giovedì, gennaio 23, 2014
Non si ferma il conflitto in Repubblica Centrafricana: altri dodici corpi di vittime degli scontri armati sono stati scoperti a nord della capitale Bangui.  

Radio Vaticana - Intanto ieri, a Roma, presso la comunità di S. Egidio, rappresentanti del mondo politico e della società civile centrafricana hanno ribadito l’impegno per la pace e il sostegno a Catherine Samba-Panza, nuova presidente ad interim. Sul suo ruolo in vista di una riconciliazione tra le fazioni, ascoltiamo, nell’intervista di Davide Maggiore, il vicepresidente dell’autorità nazionale elettorale, Godefroy Mokamanede: ascolta

R. – L’élection de madame Samba-Panza constitue à n’en point douter … L’elezione della signora Samba-Panza costituisce senza alcun dubbio un punto forte nel processo di transizione. Nel suo discorso inaugurale, parlando come “madre della nazione”, si è rivolta ai diversi protagonisti armati chiedendo loro di deporre le armi; ha anche ricordato di comprendere le grida che sgorgano dai cuori degli uni e degli altri e ha promesso il suo impegno per riunificare tutti i figli e le figlie del Centrafrica.

D. – Quindi sarà possibile una collaborazione della società civile con la signora Samba-Panza, al fine di raggiungere finalmente la pace nel Paese?

R. – Oui, je crois que la société civile était très en avant dans le processus, … Credo che la società civile fosse già disposta a questo processo: infatti, posso dirle che non soltanto la società civile è stata totalmente integrata nel processo di elaborazione dei criteri per la designazione dei candidati, ma successivamente anche nel processo di discussione, perché è stata sollecitata a confrontarsi con tutti i potenziali candidati per individuare quale di loro incorporasse maggiormente la capacità di riportare la pace nel nostro Paese. E credo che la società civile sia veramente determinata a lavorare, mano nella mano, con la nuova presidente di transizione.

D. – Quale ruolo può svolgere, d’altro canto, la comunità internazionale in questo processo?

R. – Aujourd’hui la Rca a cette malchance de ne plus avoir d’Etat; donc … Oggi, purtroppo, la Repubblica Centrafricana ha la sfortuna di non avere più uno Stato; per questo noi contiamo fermamente sulla comunità internazionale affinché appoggino inizialmente le nuove autorità nel loro impegno a riportare sicurezza e pace, e in un secondo tempo a ristabilire l’autorità dello Stato su tutta la Repubblica e anche ad appoggiare lo Stato Centrafricano in modo tale che esso possa impegnarsi in un vero processo di sviluppo. Affinché si attuino i fondamenti per uno sviluppo durevole e vero e scompaia la miseria – uno dei mali che la Repubblica Centrafricana conosce e che forma l’origine dalla quale partono tutte le nostre crisi – noi ci aspettiamo di essere efficacemente accompagnati dalla comunità internazionale.

D. – Per quanto riguarda la durata del periodo di transizione, si potranno tenere elezioni “credibili” alla data prevista?

R. – C’est le terrain qui commande, comme on dit. … Come si dice: il tutto sarà determinato da quello che succede sul campo. Da una settimana, i membri dell’autorità nazionale per le elezioni stanno visitando tutte le prefetture della Repubblica Centrafricana per fare il punto della situazione. La prima tappa perché si possano svolgere elezioni credibili e trasparenti è il censimento degli elettori. Ora, nel momento in cui vi sto parlando, ci sono sfollati interni, ci sono rifugiati e noi stiamo riflettendo per capire come procedere per far tornare a casa gli sfollati, prima di iniziare il processo di censimento che è uno dei fattori determinanti per avere elezioni credibili e trasparenti.


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