lunedì, novembre 25, 2013
La conferenza di Ginevra 2 si terrà il 22 gennaio. Lo ha appena annunciato l'Onu (aggionamento 12.30) 

NenaNews - Oltre 11 mila bambini vittime del conflitto. Polio, abbandono scolastico e traumi psicologici fanno temere il peggio per i piccoli siriani. A gennaio, forse, Ginevra 2 Più di undicimila giovani sotto ai 17 anni sono morti nei due anni e mezzo di conflitto in Siria. Arriva come una doccia fredda il rapporto dell'Oxford Research Group, e snocciola le cifre scioccanti della realtà sul campo: delle 11.420 vittime minorenni censite, 2.223 sono morte nella zona di Aleppo, 389 uccise da un cecchino, 764 "sommariamente giustiziate" e più di 100 sono state torturate.

Le cifre tengono conto anche dei 128 piccoli morti nell'attacco chimico di Ghouta, mentre ancora non rientra nelle casistiche una nuova emergenza che colpisce prevalentemente i bambini: la diffusione della poliomielite. L'Organizzazione mondiale della sanità ha confermato i casi di poliomielite nel nord-est della Siria di cui si parlava da alcuni giorni: su un totale di 22 casi sospetti, le analisi hanno confermato che si tratta del virus della polio per dieci casi. E la malattia rischia di raggiungere anche gli Stati confinanti se si tiene conto che migliaia di siriani continuano a lasciare la loro terra per sfuggire alla guerra civile.

Prima del conflitto il tasso di immunizzazione in Siria era di oltre il 95% - l'ultimo caso era stato registrato nel 1999 - ma negli ultimi due anni circa mezzo milione di bambini non sono stati vaccinati contro la polio e altre malattie. Una vasta campagna di vaccinazioni è in corso nel paese con il sostegno dell'Onu e l'obiettivo è quello di immunizzare 2,4 milioni di bambini. Ma, con il perdurare del conflitto e la difficoltà degli operatori delle Nazioni Unite di raggiungere le zone degli scontri più violenti - sarebbero circa 2,5 milioni i prigionieri dei campi di battaglia più isolati - molti altri bambini rischiano di morire.

Inoltre, su cinque milioni di sfollati interni, due sarebbero minori: costretti a vivere in edifici disabitati, case pericolanti, scuole, moschee, parchi o dimore di parenti, saranno i più colpiti dall'inverno alle porte, con l'impossibilità di comprare vestiti più pesanti. Il 49 per cento dei bambini non va più a scuola: l'anno scorso in due milioni non hanno frequentato l'anno scolastico. Un "silenzioso disastro", quello dell'educazione, a cui vanno ad aggiungersi i traumi psicologici: secondo Yusuf Abd el-Jalil, direttore dell'Unicef per la Siria, c'è il serio rischio di una "generazione perduta".

"Sconvolge innanzitutto il numero dei morti - ha dichiarato Hamit Dardagan, uno degli autori dello studio - ma anche il modo in cui bambini innocenti sono stati uccisi. Bombardati nelle loro case, nelle loro comunità, nelle attività di tutti i giorni, mentre ad esempio sono a scuola. Tutte le parti in causa - ha aggiunto Dardagan - devono avere la responsabilità di proteggere i bambini".

Sono numeri destinati a crescere, con le battaglie che continuano a infuriare soprattutto nelle zone riconquistate dall'esercito di Assad negli ultimi mesi. Nel week end si è avuta una nuova escalation di violenza: almeno 160 tra ribelli e soldati sono stati uccisi nei combattimenti che hanno interessato la regione di Ghouta, a est di Damasco, una delle roccaforti degli insorti.

Intanto a Ginevra si è aperta questa mattina una riunione tra rappresentanti americani, russi e delle Nazioni Unite per fissare una nuova data per la conferenza di pace di Ginevra 2. Una fonte diplomatica dell'Onu ha rivelato all'AFP che la conferenza dovrebbe tenersi a gennaio: il segretario generale della Nazioni Unite Ban Ki-Moon dovrebbe annunciare la nuova data oggi, al termine della riunione.

Ancora non è chiaro, però, chi di preciso siederà al tavolo negoziale: l'opposizione siriana, che aveva annunciato più volte di non volersi sedere davanti a Bashar al-Assad, ha accettato l'invito a causa delle pressioni internazionali. Sfiduciata dalla maggior parte dei gruppi di ribelli, la Coalizione non trova però l'accordo su chi mandare a Ginevra. Ed è ancora guerra, tra regime e oppositori, sulla presenza al tavolo negoziale di Arabia Saudita e Iran.


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