giovedì, febbraio 13, 2014
Enrico Letta, game over: domani mattina l’ultimo Consiglio dei Ministri e nel pomeriggio le dimissioni nelle mani del capo dello Stato. Letta sì è rimesso alle decisioni della direzione del Pd che, a larga maggioranza, ha votato la mozione di Renzi. 

di Danilo Stefani 

“Vi chiedo di uscire dalla palude, tutti insieme”, con questa metafora il segretario del Pd ha chiuso la fase, durata dieci mesi, di Letta a Palazzo Chigi. Il partito ha votato, a larga maggioranza, per la necessità di cambiare passo e di andare oltre (solo 16 voti contrari). Tutti ringraziano Enrico per quanto fatto, ma la posizione presa dal Pd, che è frutto del decisionismo iniettato nel partito dal sindaco di Firenze, è risultata ineludibile e ineluttabile.

La prova di forza di Renzi, che ha compiuto un gesto di grande spregiudicatezza e allo stesso tempo di grande responsabilità, era da tempo nell’aria. A forza di bombardare o “pungolare” il governo, Renzi ha ora affondato il piccolo ammiraglio Letta e il suo esecutivo. L’ambizione, ammessa dallo stesso Renzi, si sposa con le necessità urgenti, quando non drammatiche, del Paese.

Ora c’è da chiedersi quali saranno le mosse di Berlusconi e Alfano - viste quelle scontate dei Grillini (il no perpetuo) - e degli altri partiti che più o meno entreranno nei giri di valzer dei patti, degli accordi e delle condizioni.

Renzi avrà svolto tutte le sue valutazioni. Avrà fatto dei lunghi sospironi quando si è trovato al bivio cui ha accennato oggi; il bivio verso la svolta o verso la strada “facile” e lenta, ma che conduce al solito pantano italiano.

Occorreva la svolta, e svolta c’è stata. Come dicevan tutti…è arrivato Renzi, ma la sua carriera politica comincia adesso, ed è un altro azzardo: vincere o bruciarsi. Auguri a lui e, soprattutto, all’Italia.


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