra cui l’indimenticabile Matteo Ricci. Alla fine dell’esistenza di uno di loro, i cinesi stessi affermavano con convinzione: “Ha amato la Cina ancora più di noi!”. Concludevano un pezzo teatrale storico di Juliana Sersenova su Cirillo e Metodio, santi patroni di tutti i popoli slavi e una danza, “A chinese man for a chinese”, che disegnava la vita di san Joseph Freinademetz, un missionario austriaco in Cina.
Internazionalità, fratellanza dei popoli e senso di identità culturale che sa trasformarsi e rinnovarsi in nome dell’unica fede si toccavano con mano. Pareva sentire ancora Pablo Neruda: “Sono nato per nascere!”. Alla fine, non vi si lasciava soli: una scheda e tre grandi interrogativi vi scivolavano tra le mani. Ponendovi, così, di fronte al vostro stesso senso di missione. Ma anche allo stile missionario della vostra esistenza: “What is my mission?”. Come posso essere missionario, oggi. Come viverlo a Londra.
Con Cirillo e Metodio, ormai patroni dell’Europa unita, ognuno si sentiva inviato a tradurre la speranza di Cristo nella cultura di oggi. Ricordando come la realizzazione di ogni persona umana è dare concretezza a Dio. “Essere mani, cuore, intelligenza per permettere a Dio di incarnarsi ancora” direbbe qualcuno. Giusto, allora, il tempo di assaporare un’ultima, profumata slivovica, per dirsi fraternamente na začiatku roka (a presto)!
di Renato Zilio
A Londra non è passato inosservato l’Ottobre missionario alla Missione Slovacca. Ne hanno fatto una festa, una giornata grandiosa. Non facile da dimenticare. “Mission” era il titolo dell’incontro, dei depliants, del programma, delle teeshirts e dell’accoglienza sorridente degli stewards... Tutto è missione, invio al mondo. Già davanti alla Westminster Cathedral, di buon mattino, gli organizzatori slovacchi aspettavano in costume tipico per indirizzare le centinaia di persone verso il luogo di ritrovo. L’occasione quest’anno non nascondeva la sua importanza: il 1150.mo anniversario dei Santi Cirillo e Metodio. I due fratelli greci di Tessalonica furono grandi evangelizzatori della Pannonia e della Moldavia. Nel IX secolo inventavano anche l’alfabeto glagolitico e cirillico per questo. Grazie al loro sforzo di inculturazione, le popolazioni slave potevano capire la Parola di Dio e le celebrazioni, fino allora solo in latino. Noi saremmo arrivati, poi, ben tardi! L’alfabeto cirillico avvicinò moltissimo tutti i popoli slavi al mondo greco-bizantino: si componeva, infatti, di trentotto lettere, di cui ben ventiquattro prese dall’alfabeto greco stesso. Contribuendo, così, a trapiantare in slavo l’enorme tradizione letteraria greca. In fondo, sottolineava entusiasta Mons. Halko, “essi furono autori di una rivoluzione nella comunicazione!”.
Andrea, una brillante giovane slovacca che parla benissimo italiano e inglese con un team di laici, è il motore stesso di questo evento. Insieme a P.Tibor, loro giovane cappellano, mettevano in opera uno sforzo quasi altrettanto grande quanto quello nell’evangelizzazione dei loro santi patroni: visita alle differenti parrocchie, sensibilizzazione, telefono, programmazione, volantinaggio... Tutto perchè sia un evento successful. In nome di Dio. Entrati a Westminster vi si respirava la giovinezza di una chiesa particolare come quella slovacca, ma che sa interessare, motivare e riunire tutti. I partecipanti provenienti dalle differenti cappellanie etniche e dalle parrocchie di Londra rivivevano l’universalità della Chiesa cattolica. Intervenivano, tra gli altri, il giovane vescovo di Bratislava Mons. Halko, Padre Joseph Liang, cappellano cinese, Father Liam, Keith, una animatrice brasiliana, P.Renato, missionario scalabriniano... Venivano presentati pure tre giganti della missione, appassionati della Cina, tra cui l’indimenticabile Matteo Ricci. Alla fine dell’esistenza di uno di loro, i cinesi stessi affermavano con convinzione: “Ha amato la Cina ancora più di noi!”. Concludevano un pezzo teatrale storico di Juliana Sersenova su Cirillo e Metodio, santi patroni di tutti i popoli slavi e una danza, “A chinese man for a chinese”, che disegnava la vita di san Joseph Freinademetz, un missionario austriaco in Cina.
Internazionalità, fratellanza dei popoli e senso di identità culturale che sa trasformarsi e rinnovarsi in nome dell’unica fede si toccavano con mano. Pareva sentire ancora Pablo Neruda: “Sono nato per nascere!”. Alla fine, non vi si lasciava soli: una scheda e tre grandi interrogativi vi scivolavano tra le mani. Ponendovi, così, di fronte al vostro stesso senso di missione. Ma anche allo stile missionario della vostra esistenza: “What is my mission?”. Come posso essere missionario, oggi. Come viverlo a Londra.
Con Cirillo e Metodio, ormai patroni dell’Europa unita, ognuno si sentiva inviato a tradurre la speranza di Cristo nella cultura di oggi. Ricordando come la realizzazione di ogni persona umana è dare concretezza a Dio. “Essere mani, cuore, intelligenza per permettere a Dio di incarnarsi ancora” direbbe qualcuno. Giusto, allora, il tempo di assaporare un’ultima, profumata slivovica, per dirsi fraternamente na začiatku roka (a presto)!
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