domenica, gennaio 12, 2014
Dopo otto anni di coma per un ictus, è morto oggi Ariel Sharon, l’ex premier israeliano aveva 85 anni. Il suo nome è legato a Sabra e Chatila, ma anche al ritiro da Gaza. I funerali di stato si terranno lunedì alla Knesset, il parlamento di Gerusalemme, verrà poi sepolto accanto alla moglie nei pressi del suo ranch nel Neghev, nel sud di Israele. Francesca Sabatinelli: ascolta  

Radio Vaticana - Israele piange il leone, in patria contrastato e allo stesso tempo ammirato. Fu Sharon a portare nel 2005 Israele al ritiro da Gaza, consapevole che la salvezza della sua terra sarebbe potuta passata solo attraverso una svolta nel conflitto israelo-palestinese. Una mossa che gli alienò molti appoggi, gli procurò molte critiche, e che crepò la nomina di falco guadagnata sul campo in varie occasioni: da ministro della difesa all’epoca della strage di Sabra e Chatila, in Libano, e anche da premier, quando nel 2000 passeggiò sulla spianata delle moschee, a Gerusalemme, provocazione che diede il via alla seconda intifada. Il giornalista del Corriere della Sera, esperto di Medio Oriente, Antonio Ferrari, conosceva Ariel Sharon e lo aveva incontrato più volte:

Sharon è stato falco e alla fine colomba. Uno che ne ha fatte tante, anche molto gravi, però è anche l’uomo che fonda un partito centrista (Kadima N.d.R.) proprio lui, uomo di estrema destra! Va contro quindi le sue convinzioni e si ritira da Gaza. Falco e colomba. Ma colomba per sempre? Cosa avrebbe fatto se l’ictus non l’avesse colpito? Si sarebbe ritirato anche dalla Cisgiordania? Questo non lo sappiamo, in ogni caso dobbiamo registrare un passo importante, rivelatore di un cambiamento molto radicale negli anni. Il coraggio di Sharon non lo vedo trasmesso negli attuali politici che guidano Israele.

“Un amico, soldato valoroso”, lo ha definito il capo dello stato Shimon Peres; omaggio è stato reso da tutte le alte cariche israeliane, e dai leader mondiali. Non dello stesso tenore le dichiarazioni palestinesi: un criminale responsabile della morte di Arafat, è stato il commento della dirigenza di Fatah, mentre per Hamas, al potere a Gaza, si tratta di un momento storico.


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