Proseguono gli scontri in Ucraina: secondo fonti dell'opposizione sarebbero almeno un centinaio i morti di questa mattina, ma le autorità locali parlano di 7 vittime.
Radio Vaticana - Il capo dell'amministrazione comunale di Kiev e facente funzione di sindaco, Makeienko, si è dimesso dal partito delle Regioni del presidente Ianukovich e ha detto di essere "disposto a fare qualunque cosa possibile per fermare il bagno di sangue e il fratricidio nel cuore dell'Ucraina". Il palazzo che ospita la sede del governo è stato evacuato per motivi di sicurezza. Oggi, in Ucraina è il giorno del lancio di misure eccezionali "antiterrorismo", secondo quanto annunciato dal Ministero della difesa, con il possibile intervento delle forze armate. Nato, Ue e Usa cercano di scongiurare l’intervento militare. I ministri degli Esteri europei sono in riunione straordinaria e si discute di possibili sanzioni. Londra ha convocato l'ambasciatore ucraino. Di tutt'altro avviso la Russia: il premier Medvedev ha dichiarato: non collaboreremo con un governo "zerbino", ma con autorità "legittime", "efficaci" e in grado di difendere "gli interessi dello Stato ucraino". Per sapere come la gente sta vivendo queste ore, Fausta Speranza ha raggiunto telefonicamente in Ucraina Danilo Eria, analista dell’Osservatorio per i Balcani: ascolta
R. – Qui, la gente veramente adesso teme per il peggio. Anche perché gli ultimissimi sviluppi fanno segnare un arretramento delle forze di sicurezza – cosa piuttosto strana, visto che nei giorni scorsi, ieri e l’altro ieri, erano riusciti a prendere quasi interamente la piazza. Si teme che possa essere una mossa per spianare la strada all’intervento dell’esercito. Ma, al di là del fatto se questa cosa sia plausibile o no, dà il segno di come la gente tema ormai per il peggio.
D. – Tra la gente, c’è la sensazione di un’Ucraina spaccata a metà?
R. – No, in realtà no. C’è, al contrario, la sensazione di una grande compattezza. Anche le province orientali, tradizionalmente filorusse, vicine al partito del presidente, al Partito delle regioni, stanno manifestando solidarietà nei confronti dei manifestanti. C’è la sensazione di uno scollamento forte con la classe dirigente, anche con i leader delle opposizioni.
D. – L’obiettivo è cacciare questa classe dirigente?
R. - Sì, cacciare questa classe dirigente. L’obiettivo principale è il presidente Yanukovich, sia nella persona del presidente sia anche come simbolo di un’intera classe dirigente altamente corrotta – a detta della popolazione, a detta della gente – e, ripeto, totalmente lontana dalla realtà del Paese.
D. – Danilo, tu sei in Ucraina da tempo: quali ti sembrano i problemi principali sulla pelle della gente?
R. - L’economia dell’Ucraina è veramente sull’orlo del default e stiamo vedendo la moneta locale perdere contro il dollaro e l’euro ogni giorno. Questo si traduce subito in una diminuzione della capacità del potere d’acquisto della gente, già scarsissimo.
D. – L’Ucraina è un Paese che da ex-Repubblica sovietica ha aperto al consumismo occidentale, pagando un caro prezzo in alcune generazioni. E' così?
R. – C’è stato un passaggio rapido all’economia di mercato, senza creare in realtà una rete di protezione per la gente che vive con stipendi molto bassi.
D. – Tu hai vissuto a Kiev le ore più calde e purtroppo anche più sanguinose: le scene più brutte che hai visto?
R. – Ci sono state tante scene brutte di violenza, che venivano proprio dalla pancia della gente. Però, voglio dire qui che si sono viste anche tante scene di grande solidarietà. Nelle retrovie della piazza, che era un vero e proprio campo di battaglia, un vero e proprio assembramento militare, c’era tanta solidarietà: c’erano le donne che cucinavano, le ragazze che passavano a distribuire il cibo alla gente, punti di assistenza sanitaria improvvisati…
D. – Danilo, dicci qualche frase che la gente ti rivolge? Cosa ti dice?
R. – La cosa ricorrente che mi sento ripetere è che l’Unione Europea si sbrighi, faccia qualcosa. Che i diplomatici, i capi di Stato europei, la smettano di parlare e agiscano immediatamente per fermare quello che è un bagno di sangue.
D. – La Nato e l’Unione Europea hanno preso posizione… Anche Obama ha detto: no a ingerenze militari… Però, dall’altra parte, c’è la Russia che parla di tentativo di colpo di Stato da parte della piazza, così come dice il premier ad interim ucraino…
R. – Indubbiamente, ci sono differenti letture di quello che sta succedendo ed è chiaro che le varie parti – in particolare penso alla Russia – cercano di vederla dall’altro lato e dipingere i manifestanti come terroristi che cercano di compiere un colpo di Stato. No c’è dubbio che ci siano violenti e facinorosi, chi cerca lo scontro tra i manifestanti, ma c’è gran parte della popolazione che chiede un cambio al vertice.
Radio Vaticana - Il capo dell'amministrazione comunale di Kiev e facente funzione di sindaco, Makeienko, si è dimesso dal partito delle Regioni del presidente Ianukovich e ha detto di essere "disposto a fare qualunque cosa possibile per fermare il bagno di sangue e il fratricidio nel cuore dell'Ucraina". Il palazzo che ospita la sede del governo è stato evacuato per motivi di sicurezza. Oggi, in Ucraina è il giorno del lancio di misure eccezionali "antiterrorismo", secondo quanto annunciato dal Ministero della difesa, con il possibile intervento delle forze armate. Nato, Ue e Usa cercano di scongiurare l’intervento militare. I ministri degli Esteri europei sono in riunione straordinaria e si discute di possibili sanzioni. Londra ha convocato l'ambasciatore ucraino. Di tutt'altro avviso la Russia: il premier Medvedev ha dichiarato: non collaboreremo con un governo "zerbino", ma con autorità "legittime", "efficaci" e in grado di difendere "gli interessi dello Stato ucraino". Per sapere come la gente sta vivendo queste ore, Fausta Speranza ha raggiunto telefonicamente in Ucraina Danilo Eria, analista dell’Osservatorio per i Balcani: ascolta
R. – Qui, la gente veramente adesso teme per il peggio. Anche perché gli ultimissimi sviluppi fanno segnare un arretramento delle forze di sicurezza – cosa piuttosto strana, visto che nei giorni scorsi, ieri e l’altro ieri, erano riusciti a prendere quasi interamente la piazza. Si teme che possa essere una mossa per spianare la strada all’intervento dell’esercito. Ma, al di là del fatto se questa cosa sia plausibile o no, dà il segno di come la gente tema ormai per il peggio.
D. – Tra la gente, c’è la sensazione di un’Ucraina spaccata a metà?
R. – No, in realtà no. C’è, al contrario, la sensazione di una grande compattezza. Anche le province orientali, tradizionalmente filorusse, vicine al partito del presidente, al Partito delle regioni, stanno manifestando solidarietà nei confronti dei manifestanti. C’è la sensazione di uno scollamento forte con la classe dirigente, anche con i leader delle opposizioni.
D. – L’obiettivo è cacciare questa classe dirigente?
R. - Sì, cacciare questa classe dirigente. L’obiettivo principale è il presidente Yanukovich, sia nella persona del presidente sia anche come simbolo di un’intera classe dirigente altamente corrotta – a detta della popolazione, a detta della gente – e, ripeto, totalmente lontana dalla realtà del Paese.
D. – Danilo, tu sei in Ucraina da tempo: quali ti sembrano i problemi principali sulla pelle della gente?
R. - L’economia dell’Ucraina è veramente sull’orlo del default e stiamo vedendo la moneta locale perdere contro il dollaro e l’euro ogni giorno. Questo si traduce subito in una diminuzione della capacità del potere d’acquisto della gente, già scarsissimo.
D. – L’Ucraina è un Paese che da ex-Repubblica sovietica ha aperto al consumismo occidentale, pagando un caro prezzo in alcune generazioni. E' così?
R. – C’è stato un passaggio rapido all’economia di mercato, senza creare in realtà una rete di protezione per la gente che vive con stipendi molto bassi.
D. – Tu hai vissuto a Kiev le ore più calde e purtroppo anche più sanguinose: le scene più brutte che hai visto?
R. – Ci sono state tante scene brutte di violenza, che venivano proprio dalla pancia della gente. Però, voglio dire qui che si sono viste anche tante scene di grande solidarietà. Nelle retrovie della piazza, che era un vero e proprio campo di battaglia, un vero e proprio assembramento militare, c’era tanta solidarietà: c’erano le donne che cucinavano, le ragazze che passavano a distribuire il cibo alla gente, punti di assistenza sanitaria improvvisati…
D. – Danilo, dicci qualche frase che la gente ti rivolge? Cosa ti dice?
R. – La cosa ricorrente che mi sento ripetere è che l’Unione Europea si sbrighi, faccia qualcosa. Che i diplomatici, i capi di Stato europei, la smettano di parlare e agiscano immediatamente per fermare quello che è un bagno di sangue.
D. – La Nato e l’Unione Europea hanno preso posizione… Anche Obama ha detto: no a ingerenze militari… Però, dall’altra parte, c’è la Russia che parla di tentativo di colpo di Stato da parte della piazza, così come dice il premier ad interim ucraino…
R. – Indubbiamente, ci sono differenti letture di quello che sta succedendo ed è chiaro che le varie parti – in particolare penso alla Russia – cercano di vederla dall’altro lato e dipingere i manifestanti come terroristi che cercano di compiere un colpo di Stato. No c’è dubbio che ci siano violenti e facinorosi, chi cerca lo scontro tra i manifestanti, ma c’è gran parte della popolazione che chiede un cambio al vertice.
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