Israele ha interrotto la fornitura di carburante il 24 dicembre in seguito all'uccisione di un israeliano. Pronta una nuova emergenza, con l'incubo delle acque reflue
NenaNews - Non bastavano l'alluvione, l'emergenza sanitaria e il raid israeliano della vigilia di Natale. Ora la Striscia di Gaza è di nuovo al buio: l'unica centrale elettrica che la rifornisce è stata infatti chiusa questa mattina a causa della mancanza di carburante. Appena 12 giorni dopo aver ripreso a funzionare in seguito a uno stop di 7 settimane. Un responsabile della società elettrica locale ha spiegato che il blocco è dovuto alla chiusura del valico di Kerem Shalom, il posto di frontiera per il quale passano quasi tutti i benidi necessità destinati alla Striscia: il valico è stato chiuso da Israele martedì scorso in seguito all'uccisione di un israeliano, un dipendente del ministero della Difesa, da parte di un cecchino. L'aviazione israeliana ha risposto con una serie di raid nei quali sono morti un uomo e una bambina di 4 anni, mentre nove persone sono rimaste ferite.
Il ministro della Difesa israeliano Moshe Yaalon ha dichiarato che il valico resterà chiuso fino a nuovo ordine. Nel frattempo, per un milione e 700 mila residenti della Striscia di Gaza la corrente sarà di nuovo razionata: dalle 12 ore quotidiane si passerà a circa la metà, come ha annunciato un portavoce della società elettrica.
Una nuova tragedia per Gaza, a dieci giorni dalla tempesta che ha martoriato per 4 giorni le sue fragili infrastrutture: più di cinquemila persone erano state evacuate a causa dei numerosi crolli e degli allagamenti nelle abitazioni, con l'acqua che in alcuni punti aveva raggiunto anche i due metri. In quei giorni di freddo pungente la centrale elettrica era ancora chiusa da quasi due mesi, sempre per la mancanza di carburante.
La chiusura della centrale rende impossibile il funzionamento degli impianti per il trattamento delle acque reflue: per settimane le acque contaminate si sono riversate nelle strade di Gaza, rendendo insostenibile la situazione igienico-sanitaria e alimentando la paura di nuove epidemie. Una situazione causata dall'assedio infinito di Tel Aviv, e pronta a esplodere nei prossimi giorni.
Il ministro della Difesa israeliano Moshe Yaalon ha dichiarato che il valico resterà chiuso fino a nuovo ordine. Nel frattempo, per un milione e 700 mila residenti della Striscia di Gaza la corrente sarà di nuovo razionata: dalle 12 ore quotidiane si passerà a circa la metà, come ha annunciato un portavoce della società elettrica.
Una nuova tragedia per Gaza, a dieci giorni dalla tempesta che ha martoriato per 4 giorni le sue fragili infrastrutture: più di cinquemila persone erano state evacuate a causa dei numerosi crolli e degli allagamenti nelle abitazioni, con l'acqua che in alcuni punti aveva raggiunto anche i due metri. In quei giorni di freddo pungente la centrale elettrica era ancora chiusa da quasi due mesi, sempre per la mancanza di carburante.
La chiusura della centrale rende impossibile il funzionamento degli impianti per il trattamento delle acque reflue: per settimane le acque contaminate si sono riversate nelle strade di Gaza, rendendo insostenibile la situazione igienico-sanitaria e alimentando la paura di nuove epidemie. Una situazione causata dall'assedio infinito di Tel Aviv, e pronta a esplodere nei prossimi giorni.
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