Gli estremisti islamici hanno voluto punire la comunità della diocesi di Mymensigh che, nonostante le minacce, si è recata alle urne per le elezioni generali. Fra le vittime anche il fratello del vescovo, mons. Paolo Ponen Kubi. La Caritas locale in campo per il sostegno medico e legale degli assaliti.
Dhaka (AsiaNews) - Un gruppo composto da centinaia di fanatici islamisti ha attaccato la comunità cattolica del distretto di Jamalpur, "colpevole" di aver votato alle elezioni politiche del 5 gennaio scorso. Nell'attacco otto persone sono rimaste ferite: tre sono ricoverate in gravi condizioni nell'Istituto medico di Dhaka. Fra questi anche il fratello maggiore di mons. Paolo Ponen Kubi, vescovo della diocesi di Mymensigh.
Teofilo Nokrek, direttore regionale della Caritas diocesana, dice ad AsiaNews: "L'attacco è stato lanciato contro gli adivasi dell'etnia Garo, che hanno deciso di votare senza badare alle minacce degli estremisti. Le loro case sono state incendiate e gli assalitori hanno promesso di tornare, bruciare quello che resta e prendersi le terre della tribù. Sonendra Kubi, fratello del vescovo, è in serie condizioni. Anche la moglie è rimasta ferita nell'attacco".
Al momento, la Caritas e la diocesi stanno assistendo i feriti: "Vogliamo che venga garantita loro giustizia - conclude Nokrek - e per questo cerchiamo anche un aiuto legale almeno nelle fasi iniziali dell'inchiesta. Per favore, pregare per le vittime".
Gli estremisti hanno attaccato anche la parrocchia di Baromari, nel distretto di Sherpur. I fedeli della zona vivono nella paura: cinque di loro sono stati feriti in maniera lieve, uno è stato ricoverato per accertamenti. Polas Rema, giovane cattolico dell'area, dice: "Il governo deve fermare questo terrorismo contro le minoranze adivasi e contro le minoranze religiose". Xavier Sku aggiunge: "Le minoranze sono sempre vittime nel gioco politico. Ma la situazione peggiorerà giorno dopo giorno, se non otteniamo giustizia".
Le elezioni generali del 5 gennaio scorso hanno visto vincere con ampio margine il Partito dell'Awami League già al governo. Il risultato era scontato, dato che le opposizioni e il Bangladesh National Party avevano annunciato di voler boicottare le urne. Al voto ha partecipato circa il 20 % della popolazione, contro il 70 % delle parlamentari del 2008. Nelle violenze scatenate durante il voto sono morte almeno 25 persone.
Al momento, la Caritas e la diocesi stanno assistendo i feriti: "Vogliamo che venga garantita loro giustizia - conclude Nokrek - e per questo cerchiamo anche un aiuto legale almeno nelle fasi iniziali dell'inchiesta. Per favore, pregare per le vittime".
Gli estremisti hanno attaccato anche la parrocchia di Baromari, nel distretto di Sherpur. I fedeli della zona vivono nella paura: cinque di loro sono stati feriti in maniera lieve, uno è stato ricoverato per accertamenti. Polas Rema, giovane cattolico dell'area, dice: "Il governo deve fermare questo terrorismo contro le minoranze adivasi e contro le minoranze religiose". Xavier Sku aggiunge: "Le minoranze sono sempre vittime nel gioco politico. Ma la situazione peggiorerà giorno dopo giorno, se non otteniamo giustizia".
Le elezioni generali del 5 gennaio scorso hanno visto vincere con ampio margine il Partito dell'Awami League già al governo. Il risultato era scontato, dato che le opposizioni e il Bangladesh National Party avevano annunciato di voler boicottare le urne. Al voto ha partecipato circa il 20 % della popolazione, contro il 70 % delle parlamentari del 2008. Nelle violenze scatenate durante il voto sono morte almeno 25 persone.
di Sumon Corraya
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.