venerdì, novembre 01, 2013
Il boss pentito Carmine Schiavone torna sulla vicenda dei rifiuti nella Terra dei Fuochi, sentito da RaiNews24.

"Se dopo il '97, quando ormai sapevano, fossero intervenuti, il danno sarebbe stato limitato", ha detto il boss riferendosi alle sue rivelazioni all'Antimafia sull'interramento di rifiuti tossici lungo il litorale domitio. "Quello è un popolo che hanno condannato a morte", ha aggiunto Schiavone. Di seguito il documento integrale dell'audizione di Schiavone sullo sversamento illecito di rifiuti tossici:

PRESIDENTE. A proposito di smaltimento di rifiuti pericolosi, di fanghi tossico-nocivi, la precedente Commissione d’inchiesta ebbe la conferma che erano state scaricate mille tonnellate di fanghi tossici provenienti dall’ACNA di Cengio nella discarica Di.fra.bi di Pianura: ne eravate al corrente, avete avuto qualche ruolo in questa vicenda?

CARMINE SCHIAVONE. Pure a Villaricca abbiamo fatto scaricare 520 fusti tossici, che penso stiano ancora là, in una cava che fu scavata nel terreno, tramite Mimmuccio Ferrara. Durante lo scarico, un autista rimase cieco; facevamo scaricare là attraverso il nostro capo zona che era Mimmo Ferrara.

PRESIDENTE. La discarica Di.fra.bi è vicino a una riserva naturale molto bella, quella degli Astroni: cosa sa di questa vicenda?

CARMINE SCHIAVONE. Non so il fatto specifico ma la Di.fra.bi ci dava i soldi, quindi come scaricava da noi scaricava anche là, perché la Di.fra.bi aveva non solo il suo scarico ma anche terreni abusivi dove scaricare; li aveva anche sulla Domiziana, vicino Varcaturo, dove c’erano delle antiche fosse di sabbia: scaricavano anche là, quindi l’inquinamento riguarda tutta la costiera.

PRESIDENTE. Si riferisce anche al lago di Lucrino?

CARMINE SCHIAVONE. Si, hanno buttato anche dentro al lago di Lucrino.

Il discorso era questo: le cave, che erano aperte da decenni, si sarebbero riempite in uno o due giorni; potevano anche essere 50 ettari ma si sarebbero riempite in due-tre giorni. Oggi leggo sui giornali che all’improvviso le cave sono piene di immondizia: è perché ci sono dei controlli, quelli che non c’erano prima.

PRESIDENTE. La sorgente dei rifiuti era così abbondante che non avevate bisogno di stringere rapporti particolari con società e amministrazioni, oppure curavate questi rapporti? Come è nato il traffico? In Campania arrivavano tanti rifiuti illegali che a un certo punto ve ne siete accorti e avete deciso di lucrarci?

CARMINE SCHIAVONE. Io me ne sono accorto dopo, gli altri se ne erano già accorti. Già scaricavamo un po’ di rifiuti di un paese, come ci aveva chiesto Nicola Di Muro, che era il vicesindaco di Santa Maria ma era il padrone della democrazia cristiana della provincia di Caserta.

PRESIDENTE. Lei ha detto che i rifiuti venivano dall’Italia del nord e dall’Europa: venivano per conto loro o avete svolto anche un ruolo di procacciatori?

CARMINE SCHIAVONE. Non per conto loro, l’avvocato Chianese aveva introdotto Cerci in circoli culturali ad Arezzo, a Milano, dove aveva fatto le sue amicizie. Attraverso questi circoli culturali, entrò automaticamente in un gruppo di persone che gestiva i rifiuti industriali, tossici o meno.

PRESIDENTE. Può essere più preciso su questi aspetti: per esempio, a Milano l’emissario dell’avvocato Chianese con chi si col legava?

CARMINE SCHIAVONE. So che lavorava a Milano, Arezzo, Pistoia, Massa Carrara, Santa Croce sull’Arno, La Spezia. Avevano un giro di amicizie, nell’ambito del quale dicevano che si potevano interessare di smaltire i rifiuti. Lei mi chiede di fare i nomi ma io non li ricordo.

PRESIDENTE. Anche nomi di società, di aziende.

CARMINE SCHIAVONE. Ne ho fatto qualcuno nel passato e sono scritti nei verbali.

PRESIDENTE. Lei ci sta dicendo una cosa precisa: che questi rifiuti dal nord dell’Italia o addirittura dall’estero non arrivavano in Campania da soli, ma che l’avvocato Chianese era in grado di organizzare il traffico attraverso circoli culturali e amici.

CARMINE SCHIAVONE. Erano circoli culturali che stavano al nord, al sud, al centro, in tutta Italia e in Europa.

PRESIDENTE. Quindi il traffico era organizzato per far arrivare i rifiuti in Campania, nell’area del casertano?

CARMINE SCHIAVONE. Provvedevamo anche a far lavorare camion della nostra zona, come troverà nella documentazione che ho portato.

PRESIDENTE. Ci interessa sapere quali erano questi collegamenti precisi, se vi era un’attività che potremmo definire di promotion.

CARMINE SCHIAVONE. Faccio solo un nome: so che Cerci stava molto bene con un signore che si chiama Licio Gelli.

PRESIDENTE. Le rivolgo una domanda alla quale mi può rispondere con un sì o con un no: sulla base della sua esperienza, dietro la vicenda del traffico di rifiuti, in particolare di quelli pericolosi, esiste un’organizzazione che lei conosce fino ad un certo punto e che faceva capo all’avvocato Chianese; ma se lei parla di Licio Gelli ci fa sospettare che questa organizzazione fosse ben orchestrata e vi fosse in qualche modo un settore della massoneria che si occupava di questi affari.

CARMINE SCHIAVONE. Non lo so; questo lo lascio pensare a lei. So che a Milano c’erano delle grosse società che raccoglievano rifiuti, anche dall’estero, rifiuti che poi venivano smaltiti al sud. So che in Lombardia c’erano queste società che gestivano i rifiuti ma non so chi erano i proprietari.


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