Il tribunale speciale incaricato di giudicare Parvez Musharraf per l’accusa di tradimento ha spiccato oggi il mandato d’arresto per l’ex generale-presidente, da eseguire il 31 marzo se non si presenterà alle prossime udienze. A partire dalla prossima il 20 marzo.
Misna - La corte di tre membri guidati dal giudice Faisal Arab dell’Alta Corte della provincia del Sindh ha oggi avviato il giudizio e ascoltato le accuse di tradimento avanzate dalla procura. All’inizio dell’udienza, il capo del collegio di difesa, Anwar Mansoor, aveva chiesto ai giudici di consentire l’assenza dall’aula per l’ex uomo forte del paese dal 1999 al 2008, temendo che venisse arrestato. Per il legale, che aveva inutilmente cercato di fermare l’avvio oggi del dibattimento avanzando ragioni di salute per il suo assistito, occorrerebbe fermare il giudizio in attesa che vengano completati, in un arco di tempo tra sei e otto settimane, i controlli sul personale addetto alla sicurezza di Musharraf.
Mercoledì, infatti, erano circolate voci sulla possibilità che Musharraf fosse finito nel mirino di terroristi e che rischiasse un attentato letale. Dopo avere rinviato la prima udienza ad oggi, i giudici hanno ieri ascoltato un rapporto dei servizi segreti pachistani (Inter-services Intelligence, Isi) sulla minaccia.
Il procuratore capo ha contestato quella che ha definito “un tentativo di bloccare il procedimento giudiziario” e che l’assenza di Musharraf è ingiustificata. Ignorata anche la convinzione ribadita dai difensori che l’ordine degli arresti domiciliari per il caso in oggetto, decisi a dicembre, sarebbe irregolare. A confermare la tensione in aula e la volontà dei giudici di avviare il giudizio, il giudice Arab aveva ieri chiesto a Musharraf di apparire oggi davanti alla corte oppure il suo avvocato avrebbe rischiato l’arresto al suo posto.
L’ex generale, autore di un colpo di stato che nel 1999 costrinse alle dimissioni e all’esilio Nawaz Sharif, oggi di nuovo in carica come primo ministro, è accusato di tradimento per avere abrogato la Costituzione e avere incarcerato giudici della Corte suprema durante l’emergenza imposta sul paese nel novembre 2007 quando era ancora in carica come presidente.
Sebbene Musharraf goda ancora di molti rapporti personali con personalità in divisa e dei servizi di sicurezza, i procedimenti aperti contro l’ex generale sembrano segnalare una nuova era, di non ingerenza delle Forze armate e di maggiore controllo delle autorità civili in un paese gestito dai militari per oltre metà della sua storia.
Misna - La corte di tre membri guidati dal giudice Faisal Arab dell’Alta Corte della provincia del Sindh ha oggi avviato il giudizio e ascoltato le accuse di tradimento avanzate dalla procura. All’inizio dell’udienza, il capo del collegio di difesa, Anwar Mansoor, aveva chiesto ai giudici di consentire l’assenza dall’aula per l’ex uomo forte del paese dal 1999 al 2008, temendo che venisse arrestato. Per il legale, che aveva inutilmente cercato di fermare l’avvio oggi del dibattimento avanzando ragioni di salute per il suo assistito, occorrerebbe fermare il giudizio in attesa che vengano completati, in un arco di tempo tra sei e otto settimane, i controlli sul personale addetto alla sicurezza di Musharraf.
Mercoledì, infatti, erano circolate voci sulla possibilità che Musharraf fosse finito nel mirino di terroristi e che rischiasse un attentato letale. Dopo avere rinviato la prima udienza ad oggi, i giudici hanno ieri ascoltato un rapporto dei servizi segreti pachistani (Inter-services Intelligence, Isi) sulla minaccia.
Il procuratore capo ha contestato quella che ha definito “un tentativo di bloccare il procedimento giudiziario” e che l’assenza di Musharraf è ingiustificata. Ignorata anche la convinzione ribadita dai difensori che l’ordine degli arresti domiciliari per il caso in oggetto, decisi a dicembre, sarebbe irregolare. A confermare la tensione in aula e la volontà dei giudici di avviare il giudizio, il giudice Arab aveva ieri chiesto a Musharraf di apparire oggi davanti alla corte oppure il suo avvocato avrebbe rischiato l’arresto al suo posto.
L’ex generale, autore di un colpo di stato che nel 1999 costrinse alle dimissioni e all’esilio Nawaz Sharif, oggi di nuovo in carica come primo ministro, è accusato di tradimento per avere abrogato la Costituzione e avere incarcerato giudici della Corte suprema durante l’emergenza imposta sul paese nel novembre 2007 quando era ancora in carica come presidente.
Sebbene Musharraf goda ancora di molti rapporti personali con personalità in divisa e dei servizi di sicurezza, i procedimenti aperti contro l’ex generale sembrano segnalare una nuova era, di non ingerenza delle Forze armate e di maggiore controllo delle autorità civili in un paese gestito dai militari per oltre metà della sua storia.
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