In Siria, arrestata alla periferia di Damasco la nota avvocatessa per i diritti umani, Razan Zeitune, vincitrice dei premi Politovskaya e Sakharov del Parlamento europeo.
Radio Vaticana - E sono almeno 12 le vittime degli scontri di ieri mattina nella provincia di Aleppo. Intanto, l’Acnur - Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati – fa sapere che l’Onu attiverà questa settimana il primo ponte aereo per consegnare aiuti alla popolazione siriana attraverso l’Iraq e il Kurdistan iracheno. Quella siriana è la più disastrosa crisi umanitaria negli ultimi decenni, secondo il Commissario europeo per la cooperazione internazionale, gli aiuti umanitari e la risposta alle crisi, Kristalina Georgieva, che ascoltiamo al microfono di Antonella Pilia:
R. - The Syrian conflict is the most dramatic humanitarian catastrophe, because… Il conflitto siriano è la più drammatica catastrofe umanitaria degli ultimi decenni, perché ha coinvolto un vastissimo numero di persone all’interno del Paese e nei Paesi vicini: sta mettendo a rischio la stabilità del Libano, della Giordania e di altri Paesi. E ancora non se ne vede la fine. Oggi abbiamo in Siria circa dieci milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria e, nel migliore dei casi, solo la metà di essi la riceve, per di più in maniera non regolare. Nei Paesi vicini ci sono circa 2,3 milioni di rifugiati che mettono in gravissima difficoltà le comunità che li ospitano. Inoltre, vediamo in Siria un’incredibile crudeltà e la mancata tutela dei diritti dei civili durante un conflitto e dei diritti degli operatori umanitari affinché possano fornire assistenza di pronto soccorso a coloro che ne hanno bisogno. Questa crudeltà e il mancato rispetto del diritto internazionale umanitario sono stati tollerati irresponsabilmente dalla Comunità internazionale: non c’è stata alcuna chiara dichiarazione che ricordasse che non si uccidono civili e non si nuoce alle persone accorse in Siria per portare aiuto. Certo, il Consiglio di Sicurezza ha reso nota una dichiarazione del Segretario generale, ma non c’è ancora una Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che sia vincolante. Il risultato è davanti ai nostri occhi: un altissimo rischio che l’instabilità della Siria si trasformi in un fattore di instabilità per i Paesi limitrofi. Davanti ai nostri occhi i bambini siriani stanno perdendo il loro futuro, perché sono bersagli, perché muoiono di malattie oggi curabili - in Siria è tornata addirittura la poliomielite! - inoltre il trauma di questa guerra li accompagnerà per tutta la vita.
D. - Cosa sta facendo l’Unione Europea per aiutare la popolazione siriana?
R. - We has been in the front line from the very first days of this conflict… Noi siamo in prima linea fin dai primi giorni del conflitto, fornendo assistenza umanitaria. Fino ad oggi, l’Europa è stata molto generosa, abbiamo consegnato in Siria e nei Paesi vicini assistenza per un valore di due miliardi di euro in cibo, medicine e rifugi per le popolazioni colpite che riusciamo a raggiungere. Ma questi aiuti sono serviti anche a sostenere i rifugiati e le comunità, specialmente quelle del Libano e della Giordania, che li stanno ospitando.
D. – Lei ha dichiarato che questo conflitto può concludersi solamente con una soluzione politica. In tal senso la conferenza “Ginevra 2” - prevista per il prossimo 22 gennaio – svolge un ruolo molto importante. Quali sono le reali prospettive di pace per questa nazione?
R. - We are very hopeful that the parties of the conflict will come to Geneva … Siamo molto fiduciosi che le parti in conflitto convergano a Ginevra, sicuramente dovranno superare le gravi differenze che le dividono. Sappiamo che questi negoziati non saranno facili: è stato versato troppo sangue, c’è stata troppa sofferenza per le persone sui due fronti del conflitto. Trovare una strada verso la pace richiederebbe la determinazione dei siriani ma anche della Comunità internazionale. E’ molto importante che si sia tutti uniti e si lavori con entrambi i fronti per raggiungere questo accordo.
Radio Vaticana - E sono almeno 12 le vittime degli scontri di ieri mattina nella provincia di Aleppo. Intanto, l’Acnur - Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati – fa sapere che l’Onu attiverà questa settimana il primo ponte aereo per consegnare aiuti alla popolazione siriana attraverso l’Iraq e il Kurdistan iracheno. Quella siriana è la più disastrosa crisi umanitaria negli ultimi decenni, secondo il Commissario europeo per la cooperazione internazionale, gli aiuti umanitari e la risposta alle crisi, Kristalina Georgieva, che ascoltiamo al microfono di Antonella Pilia:
R. - The Syrian conflict is the most dramatic humanitarian catastrophe, because… Il conflitto siriano è la più drammatica catastrofe umanitaria degli ultimi decenni, perché ha coinvolto un vastissimo numero di persone all’interno del Paese e nei Paesi vicini: sta mettendo a rischio la stabilità del Libano, della Giordania e di altri Paesi. E ancora non se ne vede la fine. Oggi abbiamo in Siria circa dieci milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria e, nel migliore dei casi, solo la metà di essi la riceve, per di più in maniera non regolare. Nei Paesi vicini ci sono circa 2,3 milioni di rifugiati che mettono in gravissima difficoltà le comunità che li ospitano. Inoltre, vediamo in Siria un’incredibile crudeltà e la mancata tutela dei diritti dei civili durante un conflitto e dei diritti degli operatori umanitari affinché possano fornire assistenza di pronto soccorso a coloro che ne hanno bisogno. Questa crudeltà e il mancato rispetto del diritto internazionale umanitario sono stati tollerati irresponsabilmente dalla Comunità internazionale: non c’è stata alcuna chiara dichiarazione che ricordasse che non si uccidono civili e non si nuoce alle persone accorse in Siria per portare aiuto. Certo, il Consiglio di Sicurezza ha reso nota una dichiarazione del Segretario generale, ma non c’è ancora una Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che sia vincolante. Il risultato è davanti ai nostri occhi: un altissimo rischio che l’instabilità della Siria si trasformi in un fattore di instabilità per i Paesi limitrofi. Davanti ai nostri occhi i bambini siriani stanno perdendo il loro futuro, perché sono bersagli, perché muoiono di malattie oggi curabili - in Siria è tornata addirittura la poliomielite! - inoltre il trauma di questa guerra li accompagnerà per tutta la vita.
D. - Cosa sta facendo l’Unione Europea per aiutare la popolazione siriana?
R. - We has been in the front line from the very first days of this conflict… Noi siamo in prima linea fin dai primi giorni del conflitto, fornendo assistenza umanitaria. Fino ad oggi, l’Europa è stata molto generosa, abbiamo consegnato in Siria e nei Paesi vicini assistenza per un valore di due miliardi di euro in cibo, medicine e rifugi per le popolazioni colpite che riusciamo a raggiungere. Ma questi aiuti sono serviti anche a sostenere i rifugiati e le comunità, specialmente quelle del Libano e della Giordania, che li stanno ospitando.
D. – Lei ha dichiarato che questo conflitto può concludersi solamente con una soluzione politica. In tal senso la conferenza “Ginevra 2” - prevista per il prossimo 22 gennaio – svolge un ruolo molto importante. Quali sono le reali prospettive di pace per questa nazione?
R. - We are very hopeful that the parties of the conflict will come to Geneva … Siamo molto fiduciosi che le parti in conflitto convergano a Ginevra, sicuramente dovranno superare le gravi differenze che le dividono. Sappiamo che questi negoziati non saranno facili: è stato versato troppo sangue, c’è stata troppa sofferenza per le persone sui due fronti del conflitto. Trovare una strada verso la pace richiederebbe la determinazione dei siriani ma anche della Comunità internazionale. E’ molto importante che si sia tutti uniti e si lavori con entrambi i fronti per raggiungere questo accordo.
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