Immaginate di essere in un Paese straniero, a 6230 chilometri da casa. Immaginate che in questo Paese ci sia stato uno degli attacchi terroristici più sanguinosi degli ultimi tempi. E ora immaginate che, fortuitamente, veniate a sapere di risultare sposati con una persona che non conoscete, che proviene dall’area dei terroristi e che, grazie a quel matrimonio fasullo, è in viaggio verso l’Italia. Non si sa bene per fare cosa e perché.
Sanfrancescopatronoditalia - Marzia Chierichetti è una designer d’interni. E’ originaria di Basilio, vicino a Milano, ma da una quindicina di anni vive a Malindi, in Kenya. Qui ha messo in piedi un’attività con una filosofia intelligente: creare oggetti di design con materiale di recupero. Grazie a lei molti hanno un lavoro e sono sorti negozi che riprendono le sue linee e la sua filosofia. Marzia era orgogliosa di tutto questo. Ora non vede l’ora di scappare dal Kenya. «Ho paura, sono notti che non dormo – dice - Sono finita in un incubo e non so come uscirne». Marzia, di recente, ha scoperto di risultare sposata con un ragazzo somalo. Lei ha 49 anni, lui 19. Lei non l’ha mai visto né conosciuto. Sa solo che ha un nome, forse falso, un volto e che dal 28 giugno risulta suo marito, con testimoni e firma di un funzionario del governo del Kenya. Del matrimonio è venuta a sapere per caso.
«Un mese fa stavo tenendo una mostra organizzata all’ambasciata italiana a Nairobi – racconta – Ho chiesto a un’amica di controllare il mio domicilio fiscale perché risultava ancora quello che avevo con il mio precedente marito, un inglese». Quando la funzionaria la richiama, però, le fa una domanda strana: «Scusa Marzia, ti sei risposata?».
Marzia cade dalle nuvole. «Pensavo a un errore», racconta. Invece Marzia Chierichetti dal 28 giugno scorso è la signora Hirsi.
La carta, i bolli, le firme: tutto sembra in regola. Salvo che per un paio di particolari: il nome del padre di Marzia, sbagliato, e il suo passaporto, valido fino al 2017 ma che era stato annullato. Marzia è sconvolta. Non solo perché si sente violata, ma anche perché il 21 settembre, a Nairobi, c’è stato uno dei più brutali attentati messi a segno da al-Shabaab, un gruppo di terroristi somali legati ad al Qaeda. Dopo un’irruzione al centro commerciale di Westgate a Nairobi, un commando ha sparato sulla folla uccidendo 67 persone e tenendone in ostaggio a centinaia per quattro giorni. «Quando ho saputo del falso matrimonio, ho subito sporto denuncia - racconta Marzia - Volevo capire cosa fosse successo. Dopo qualche giorno mi hanno riferito che il mio presunto marito risultava aver preso un aereo per l’Italia in settembre, che aveva chiesto la trascrizione del matrimonio e che da quel momento, di lui, si erano perse le tracce». Chi è il misterioso marito di Marzia? Chi c’è dietro la complessa operazione di falsificazione dei documenti? Marzia: «Sono spaventata. Mi domando come sia possibile che le nostre autorità diplomatiche possano dare un visto senza un minimo di controllo. Ora, avendo scoperto quello che è successo, temo di essere in pericolo».
Il racconto di Marzia è avvalorato dall’ambasciata di Nairobi. Il capo della cancelleria consolare Marco Silvi dichiara di non poter fornire dettagli perché c’è una denuncia alla magistratura italiana, ma dichiara: «Al momento posso confermare che, stante quanto risulta finora, la connazionale Chierichetti si è trovata coinvolta in un episodio basato su un certificato di matrimonio falso rilasciato dall’autorità keniota. Purtroppo aggiungo che abbiamo avuto diversi casi di certificati di matrimonio poi risultati falsi, ma questo è il primo in cui uno dei due coniugi è di nazionalità italiana». Ora si tratta di capire chi e perché ha falsificato quell’atto.
Sanfrancescopatronoditalia - Marzia Chierichetti è una designer d’interni. E’ originaria di Basilio, vicino a Milano, ma da una quindicina di anni vive a Malindi, in Kenya. Qui ha messo in piedi un’attività con una filosofia intelligente: creare oggetti di design con materiale di recupero. Grazie a lei molti hanno un lavoro e sono sorti negozi che riprendono le sue linee e la sua filosofia. Marzia era orgogliosa di tutto questo. Ora non vede l’ora di scappare dal Kenya. «Ho paura, sono notti che non dormo – dice - Sono finita in un incubo e non so come uscirne». Marzia, di recente, ha scoperto di risultare sposata con un ragazzo somalo. Lei ha 49 anni, lui 19. Lei non l’ha mai visto né conosciuto. Sa solo che ha un nome, forse falso, un volto e che dal 28 giugno risulta suo marito, con testimoni e firma di un funzionario del governo del Kenya. Del matrimonio è venuta a sapere per caso.
«Un mese fa stavo tenendo una mostra organizzata all’ambasciata italiana a Nairobi – racconta – Ho chiesto a un’amica di controllare il mio domicilio fiscale perché risultava ancora quello che avevo con il mio precedente marito, un inglese». Quando la funzionaria la richiama, però, le fa una domanda strana: «Scusa Marzia, ti sei risposata?».
La carta, i bolli, le firme: tutto sembra in regola. Salvo che per un paio di particolari: il nome del padre di Marzia, sbagliato, e il suo passaporto, valido fino al 2017 ma che era stato annullato. Marzia è sconvolta. Non solo perché si sente violata, ma anche perché il 21 settembre, a Nairobi, c’è stato uno dei più brutali attentati messi a segno da al-Shabaab, un gruppo di terroristi somali legati ad al Qaeda. Dopo un’irruzione al centro commerciale di Westgate a Nairobi, un commando ha sparato sulla folla uccidendo 67 persone e tenendone in ostaggio a centinaia per quattro giorni. «Quando ho saputo del falso matrimonio, ho subito sporto denuncia - racconta Marzia - Volevo capire cosa fosse successo. Dopo qualche giorno mi hanno riferito che il mio presunto marito risultava aver preso un aereo per l’Italia in settembre, che aveva chiesto la trascrizione del matrimonio e che da quel momento, di lui, si erano perse le tracce». Chi è il misterioso marito di Marzia? Chi c’è dietro la complessa operazione di falsificazione dei documenti? Marzia: «Sono spaventata. Mi domando come sia possibile che le nostre autorità diplomatiche possano dare un visto senza un minimo di controllo. Ora, avendo scoperto quello che è successo, temo di essere in pericolo».
Il racconto di Marzia è avvalorato dall’ambasciata di Nairobi. Il capo della cancelleria consolare Marco Silvi dichiara di non poter fornire dettagli perché c’è una denuncia alla magistratura italiana, ma dichiara: «Al momento posso confermare che, stante quanto risulta finora, la connazionale Chierichetti si è trovata coinvolta in un episodio basato su un certificato di matrimonio falso rilasciato dall’autorità keniota. Purtroppo aggiungo che abbiamo avuto diversi casi di certificati di matrimonio poi risultati falsi, ma questo è il primo in cui uno dei due coniugi è di nazionalità italiana». Ora si tratta di capire chi e perché ha falsificato quell’atto.
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