domenica, dicembre 22, 2013
Il silenzio degli scienziati durante la crisi: un'imposizione o una scelta?

di Gennaro Iasevoli, psicologo opinionista

Il 2013 che sta per concludersi ha toccato veramente il fondo dal punto di vista della miseria dei "nullatenenti allo stato terminale"; soprattutto ha mostrato nella sua realtà tutta la piaga della disoccupazione, coperta da una degradante cornice di chiacchiere che proprio oggi sono state notate anche dal Nostro Santo Padre. A fronte del quasi totale silenzio degli scienziati, forse volontariamente scelto, oppure imposto dal frastuono creato dalle chiacchiere, le orecchie degli italiani sono state costantemente saturate da "informazioni spazzatura" che alla fin fine hanno probabilmente accentuato il disinteresse verso la politica e l'editoria.

Secondo me era prevedibile, in quanto l'ascolto e la lettura tendono sempre al confronto con la sana cultura e quando non viene più data la parola agli scienziati emergono con forza le chiacchiere inascoltate. Di fronte alla cruda realtà della spaccatura sociale venutasi a creare tra chi vive nell'ubriachezza dei soldi facili e chi non ha più nulla e non riesce a pagare il fitto e le bollette, ho poco da commentare; rimane solo la speranza che la comunità scientifica possa trovare delle vere soluzioni e farle accettare dai politici della “belle époque”.

Purtroppo ancora non si riesce a dare lavoro ai disoccupati e si permane tristemente nella fase di rastrellamento di risorse attraverso la tempesta di tasse generalizzate, che, secondo quanto ci viene detto, dovrebbero creare la ripresa. Ma secondo la mia opinione, senza una progettazione razionale di interventi coordinati dalla comunità scientifica anche le ultime risorse recuperate da queste tasse si dissolveranno, in maniera incontrollata, tra i vicoli della speculazione. Mi auguro pertanto nel nuovo anno di sentire parlare nuovamente la comunità scientifica italiana, che deve mostrare le vere strade della ripresa mettendo a tacere finalmente i chiacchieroni.


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