A volte essere in minoranza è un privilegio (Mahatma Gandhi).
"De Docta Ignorantia" di Danilo Stefani
Sembra proprio che in via del Nazareno non riescano a capacitarsi su chi hanno di fronte; un Renzi deciso e decisionista – tanto da far pensare che sia di “destra” – sta scompigliando le carte e le teste di molti democratici, abituati a segretari più tentennanti e liturgici. Infatti, Matteo Renzi segretario del Pd ha mietuto un’altra vittima. Stavolta è toccato al presidente del Partito, Gianni Cuperlo. Prima di lui ricordiamo le dimissioni di Stefano Fassina da vice ministro dell’economia, altro esponente di spicco dei democratici.
I due dimissionari sono accomunati dalla motivazione: ovvero, parlano di “un attacco personale, non accettabile”.
La proposta di legge elettorale, che Renzi ha battezzato Italicum, è passata alla direzione del Pd con 111 voti a favore e 34 astenuti. Gli astenuti, che fanno parte della minoranza capeggiata da Cuperlo, hanno quindi scelto il “forse” con l’accluso annuncio della battaglia parlamentare, perché in realtà è in Parlamento che esprimeranno contrarietà sostanziale e formale. Poiché Renzi ha spiegato che “si prende tutto il pacchetto o niente”, l’Italicum si annuncia molto contrastato già dal partito promotore.
A volte essere in minoranza è un privilegio, altre volte è proprio il minimum.
Sembra proprio che in via del Nazareno non riescano a capacitarsi su chi hanno di fronte; un Renzi deciso e decisionista – tanto da far pensare che sia di “destra” – sta scompigliando le carte e le teste di molti democratici, abituati a segretari più tentennanti e liturgici. Infatti, Matteo Renzi segretario del Pd ha mietuto un’altra vittima. Stavolta è toccato al presidente del Partito, Gianni Cuperlo. Prima di lui ricordiamo le dimissioni di Stefano Fassina da vice ministro dell’economia, altro esponente di spicco dei democratici.
I due dimissionari sono accomunati dalla motivazione: ovvero, parlano di “un attacco personale, non accettabile”.
La proposta di legge elettorale, che Renzi ha battezzato Italicum, è passata alla direzione del Pd con 111 voti a favore e 34 astenuti. Gli astenuti, che fanno parte della minoranza capeggiata da Cuperlo, hanno quindi scelto il “forse” con l’accluso annuncio della battaglia parlamentare, perché in realtà è in Parlamento che esprimeranno contrarietà sostanziale e formale. Poiché Renzi ha spiegato che “si prende tutto il pacchetto o niente”, l’Italicum si annuncia molto contrastato già dal partito promotore.
A volte essere in minoranza è un privilegio, altre volte è proprio il minimum.
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