La Dia di Napoli ha eseguito i provvedimenti di sequestro di beni riconducibili ad esponenti del clan dei Casalesi, per un valore complessivo di tre milioni di euro.
Liberainformazione - I provvedimenti riguardano Vincenzo Abbate vicino al gruppo Zagaria, imprenditore nel settore della produzione e trasporto del calcestruzzo, già accusato di associazione camorristica nel 2006. Secondo gli inquirenti sarebbe stato in contatto diretto e piena sintonia con i vertici del clan. Il sequestro della Dia riguarda una società immobiliare, una di produzione calcestruzzo e una di autotrasporti.
Colpito dal provvedimento anche Giuseppe Granata, accusato di ” funzioni di continuo supporto logistico e nel settore imprenditoriale del gruppo”. Diversi collaboratori di giustizia lo indicherebbero quale imprenditore nel settore edile inserito organicamente nel clan, continuo fiancheggiatore e punto di riferimento dei capi. A Granata è stato sequestrato un un immobile. Coinvolto anche Pasquale Fontana detto “O ragioniere” di Casapesenna, cugino di primo grado del boss, Michele Zagaria. Dalle indagini il suo ruolo sarebbe legato a “compiti di tipo strettamente finanziario: investire il denaro, proveniente dalle condotte tipicamente illecite, in contesti che per collocazione geografica (il nord Italia), economica (acquisto di immobili) e personale (imprenditori e società settentrionali) erano idonei ad ottunderne la provenienza. Anche a Fontana è stato sequestrato un immobile a San Cipriano d’Aversa (CE).
Liberainformazione - I provvedimenti riguardano Vincenzo Abbate vicino al gruppo Zagaria, imprenditore nel settore della produzione e trasporto del calcestruzzo, già accusato di associazione camorristica nel 2006. Secondo gli inquirenti sarebbe stato in contatto diretto e piena sintonia con i vertici del clan. Il sequestro della Dia riguarda una società immobiliare, una di produzione calcestruzzo e una di autotrasporti.
Colpito dal provvedimento anche Giuseppe Granata, accusato di ” funzioni di continuo supporto logistico e nel settore imprenditoriale del gruppo”. Diversi collaboratori di giustizia lo indicherebbero quale imprenditore nel settore edile inserito organicamente nel clan, continuo fiancheggiatore e punto di riferimento dei capi. A Granata è stato sequestrato un un immobile. Coinvolto anche Pasquale Fontana detto “O ragioniere” di Casapesenna, cugino di primo grado del boss, Michele Zagaria. Dalle indagini il suo ruolo sarebbe legato a “compiti di tipo strettamente finanziario: investire il denaro, proveniente dalle condotte tipicamente illecite, in contesti che per collocazione geografica (il nord Italia), economica (acquisto di immobili) e personale (imprenditori e società settentrionali) erano idonei ad ottunderne la provenienza. Anche a Fontana è stato sequestrato un immobile a San Cipriano d’Aversa (CE).
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