Aereo scomparso: lotta contro il tempo per trovare la scatola nera. I parenti sperano ancora nel miracolo
Entro pochi giorni potrebbe scomparire il segnale che ne permette l’identificazione. Ministro australiano della Difesa: “Poche speranze che venga ritrovata". Intanto emerge una nuova versione delle ultime parole pronunciate dai piloti del volo MH370. I media cinesi invitano a essere “razionali” e a “pensare ai funerali”. Ma i familiari sperano ancora di ritrovarli in vita.
Kuala Lumpur (AsiaNews) - Le squadre internazionali di soccorso, impegnate nella ricerca dei resti del volo MH370 scomparso l'8 marzo scorso e (secondo la versione ufficiale) inabissatosi nell'oceano Indiano meridionale, lottano contro il tempo per ritrovare la "scatola nera". Entro pochi giorni potrebbe infatti smettere di lanciare il segnale e scomparire per sempre nelle profondità marine, lasciando senza risposte quello che è stato definito "il più grande mistero" dell'aviazione civile moderna. Un mezzo della marina australiana, con a bordo un particolare dispositivo fornito dagli Stati Uniti e specializzato nella localizzazione della scatola nera, è partito ieri da Perth; tuttavia, serviranno almeno tre giorni prima che possa raggiungere il luogo in cui sarebbe avvenuto l'inabissamento.
Il dispositivo elettronico di registrazione invia segnali per i successivi 30 giorni dall'incidente; gli esperti temono che possa ammutolirsi prima di venire individuato dai ricercatori, visto che il volo della Malaysian Airlines con a bordo 239 persone, partito da Kuala Lumpur e diretto a Pechino, è scomparso dai radar l'8 marzo. Il ministro australiano della Difesa David Johnston ammette che vi sono poche probabilità che venga recuperata.
Questa mattina dieci aerei e nove navi hanno ripreso le ricerche del velivolo, a poche ore di distanza dall'ultima rivelazione fornita dalle autorità dell'aviazione civile malaysiana, che hanno presentato una nuova versione delle ultime parole del pilota dell'aereo. Il comandante (o il suo vice, ancora non vi sono notizie certe) ha dichiarato "Good night Malaysian three seven zero" e non quanto riportato in precedenza, ovvero un più informale e anomalo "All right, good night". Poco dopo queste parole, il Boeing 777 ha interrotto le comunicazioni ed è svanito nel nulla.
Interrogato dalla stampa, il ministro malaysiano della Difesa e dei Trasporti Hishammuddin Hussein afferma che "non stiamo nascondendo nulla, ma stiamo solo seguendo le procedure fissate". Tuttavia, si moltiplicano le critiche per la gestione dell'emergenza da parte di Kuala Lumpur, in particolare dai parenti delle vittime cinesi, che accusano il governo di incompetenza o persino di coprire eventuali errori e responsabilità.
I media ufficiali cinesi invitano i familiari a "essere razionali" e a "pensare ai funerali dei propri cari che erano su quel volo". In un editoriale pubblicato sul China Daily, quotidiano statale in lingua inglese, si sostiene la tesi dello schianto nell'Oceano Indiano e che "nessuno è sopravvissuto". "Non dobbiamo permettere - si legge nel testo - che l'ira prevalga sui fatti e la razionalità", perché tutto questo "non aiuta". Parole in netto contrasto con le speranze ancora vive dei parenti e degli amici, di poter ritrovare ancora in vita i propri cari. "Ci basta chiudere gli occhi - racconta un uomo - per vedere i nostri cari laggiù, in cerca di aiuto, nella vana attesa che qualcuno li recuperi". Altri cominciano a credere sempre più a bizzarre teorie complottistiche, secondo cui l'aereo è stato sequestrato e i passeggeri tenuti in ostaggio. Intanto le compagnie di assicurazione hanno elaborato le prime stime dei danni da risarcire ai familiari: secondo quanto riferisce Standard & Poor's la somma dovrebbe aggirarsi attorno ai 450 milioni di dollari.
Il Boeing 777-200 con 239 persone a bordo, di cui 12 membri dell'equipaggio, è sparito l'8 marzo scorso mentre sorvolava il mare a sud del Vietnam. A bordo, secondo la lista passeggeri, soprattutto cinesi (153), 38 malesi, 12 indonesiani, ma anche australiani, europei e americani. La Malaysia Airlines è considerata una compagnia di ottima qualità, che poteva vantare quasi quattro decenni senza incidenti gravi: il peggiore risale al 1977, quando morirono 100 persone. Negli ultimi anni, l'azienda ha però iniziato a inanellare perdite di bilancio a causa della competizione portata dal settore delle compagnie low-cost, tra cui la connazionale Air Asia. Ogni giorno trasporta fino a 37mila passeggeri in 80 destinazioni nel mondo. Nei giorni scorsi ha fatto registrare un nuovo incidente, quando un velivolo - decollato a Kuala Lumpur e diretto a Seoul - ha compiuto un atterraggio di emergenza a Hong Kong per un guasto al generatore elettrico principale.
Kuala Lumpur (AsiaNews) - Le squadre internazionali di soccorso, impegnate nella ricerca dei resti del volo MH370 scomparso l'8 marzo scorso e (secondo la versione ufficiale) inabissatosi nell'oceano Indiano meridionale, lottano contro il tempo per ritrovare la "scatola nera". Entro pochi giorni potrebbe infatti smettere di lanciare il segnale e scomparire per sempre nelle profondità marine, lasciando senza risposte quello che è stato definito "il più grande mistero" dell'aviazione civile moderna. Un mezzo della marina australiana, con a bordo un particolare dispositivo fornito dagli Stati Uniti e specializzato nella localizzazione della scatola nera, è partito ieri da Perth; tuttavia, serviranno almeno tre giorni prima che possa raggiungere il luogo in cui sarebbe avvenuto l'inabissamento.
Il dispositivo elettronico di registrazione invia segnali per i successivi 30 giorni dall'incidente; gli esperti temono che possa ammutolirsi prima di venire individuato dai ricercatori, visto che il volo della Malaysian Airlines con a bordo 239 persone, partito da Kuala Lumpur e diretto a Pechino, è scomparso dai radar l'8 marzo. Il ministro australiano della Difesa David Johnston ammette che vi sono poche probabilità che venga recuperata.
Questa mattina dieci aerei e nove navi hanno ripreso le ricerche del velivolo, a poche ore di distanza dall'ultima rivelazione fornita dalle autorità dell'aviazione civile malaysiana, che hanno presentato una nuova versione delle ultime parole del pilota dell'aereo. Il comandante (o il suo vice, ancora non vi sono notizie certe) ha dichiarato "Good night Malaysian three seven zero" e non quanto riportato in precedenza, ovvero un più informale e anomalo "All right, good night". Poco dopo queste parole, il Boeing 777 ha interrotto le comunicazioni ed è svanito nel nulla.
Interrogato dalla stampa, il ministro malaysiano della Difesa e dei Trasporti Hishammuddin Hussein afferma che "non stiamo nascondendo nulla, ma stiamo solo seguendo le procedure fissate". Tuttavia, si moltiplicano le critiche per la gestione dell'emergenza da parte di Kuala Lumpur, in particolare dai parenti delle vittime cinesi, che accusano il governo di incompetenza o persino di coprire eventuali errori e responsabilità.
I media ufficiali cinesi invitano i familiari a "essere razionali" e a "pensare ai funerali dei propri cari che erano su quel volo". In un editoriale pubblicato sul China Daily, quotidiano statale in lingua inglese, si sostiene la tesi dello schianto nell'Oceano Indiano e che "nessuno è sopravvissuto". "Non dobbiamo permettere - si legge nel testo - che l'ira prevalga sui fatti e la razionalità", perché tutto questo "non aiuta". Parole in netto contrasto con le speranze ancora vive dei parenti e degli amici, di poter ritrovare ancora in vita i propri cari. "Ci basta chiudere gli occhi - racconta un uomo - per vedere i nostri cari laggiù, in cerca di aiuto, nella vana attesa che qualcuno li recuperi". Altri cominciano a credere sempre più a bizzarre teorie complottistiche, secondo cui l'aereo è stato sequestrato e i passeggeri tenuti in ostaggio. Intanto le compagnie di assicurazione hanno elaborato le prime stime dei danni da risarcire ai familiari: secondo quanto riferisce Standard & Poor's la somma dovrebbe aggirarsi attorno ai 450 milioni di dollari.
Il Boeing 777-200 con 239 persone a bordo, di cui 12 membri dell'equipaggio, è sparito l'8 marzo scorso mentre sorvolava il mare a sud del Vietnam. A bordo, secondo la lista passeggeri, soprattutto cinesi (153), 38 malesi, 12 indonesiani, ma anche australiani, europei e americani. La Malaysia Airlines è considerata una compagnia di ottima qualità, che poteva vantare quasi quattro decenni senza incidenti gravi: il peggiore risale al 1977, quando morirono 100 persone. Negli ultimi anni, l'azienda ha però iniziato a inanellare perdite di bilancio a causa della competizione portata dal settore delle compagnie low-cost, tra cui la connazionale Air Asia. Ogni giorno trasporta fino a 37mila passeggeri in 80 destinazioni nel mondo. Nei giorni scorsi ha fatto registrare un nuovo incidente, quando un velivolo - decollato a Kuala Lumpur e diretto a Seoul - ha compiuto un atterraggio di emergenza a Hong Kong per un guasto al generatore elettrico principale.
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