mercoledì, febbraio 12, 2014
Sono riprese questa mattina a Homs le operazioni di evacuazione della popolazione civile, interrotte ieri a causa di “problemi logistici” secondo quanto reso noto dal governatore della provincia talal Barazi. Gli operatori della Mezzaluna Rossa hanno potuto distribuire cibo e aiuti e prevedono di scortare fuori dalla città, sotto assedio dell’esercito da quasi due anni, un altro gruppo di civili tra cui una ventina di cristiani del quartiere di Bustan al Diwan.  

Misna - Da venerdì scorso, in virtù di un accordo raggiunto tra il governo di Damasco e i rappresentanti della ribellione con la mediazione dell’Onu, circa 1200 civili sono stati evacuati dalla città, nel centro del paese, considerata uno degli epicentri della rivolta in atto dal 2011 contro il presidente Bashar al Assad. In base all’accordo, il cessate-il-fuoco per permettere il corridoio umanitario resterà in vigore tra le due parti fino alla mezzanotte di mercoledì.

Intanto a Ginevra, in Svizzera, i colloqui tra governo e opposizione ripresi ieri non mostrano segnali di progresso e anzi “sono votati al fallimento” secondo il ministro per la riconciliazione nazionale Ali Haidar, inviato del governo di Damasco che ha accusato “i padrini internazionali e la comunità internazionale di non aver assicurato le condizioni per una riuscita”. Haidar ha spiegato inoltre che il governo “ha accettato di partecipare agli incontri per rompere un blocco politico e diplomatico che dura da tre anni”.

Per ragioni opposte, anche il portavoce della Coalizione nazionale siriana (Cns), Louay Safi, ha parlato di stallo, dicendo che “è evidente che il regime ha acconsentito a partecipare all’incontro per guadagnare tempo e ritrovare legittimità agli occhi della Comunità internazionale”.


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