venerdì, marzo 21, 2014
"Il nome di Renzi nel simbolo? Sbagliato, siamo un collettivo". 

"Il decreto allarga enormemente l'area della precarietà, è più grave dell'eliminazione dell'articolo 18, determinerà una diminuzione di posti di lavoro". Così Stefano Fassina, esponente della minoranza PD, intervenuto a Effetto Giorno, su Radio 24. "Le norme hanno bisogno di cambiamenti significativi, sia sull'apprendistato, sia sui contratti a termine. Per questi ultimi la durata è eccessiva e il numero delle proroghe massime è eccessivo. Sull'apprendistato l'eliminazione della formazione teorica e l'eliminazione della stabilizzazione di un numero minimo di lavoratori, rende davvero incomprensibile di agevolazioni contributive così consistenti, quindi su questi due punti proporremo a tutto il gruppo parlamentare del PD di intervenire".

Oggi il ministro Guidi ha detto che accanto alla flessibilità in entrata ci vuole più flessibilità in uscita. Cosa risponde? "Siamo di fronte alla ricetta liberista che ha dominato in questi anni con i risultati che conosciamo: si scarica sul costo del lavoro la ricerca della competitività, si deprime la domanda interna, non si conquistano mercati esteri perché per farlo bisogna fare investimenti e innovazione, non continuare a peggiorare le condizioni del lavoro. E' una ricetta fallimentare, che fa male ai lavoratori e alle imprese".

Matteo Ricci, vicepresidente del PD, ipotizza di mettere il nome di Renzi nel simbolo alle Europee. "E' sbagliato. Bersani aveva giustamente eliminato dal simbolo del PD il nome: siamo un partito, un collettivo, una linea politica. Di personalizzazione la politica ne ha già avuta troppa, con esiti negativi. Credo che sia un'idea davvero subalterna da respingere e credo che neanche Renzi sia interessato a una degenerazione personalistica di questo tipo".

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