Nessun risultato dal colloquio di ieri tra le delegazioni nord e sudcoreana nel Villaggio della tregua di Panmunjom, se non per un approfondimento sull’incontro previsto dal 20 a 25 febbraio di membri di famiglie separate dal conflitto e dall’armistizio del 1953.

Misna - Un colloquio richiesto con urgenza e con un preavviso minimo dal governo del Nord che aveva aperto a speculazioni e anche a qualche speranza di apertura in uno degli ennesimi momenti di tensione tra i due paesi fratelli e rivali. Il Sud ha accettato su richiesta del Nord che le ricongiunzioni avvengano in giornate che saranno certamente influenzate dall’avvio delle manovre militari congiunte con gli Stati Uniti il prossimo 24 febbraio, cosciente che questo potrebbe portare a nuove pressioni del regime di Pyongyang. Una giornata di serrati colloqui, quella di ieri, sia a livello di delegazioni sia di soli capi-delegazione, che ha preceduto anche di un giorno la visita del responsabile della diplomazia americana nel suo quinto viaggio in Asia dall’entrata in carica un anno fa. John Kerry sarà a Seul per una breve visita prima di proseguire per Pechino (tradizionale alleato della Corea del Nord e partner nei falliti colloqui sul nucleare nordcoreano che le diplomazie cercano inutilmente di riavviare ponendo come precondizione che Pyongyang cessi ogni attività in proposito). Jakarta e Abu Dhabi saranno le mete successive fino al 18 febbraio.

Kerry tratterà con Seul proprio della situazione attuale dei rapporti con il Nord, nel contesto delle prossime manovre, ma l’evento probabilmente confermerà le esercitazioni congiunte rifiutando per l’ennesima volta sia le richieste del Nord per la sospensione, sia ogni rapporto tra queste e la vicenda della guida turistica statunitense di origine coreana, Kenneth Bae, arrestato lo scorso novembre in Corea del Nord e condannato a 15 anni di lavori forzati con l’accusa di spionaggio.