Lotta all’ultimo parcheggio tra le due piccole regine metropolitane
La piccola Smart a due posti, nome in codice “Fortwo”, è da anni l’auto prediletta di tanti automobilisti delle nostre città. Chi non l’aveva, si è affrettato ad acquistarla e chi aveva già un’auto grande di famiglia ha deciso di mettersene una in garage per destreggiarsi meglio nel caotico traffico cittadino. Sin dalla sua nascita, l’ormai lontano 1998, la piccola vettura è diventata di gran moda nelle grandi città. A Roma, in particolare, la moda si è trasformata in un vero e proprio fenomeno di massa. Secondo la Casa, la Capitale è infatti la città europea dove di gran lunga la Fortwo è più venduta. Sarà per il traffico insostenibile o per la mancanza cronica di posteggi, ma tant’è.
Oltre che per le dimensioni mini, però, la chiave del suo successo è da ricercare anche nell’immagine giovane e sbarazzina. Gli interni, anche se perfettibili nelle finiture, sono moderni ed originali. Ormai famose le due “orecchie” sopra al cruscotto che racchiudono orologio e contagiri. Inoltre, la carrozzeria è composta da pochi pezzi di materiale sintetico che all’occorrenza possono essere sostituiti. E non solo in caso di rottura a causa di piccoli tamponamenti. Molti hanno deciso di cambiarli con altri di colore diverso, trasformando così la propria Smart in una vettura nuova di volta in volta.
Inizialmente venduta con un piccolo motore a benzina a tre cilindri di 600cc, oggi dispone di un mille benzina (declinato in varie potenze) e di un piccolo turbodiesel da 800cc dai consumi bassissimi. Entrambi sempre a tre cilindri. Ma non manca anche una versione completamente elettrica, molto diffusa nelle amministrazioni pubbliche più sensibili alla riduzione delle emissioni.
Dispone inoltre di un cambio manuale robotizzato: ha il vantaggio di eliminare il pedale della frizione ma i cambi marcia risultano un po’ bruschi e poco confortevoli, soprattutto nell’uso cittadino. Anche se questo, evidentemente, non sembra aver influito molto sulle scelte degli automobilisti visto il successo riscosso nelle vendite. Da alcuni anni, però, il suo trono sta traballando a causa dell’arrivo di una temibilissima rivale: la Toyota iQ.
La grande Casa giapponese, nota nel mondo per l’eccellente affidabilità dei suoi modelli, non ha puntato solo sulla qualità per rendere la vita difficile alla Fortwo. Motore a tre cilindri (1000cc) dai bassi consumi, un “vero” cambio automatico che la Smart nemmeno si sogna, tenuta di strada da vettura “grande” e accessori di lusso. Per i più esigenti c’è persino un motore 1.3 da ben 100cv. E’ proprio la sensazione di qualità superiore a rendere diverse le due auto. Una qualità intesa a 360 gradi: al volante della iQ sembra infatti di trovarsi a bordo di una vettura di categoria superiore.
La sicurezza di guida, ad esempio, non è affatto diversa rispetto a quella di una più grande Yaris, tanto per rimanere in famiglia. Cosa che non si può dire della Smart che, seppur migliorata molto negli anni, richiede sempre una certa attenzione sul bagnato a causa della sua trazione posteriore, soprattutto su lastricato e sampietrini cittadini. Ma oltre ad essere una vettura sicura, ricca e rifinita con cura, la piccola Toyota ha anche un formidabile asso nella manica.
In meno di tre metri (2,99 per la precisione) gli ingegneri giapponesi sono riusciti a ricavare due piccoli posti supplementari oltre ai due classici anteriori. All’occorrenza, quindi, la iQ si trasforma in una comoda quattro posti. Meglio se quelli posteriori sono occupati da due bambini, certo, ma in ogni caso è un jolly su cui la nemica Smart non può contare. Un capolavoro di ingegneria. Mai nessuno, vedendola dall’esterno, potrebbe pensare di riuscire a far entrare quattro persone in una carrozzeria tanto piccola.
Ma la cosa più geniale è proprio aver mantenuto le dimensioni micro, tanto apprezzate dagli aficionados della Smart. I pochissimi centimetri in più di lunghezza rispetto alla Fortwo non compromettono affatto le qualità più apprezzate dagli automobilisti metropolitani: maneggevolezza super nel traffico, ma soprattutto possibilità di parcheggiare dove gli altri non possono. Una peculiarità riservata attualmente solo a Smart e iQ nel panorama automobilistico. Provare per credere.
Basta fermarsi a guardare per qualche minuto un posteggio libero di piccole dimensioni in città: appena una vettura tenta la “manovra impossibile”, immediatamente sopraggiunge una piccola Smart (o una iQ) pronta ad agguantare la preda. E l’automobilista “normale” non può far altro che ingranare la marcia e andarsene via deluso e anche un po’ arrabbiato, lasciando la “preda” al più forte. Insomma, la lotta al parcheggio in città è aperta: chi vincerà tra le due?
di Davide Bianchino
La piccola Smart a due posti, nome in codice “Fortwo”, è da anni l’auto prediletta di tanti automobilisti delle nostre città. Chi non l’aveva, si è affrettato ad acquistarla e chi aveva già un’auto grande di famiglia ha deciso di mettersene una in garage per destreggiarsi meglio nel caotico traffico cittadino. Sin dalla sua nascita, l’ormai lontano 1998, la piccola vettura è diventata di gran moda nelle grandi città. A Roma, in particolare, la moda si è trasformata in un vero e proprio fenomeno di massa. Secondo la Casa, la Capitale è infatti la città europea dove di gran lunga la Fortwo è più venduta. Sarà per il traffico insostenibile o per la mancanza cronica di posteggi, ma tant’è.
Oltre che per le dimensioni mini, però, la chiave del suo successo è da ricercare anche nell’immagine giovane e sbarazzina. Gli interni, anche se perfettibili nelle finiture, sono moderni ed originali. Ormai famose le due “orecchie” sopra al cruscotto che racchiudono orologio e contagiri. Inoltre, la carrozzeria è composta da pochi pezzi di materiale sintetico che all’occorrenza possono essere sostituiti. E non solo in caso di rottura a causa di piccoli tamponamenti. Molti hanno deciso di cambiarli con altri di colore diverso, trasformando così la propria Smart in una vettura nuova di volta in volta.
Inizialmente venduta con un piccolo motore a benzina a tre cilindri di 600cc, oggi dispone di un mille benzina (declinato in varie potenze) e di un piccolo turbodiesel da 800cc dai consumi bassissimi. Entrambi sempre a tre cilindri. Ma non manca anche una versione completamente elettrica, molto diffusa nelle amministrazioni pubbliche più sensibili alla riduzione delle emissioni.
Dispone inoltre di un cambio manuale robotizzato: ha il vantaggio di eliminare il pedale della frizione ma i cambi marcia risultano un po’ bruschi e poco confortevoli, soprattutto nell’uso cittadino. Anche se questo, evidentemente, non sembra aver influito molto sulle scelte degli automobilisti visto il successo riscosso nelle vendite. Da alcuni anni, però, il suo trono sta traballando a causa dell’arrivo di una temibilissima rivale: la Toyota iQ.
La grande Casa giapponese, nota nel mondo per l’eccellente affidabilità dei suoi modelli, non ha puntato solo sulla qualità per rendere la vita difficile alla Fortwo. Motore a tre cilindri (1000cc) dai bassi consumi, un “vero” cambio automatico che la Smart nemmeno si sogna, tenuta di strada da vettura “grande” e accessori di lusso. Per i più esigenti c’è persino un motore 1.3 da ben 100cv. E’ proprio la sensazione di qualità superiore a rendere diverse le due auto. Una qualità intesa a 360 gradi: al volante della iQ sembra infatti di trovarsi a bordo di una vettura di categoria superiore.
La sicurezza di guida, ad esempio, non è affatto diversa rispetto a quella di una più grande Yaris, tanto per rimanere in famiglia. Cosa che non si può dire della Smart che, seppur migliorata molto negli anni, richiede sempre una certa attenzione sul bagnato a causa della sua trazione posteriore, soprattutto su lastricato e sampietrini cittadini. Ma oltre ad essere una vettura sicura, ricca e rifinita con cura, la piccola Toyota ha anche un formidabile asso nella manica.
Ma la cosa più geniale è proprio aver mantenuto le dimensioni micro, tanto apprezzate dagli aficionados della Smart. I pochissimi centimetri in più di lunghezza rispetto alla Fortwo non compromettono affatto le qualità più apprezzate dagli automobilisti metropolitani: maneggevolezza super nel traffico, ma soprattutto possibilità di parcheggiare dove gli altri non possono. Una peculiarità riservata attualmente solo a Smart e iQ nel panorama automobilistico. Provare per credere.
Basta fermarsi a guardare per qualche minuto un posteggio libero di piccole dimensioni in città: appena una vettura tenta la “manovra impossibile”, immediatamente sopraggiunge una piccola Smart (o una iQ) pronta ad agguantare la preda. E l’automobilista “normale” non può far altro che ingranare la marcia e andarsene via deluso e anche un po’ arrabbiato, lasciando la “preda” al più forte. Insomma, la lotta al parcheggio in città è aperta: chi vincerà tra le due?
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