domenica, gennaio 19, 2014
Di fronte al Corpo Diplomatico il Santo Padre mette in evidenza che il centro degli interessi mondiali deve spostarsi verso il Terzo Mondo 

di Carlo Mafera 

"Il fatto che molti capi di Stato e di Governo vengano qui significa, appunto, che c'è un'attenzione speciale a tutto quello che il Papa dice e a tutto che il Papa fa". Lo ha detto mons. Pietro Parolin, nuovo segretario di Stato di Vaticano, in un'intervista al Centro televisivo vaticano (Ctv).. Come duemila anni fa i Re Magi , anche molti dei capi di stato e gli ambasciatori di tutto il mondo si sono recati da Papa Francesco per ricevere quelle indicazioni che solo il Successore di Pietro può dare, in virtù del Primato e del Mistero petrino che conferisce al Papa un patrimonio di secolare saggezza, deposito della tradizione magisteriale della Chiesa.

"Il Papa, come padre e pastore della Chiesa universale, ha a cuore tutte le situazioni: in qualsiasi parte del mondo ci siano difficoltà e sofferenze e contrasti, - ha affermato Parolin - il Papa là è presente con il suo cuore di rappresentante del Signore". "Direi che per quanto riguarda l'Europa, mi pare che questa sia un'area che merita attenzione, soprattutto per quello che concerne la costruzione di una Casa europea: mi pare molto importante questo; dove la Chiesa possa dare un suo contributo perché ci sia un'animazione di valori, e questa Casa non sia soltanto una costruzione politica o economica, ma sia una costruzione e una condivisione di valori profondi che stanno nell'anima dell'Europa e che furono un po' i motivi ispiratori dei Padri dell'Europa. Però, certo, oggi l'attenzione si sposta soprattutto nel Sud del mondo, ed allora ecco l'attenzione a quelle realtà del Sud del mondo dove esistono conflitti e dove il primo impegno è proprio quello di aiutare a ritrovare la pace, una pace che sia la base, il fondamento - anche - per uno sviluppo umano integrale".

"Io ho incominciato nel novembre scorso, - ha ricordato il neo Segretario di Stato - quindi sono più o meno due mesi che mi trovo in questo incarico. Potrei dire che si tratta ancora della fase di avvio, una fase dedicata soprattutto allo studio, alla conoscenza e all'approfondimento dei vari problemi attraverso la documentazione e soprattutto attraverso l'incontro con le persone. Mi rendo conto che si tratta di un servizio molto impegnativo, di un servizio molto esigente e pieno di responsabilità. Ma vorrei sottolineare che si tratta soprattutto di un servizio molto appassionante in questa nuova stagione della Chiesa, inaugurata dal Pontificato di Papa Francesco. E, per quanto riguarda le priorità, come segretario di Stato, primo e diretto collaboratore del Papa, non possono essere altro che le priorità del Papa, quelle priorità sulle quali ha insistito fin dai primi giorni del suo Pontificato e che poi ha raccolto in maniera più organica nella 'Evangelii Gaudium'. Direi che la priorità è la trasformazione missionaria della Chiesa: una Chiesa in uscita, come dice lui, una Chiesa in stato permanente di missione. E questa caratteristica, questo rinnovamento ecclesiale, questa conversione pastorale, deve riguardare tutte le strutture della Chiesa, e deve riguardare anche la Curia Romana e deve riguardare anche la diplomazia ecclesiastica che sono un po' i due ambiti principali in cui si colloca l'attività del segretario di Stato. Poi vorrei dire che spero si possa fare tutto con il cuore: che riusciamo veramente a fare tutto per il Signore e che facendo così, riusciamo a toccare il cuore delle persone". Tra le novità dell'era Francesco sottolineate da Parolin, la veglia per la pace in Siria e "i numerosi incontri che in questi primi mesi del Pontificato ci sono stati con capi di Stato, con capi di governo, con responsabili delle organizzazioni internazionali, desiderosi di incontrare Papa Francesco e di confrontarsi con lui sui grandi problemi, sui grandi temi e sulle grandi sfide del'umanità". Fatto che "significa, appunto, che c'è un'attenzione speciale a tutto quello che il Papa dice e a tutto che il Papa fa". Sembra quindi che il ruolo del Segretario di Stato sarà sempre più rivolto ad un'attenzione particolare verso l'attività diplomatica internazionale e non più verso gli affari della Curia romana.


È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

incredibile, temi delicati e attuali, sempre affrontati con rapidità e successo di comunicazione!

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