La scenografia del recital “Primo” tratta da alcune opere della pittrice marguttiana
Sarà l’attore Jacob Olesen, a proporre nelle sale teatrali italiane ed europee, il testo di Primo Levi adattato al progetto teatrale “Primo”.
Olesen, di origine svedese/danese, è presente sulle scene italiane da oltre 30 anni. L’abilità di parlare sei lingue (Italiano, Inglese, Tedesco, Danese e Svedese) gli ha dato la possibilità di recitare in tutta Europa, in Nord Africa, Sud America, Asia ecc, e in numerosi film e cortometraggi. In teatro ha presentato molti spettacoli di successo in cui oltre che attore protagonista o coprotagonista è stato anche autore e regista. Il cammino di “Primo” si snoderà anche attraverso la memoria della pittrice Eva Fischer ed a frammenti di quel diario tenuto segreto anche ai familiari, sino agli ultimi anni ’80.
Nata nel 1920 nella ex-Jugoslavia, ma di famiglia ungherese, dall’immediato dopoguerra Eva sale alla ribalta della cultura mitteleuropea ma allo stesso tempo italiana. Colorista ed oggi ultima rappresentante la scuola romana del dopoguerra, fra le sue tematiche restano celebri le personalizzazioni delle biciclette, i paesaggi mediterranei, i mercati rionali romani, ma anche quel diario celato per quasi 40 anni, con tutta la drammaticità del periodo delle deportazioni. La crudeltà nazista strappò ad Eva oltre trenta parenti tra i quali il padre Leopold, rabbino capo e grande talmudista.
Con la sua fertilissima attività esposta in ogni angolo del mondo – non ultimo lo Yad Vashem, il Museo dell’Olocausto di Gerusalemme – Eva funge da trait d’union tra alcune antiche nazioni europee, attraverso la storia dalla seconda guerra mondiale ad oggi. “Sempre pronta per una nuova esperienza” ha esclamato l’artista novantatreenne quando il produttore teatrale Enrico Carretta, le ha chiesto la possibilità di estrarre dei “brandelli” di ricordi dai suoi quadri.
Con la sua fertilissima attività esposta in ogni angolo del mondo – non ultimo lo Yad Vashem, il Museo dell’Olocausto di Gerusalemme – Eva funge da trait d’union tra alcune antiche nazioni europee, attraverso la storia dalla seconda guerra mondiale ad oggi. “Sempre pronta per una nuova esperienza” ha esclamato l’artista novantatreenne quando il produttore teatrale Enrico Carretta, le ha chiesto la possibilità di estrarre dei “brandelli” di ricordi dai suoi quadri.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.