martedì, marzo 04, 2014
Alta tensione fra Russia e Stati Uniti. Le giustificazioni di Putin per le azioni in Ucraina non ingannano nessuno, ha sostenuto il presidente americano Obama mentre il segretario di Stato Kerry, in visita a Kiev, ha affermato che Mosca cerca un pretesto per invadere altre parti dell’Ucraina. 

Radio Vaticana - La presa di posizione statunitense arriva dopo la conferenza stampa del capo del Cremlino. Intanto il ministero degli Esteri russo ha fatto sapere che Mosca risponderà a qualsiasi sanzione e in serata il ministero della Difesa russo, citato dall'agenzia Ria-Novosti, ha annunciato che Mosca ha effettuato un test di lancio di un missile intercontinentale (Icbm). Si tratta di vettori adatti a trasportare a lunghissimo raggio testate nucleari. Il servizio di Debora Donnini: ascolta

Si alzano i toni fra Mosca e Washington. La Russia risponderà ad ogni possibile sanzione, non necessariamente in modo simmetrico. La risposta russa arriva dopo una giornata fitta di interventi. In mattinata la conferenza stampa di Putin, la prima dalla fuga dell’ex-capo di stato ucraino Ianukovich da lui definito come il legittimo presidente che però non ha avvenire politico. Putin ha parlato di “una presa di potere con le armi”, per ora non c’è la necessità di inviare truppe in Ucraina ma – ha avvertito – la possibilità rimane e bisogna proteggere i russi presenti nel paese. La Russia comunque non ha intenzione di annettersi la Crimea. Infine ai leader occidentali che minacciano di boicottare il vertice del G8 a Sochi, ha detto: “nessuno è obbligato a partecipare”. Le giustificazioni di Putin per le azioni in Ucraina non ingannano nessuno - ha affermato successivamente Obama – e la Russia sta cercando con l'uso della forza di esercitare la propria influenza. Anche Il segretario di Stato americano Kerry ha criticato Mosca accusandola di cercare solo un pretesto per poter invadere altre parti dell'Ucraina. Oggi a Kiev Kerry ha incontrato il presidente ucraino ad interim e il premier e alla folla riunita in piazza Maidan ha promesso: “Vi aiuteremo”. Gli Usa hanno già annunciato un prestito garantito per 1 miliardo di dollari e stanno valutando sanzioni verso Mosca. Interviene anche il segretario generale della Nato, Rasmussen sostenendo che la Russia continua a violare l’integrità del territorio ucraino e, dunque, saranno intensificate le consultazioni. Da parte sua la Gazprom ha annunciato che a partire da aprile la Russia cancellerà lo sconto sul gas concesso a dicembre all'Ucraina. E a chiedere all’Occidente di intervenire con sanzioni verso Russia, in un’intervista a Sky Tg24, è stata la stessa ex-premier ucraina Iulia Tymoshenko. Intanto l'attuale premier ucraino, Iatseniuk, fa sapere che ci sono stati dei primi "timidi" contatti a livello di ministri tra Mosca e Kiev per risolvere la crisi politica in atto. Ma sul terreno c’è ancora tensione. L’agenzia Interfax riferisce che truppe russe hanno fatto irruzione in una struttura militare di difesa aerea ucraina vicino a Ievpatoria, nella Crimea occidentale.

Per sentire la voce della Chiesa nella crisi ucraina, Fausta Speranza ha intervistato padre Mykhaylo Dymyd dell'Università cattolica di Leopoli: ascolta

R. - Il popolo è molto calmo ma anche ansioso. In tutto il Paese ci sono tanti volontari che si offrono se necessario a difendere il Paese. Tutti sentono il bisogno di unità, unità che va oltre la lingua, la religione e le origini. Queste cose in Ucraina non sono mai state un problema. L’Ucraina è sempre stata un Paese con tante persone di origini diverse.

D. - In tutto questo, qual è la voce della Chiesa?

R. - Sul mio profilo Facebook tanta gente mi chiede: “Ma adesso che noi preghiamo insieme, forse possiamo anche raggiungere l’unità di tutte le Chiese in Ucraina”. La gente quindi ne risente di tutto questo. Oggi, un vescovo legato al Patriarcato di Mosca ha scritto chiaramente che noi dobbiamo dire che l’invasore è la Russia. Noi chiediamo quindi alla Russia di tornare nel proprio Paese perché noi possiamo farcela da soli. Lo stesso vescovo lo conferma e questo offre grande speranza, perché vuol dire che tutti noi cerchiamo la verità ed anche se è molto difficile la troviamo e la esprimiamo. Il Consiglio delle organizzazioni religiose di Kiev, dove ci sono rappresentanti della Chiesa greco cattolica, della Chiesa cattolica romana, di diverse confessioni ortodosse - ci sono tre grandi rami della Chiesa ortodossa in Ucraina - tutti hanno firmato un documento per chiedere all’esercito russo di lasciare l’Ucraina, perché l’Ucraina non ha bisogno di loro ma può farcela da sola. Io voglio ringraziare tutti quelli che nel mondo hanno pregato per la pace in Ucraina e questo aiuta il popolo ucraino a essere calmo in questa “tempesta” che sta vivendo. Volevo dire inoltre che il popolo ucraino confida nella sua grande fede in Dio.


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