L’opposizione di piazza, da ieri con il sostegno formale di quella parlamentare espressa dal partito dei Democratici, ha confermato di non avere più come obiettivo solo la caduta del governo, ma di proporsi di smantellare quello che definisce “il sistema di potere degli Shinawatra” e di creare un nuovo assetto istituzionale fondato sui tre tradizionali pilastri di paese, monarchia e buddhismo.
Misna - Da qui il costante richiamo ai valori tradiziona
li, che nei fatti hanno alimentato per decenni il controllo delle élite e giustificato un gran numero di colpi di stato militare, oltre che limitato la crescita di una società civile in senso moderno e di un vero confronto politico. Propiziando così l’ascesa della “alternativa” populista di Thaksin Shinawatra e di una nuova classe dirigente il cui potere è basato su connessioni e ricchezza anziché regole secolari. Sul palco della protesta, a fianco dell’ex vice-premier ed ex parlamentare nelle fila dei Democratici Suthep Thaugsuban da giorni è seduto il monaco Luangpu Buddha Issara.
Considerato da Suthep sua guida spirituale e insieme testimone, da ieri è anche formalmente designato a un ruolo di primo piano nel movimento, un’immagine simbolica che rende ogni repressione ancora più difficile, ma che aggrega ancora di più le forze tradizionaliste di una protesta. Una protesta che ha un’anima progressista che è emersa forte come non mai in queste settimana con la partecipazione di studenti, intellettuali, sindacalisti e attivisti sociali contrari alla deriva populista del governo e ai pochi scrupoli di Thaksin Shinawatra che ritengono dall’esilio controlli la maggioranza politica, e quella più tradizionale connessa fortemente al nazionalismo thai che ha contribuito negli anni, per reazione, al successo di Thakstin Shinawatra e all’emergere delle Camicie Rosse a forte base rurale e popolare.
Mentre anche oggi sono state annunciate iniziative di protesta, con cortei che si muoveranno verso varie destinazioni, cresce la possibilità di uno scontro diretto tra le fazioni anti e filo-governative. Alcuni manifestanti hanno fatto irruzione nella sede dell’Esercito a Bangkok e hanno chiesto ai soldati di unirsi alla protesta. Ieri il primo episodio nella provincia di Pathum Thani, limitrofa a Bangkok. Con tre feriti. Oggi ad alzare il rischio, un corteo che si dirigerà vero la sede del Puea Thai, partito di governo che l’opposizione considera legato a filo doppio all’ex premier Thaksin Shinawatra, la cui influenza sul paese è al centro delle richieste di fine dell’esecutivo guidato dalla sorella e di sradicamento della sua esperienza politica e della sua influenza sul paese.
Una iniziativa che porta gli anti-governativi molto vicini allo stadio Rajamangala dove da quasi una settimana si trovano migliaia di Camicie Rosse, filo-governative e pro-Thaksin, che hanno chiamato i loro compagni a convergere domani su Bangkok dalle roccaforti nelle provincie del Nord e dell’Est. Né la legge d’emergenza in vigore, né i mandati di cattura sembrano impensierire Suthep Thaugsuban e i leader delle manifestazioni che ieri hanno assediato pacificamente fino a tarda notte il comando della polizia nazionale tagliando l’erogazione di elettricità e acqua e che hanno annunciato di volere arrivare alla vittoria entro il fine settimana. Il governo, negli incontri con i giornalisti e i diplomatici stranieri, usa toni tranquillizzanti, sottolineando che la situazione è limitata ad alcune aree della capitale e a poche altre località del paese e che finora gli aeroporti internazionali funzionano regolarmente.
Misna - Da qui il costante richiamo ai valori tradiziona
li, che nei fatti hanno alimentato per decenni il controllo delle élite e giustificato un gran numero di colpi di stato militare, oltre che limitato la crescita di una società civile in senso moderno e di un vero confronto politico. Propiziando così l’ascesa della “alternativa” populista di Thaksin Shinawatra e di una nuova classe dirigente il cui potere è basato su connessioni e ricchezza anziché regole secolari. Sul palco della protesta, a fianco dell’ex vice-premier ed ex parlamentare nelle fila dei Democratici Suthep Thaugsuban da giorni è seduto il monaco Luangpu Buddha Issara.
Considerato da Suthep sua guida spirituale e insieme testimone, da ieri è anche formalmente designato a un ruolo di primo piano nel movimento, un’immagine simbolica che rende ogni repressione ancora più difficile, ma che aggrega ancora di più le forze tradizionaliste di una protesta. Una protesta che ha un’anima progressista che è emersa forte come non mai in queste settimana con la partecipazione di studenti, intellettuali, sindacalisti e attivisti sociali contrari alla deriva populista del governo e ai pochi scrupoli di Thaksin Shinawatra che ritengono dall’esilio controlli la maggioranza politica, e quella più tradizionale connessa fortemente al nazionalismo thai che ha contribuito negli anni, per reazione, al successo di Thakstin Shinawatra e all’emergere delle Camicie Rosse a forte base rurale e popolare.
Mentre anche oggi sono state annunciate iniziative di protesta, con cortei che si muoveranno verso varie destinazioni, cresce la possibilità di uno scontro diretto tra le fazioni anti e filo-governative. Alcuni manifestanti hanno fatto irruzione nella sede dell’Esercito a Bangkok e hanno chiesto ai soldati di unirsi alla protesta. Ieri il primo episodio nella provincia di Pathum Thani, limitrofa a Bangkok. Con tre feriti. Oggi ad alzare il rischio, un corteo che si dirigerà vero la sede del Puea Thai, partito di governo che l’opposizione considera legato a filo doppio all’ex premier Thaksin Shinawatra, la cui influenza sul paese è al centro delle richieste di fine dell’esecutivo guidato dalla sorella e di sradicamento della sua esperienza politica e della sua influenza sul paese.
Una iniziativa che porta gli anti-governativi molto vicini allo stadio Rajamangala dove da quasi una settimana si trovano migliaia di Camicie Rosse, filo-governative e pro-Thaksin, che hanno chiamato i loro compagni a convergere domani su Bangkok dalle roccaforti nelle provincie del Nord e dell’Est. Né la legge d’emergenza in vigore, né i mandati di cattura sembrano impensierire Suthep Thaugsuban e i leader delle manifestazioni che ieri hanno assediato pacificamente fino a tarda notte il comando della polizia nazionale tagliando l’erogazione di elettricità e acqua e che hanno annunciato di volere arrivare alla vittoria entro il fine settimana. Il governo, negli incontri con i giornalisti e i diplomatici stranieri, usa toni tranquillizzanti, sottolineando che la situazione è limitata ad alcune aree della capitale e a poche altre località del paese e che finora gli aeroporti internazionali funzionano regolarmente.
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