martedì, gennaio 07, 2014
Buone notizie per la cura della malaria in Africa  

Radio Vaticana - Il vaccino contro la malaria potrebbe essere disponibile nei prossimi mesi. La più vasta sperimentazione, condotta in Africa su 15.500 bambini, ha visto casi dimezzati dopo 18 mesi di follow-up. La casa farmaceutica GlaxoSmithKline sottoporrà il vaccino all’Agenzia europea per i medicinali, per ottenere l’autorizzazione al commercio. Al microfono di Elisa Sartarelli, il prof. Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità: ascolta

R. – Siamo al secondo vaccino di sperimentazione avanzata, per cui qualche risultato si comincia a ottenere. I dati ci dicono di una bassa protezione: si tratta di vaccini che evidentemente hanno un’efficacia limitata e dal punto di vista della protezione individuale lasciano qualche dubbio. Questo vuol dire che una persona che si vaccina – in questo caso un bambino – probabilmente perderà parte dell’effetto protettivo durante gli anni.

D. – Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, nel 2010 i morti per malaria sono stati 660 mila e più di tre miliardi di persone vivono con il rischio di contrarre la malattia. Dati allarmanti…

R. – Certamente. La malaria è uno dei flagelli storici e non accenna assolutamente a diminuire il suo impatto sulle popolazioni, soprattutto sui Paesi più poveri di risorse. Mi riferisco in particolare all’Africa subsahariana e anche all’Asia, dove la malaria ha un certo carico sulla popolazione. Naturalmente, la possibilità di utilizzare farmaci antimalarici in Paesi in cui la malaria è sempre presente non è una buona alternativa, in quanto non si possono dare in continuazione a persone che vivono in questi posti, che vivono continuamente con il rischio della malaria, perché i farmaci tendono alla lunga a essere tossici. Per cui, è chiaro che, oltre a sviluppare misure di prevenzione alternative – come possono essere le cosiddette “bed nets”, cioè “reti da letto”, che proteggono soprattutto le persone più giovani, i bambini, dal rischio di contrarre la malaria nelle prime fasi della vita – è chiaro che la soluzione principale è quella di un vaccino efficace. Per ora, non abbiamo in mano un vaccino efficace ma abbiamo dei “candidati” vaccini di limitata efficacia. Speriamo che almeno questi possano essere disponibili quanto prima.

D. – In passato, si è parlato più volte di un vaccino contro la malaria, addirittura nel Duemila pare ci fosse un nuovo vaccino funzionante, poi più niente. Crede che questa possa essere la volta buona?

R. – Speriamo. Se questa sperimentazione dice che per lo meno la metà dei bambini sono protetti e almeno per alcuni anni – perché questa immunità poi si potrebbe perdere nel corso del tempo – naturalmente questo riaccende una speranza. Quello che sappiamo è che purtroppo è difficile mettere a punto un vaccino altamente efficace nei confronti di un parassita, un protozoo come quello della malaria, che ha una struttura estremamente complessa, piena di “antigeni” che possono variare da un plasmodio all’altro. Questo rende molto difficile la messa a punto di un vaccino universale nei confronti della malaria e che sia altamente efficace, la cui immunità conferita duri nel tempo. Quindi, come dicono gli inglesi, è una “challenge”, cioè una sfida aperta e molto difficile da vincere.


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