Un appello della Comunità di Sant'Egidio alla vigilia del voto del Senato belga sulla legge che consentirebbe di praticare l'eutanasia sui bambini. "Non è compassione, ma una grave deresponsabilizzazione verso chi è debole"
Santegidio - La Comunità di Sant'Egidio esprime la sua preoccupazione per il processo in corso in Belgio, dove si sta per votare una legge che, se approvata, permetterà l'eutanasia per i minorenni, qualora questi siano affetti da una malattia giudicata incurabile. Le condizioni poste dal disegno di legge all'eutanasia dei minori sono l'accordo dei genitori e che "la capacità di discernimento del minore sia stata accertata".
In questo modo la facoltà di praticare l'eutanasia, già legale in Belgio dal 2002, si estende a tutti coloro che sono affetti da malattie gravi e di cui sarebbe accertata la libera capacità di scelta.
Una proposta fortemente avversata da tutte le comunità religiose: cristiani, musulmani, ebrei, buddisti.
"Fermare il treno dell'eutanasia": è quanto chiede la Comunità di Sant'Egidio in un appello pubblicato oggi dai principali quotidiani belgi.
Dietro un atto di cosidetta 'compassione' - afferma - si nasconde una crescente deresponsabilizzazione collettiva.
"Davanti al malato, la società non dice più: 'saremo solidali con te, ti aiuteremo a vivere con tutti i mezzi e il più lungo possibile', ma gli chiede invece: 'Rifletti bene. Sei sicuro che vuoi vivere cosi?' In questo modo erode il desiderio di vivere e non lo sostiene nel resistere alla tentazione di concludere la propria sofferenza".
Per la Comunità di Sant'Egidio, questa possibilità legale di chiedere l'eutanasia rappresenta una forma di pressione che può indurre nelle persone malate, specialmente nei più giovani, l'idea di essere un peso per gli altri e quindi spingere al desiderio di morire.
L'articolo conclude: "Come in uno smarrimento collettivo, la nostra società glorifica la morte scelta e eseguita da un medico, come un progresso della civiltà e il massimo dell'umanesimo. Permetteteci di avere un punto di vista fondamentalmente opposto. Nelle possibilità legali sempre crescenti per ricorrere all'eutanasia, vediamo piuttosto una nuova forma di barbarie: la scelta, acclamata dalla società, dell'auto-eliminazione delle persone malate e deboli."
Santegidio - La Comunità di Sant'Egidio esprime la sua preoccupazione per il processo in corso in Belgio, dove si sta per votare una legge che, se approvata, permetterà l'eutanasia per i minorenni, qualora questi siano affetti da una malattia giudicata incurabile. Le condizioni poste dal disegno di legge all'eutanasia dei minori sono l'accordo dei genitori e che "la capacità di discernimento del minore sia stata accertata".
In questo modo la facoltà di praticare l'eutanasia, già legale in Belgio dal 2002, si estende a tutti coloro che sono affetti da malattie gravi e di cui sarebbe accertata la libera capacità di scelta.
Una proposta fortemente avversata da tutte le comunità religiose: cristiani, musulmani, ebrei, buddisti.
"Fermare il treno dell'eutanasia": è quanto chiede la Comunità di Sant'Egidio in un appello pubblicato oggi dai principali quotidiani belgi.
Dietro un atto di cosidetta 'compassione' - afferma - si nasconde una crescente deresponsabilizzazione collettiva.
"Davanti al malato, la società non dice più: 'saremo solidali con te, ti aiuteremo a vivere con tutti i mezzi e il più lungo possibile', ma gli chiede invece: 'Rifletti bene. Sei sicuro che vuoi vivere cosi?' In questo modo erode il desiderio di vivere e non lo sostiene nel resistere alla tentazione di concludere la propria sofferenza".
Per la Comunità di Sant'Egidio, questa possibilità legale di chiedere l'eutanasia rappresenta una forma di pressione che può indurre nelle persone malate, specialmente nei più giovani, l'idea di essere un peso per gli altri e quindi spingere al desiderio di morire.
L'articolo conclude: "Come in uno smarrimento collettivo, la nostra società glorifica la morte scelta e eseguita da un medico, come un progresso della civiltà e il massimo dell'umanesimo. Permetteteci di avere un punto di vista fondamentalmente opposto. Nelle possibilità legali sempre crescenti per ricorrere all'eutanasia, vediamo piuttosto una nuova forma di barbarie: la scelta, acclamata dalla società, dell'auto-eliminazione delle persone malate e deboli."
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