Secondo gli ultimi dati, nel 2013 solo il 43% degli italiani ha dichiarato di aver letto almeno un libro.
Radio Vaticana - Non sono dati confortanti, soprattutto per chi ha deciso di aprire una piccola libreria. Eppure, l’esperienza di Cristina Di Canio, proprietaria della libreria indipendente “Il mio libro” a Milano, intervistata da Alessia Carlozzo, insegna che il fenomeno come quello del “libro sospeso” sia un piccolo miracolo perfetto per celebrare la Giornata mondiale del libro: ascolta
R. – Vivo forse in un’isola felice, tutta lilla, in una zona non di passaggio, dove c’è una sorta di selezione naturale e dove passano persone che hanno davvero ancora voglia di leggere e leggono ben più di un libro al mese. Quindi, in realtà, credo che la voglia delle persone sia quella di trovarsi in un posto un po’ più umano, meno asettico, dove le persone ti conoscono, sanno che cosa può piacerti e cosa no e spendono per te magari quei cinque, dieci minuti del loro tempo anche solo per una chiacchierata. Ad esempio, nella mia libreria si punta tanto a questo: ci si chiama per nome. Il libro non è un prodotto qualsiasi: è fatto di storie, di emozioni, di sogni. Secondo me, non lo si può trattare allo stesso modo di altri prodotti. Quindi, il supermercato del libro ha senso per la comodità, ma si va a perdere – vedi poi con i dati che danno le statistiche – quello che è il vero significato dei libri e quello che ti possono dare.
D. – Nel panorama attuale, dove appunto solo il 43% degli italiani ha dichiarato nel 2013 di avere letto un libro, come nasce l’idea e il successo dell’iniziativa del "libro sospeso"?
R. – E’ stata una cosa assolutamente spontanea. Magari l’avessi studiata io a tavolino, perché secondo me è un’idea geniale, alla quale non sarei mai arrivata da sola. E proprio perché qui ti senti un po’ a casa, ti senti anche libero di proporre delle idee nuove e c’è un continuo scambio. E’ successo quindi a una presentazione – con tra l’altro un cliente visto per la prima volta – che è venuto, ha comprato il libro della presentazione e poi è andato a uno scaffale che io gestisco insieme a un comitato segreto, dove ci sono libri consigliati da leggere, e ha preso "David Golder" di Némirovsky. Quando però è venuto in cassa l’ha pagato dicendomi: “Lo lascio qui e domani lo regali a chi vuoi”. Gesto, secondo me, da folle. E poi mi ha detto: “Guarda, mi farebbe piacere che tu domani lo donassi a un tuo cliente; decidi tu”. Io ho lasciato scegliere al caso. Me l’ha lasciato come un caffè, che lasci pagato per qualcun altro. E quindi ho preso un post-it; ho usato il linguaggio di oggi, ossia il cancelletto, il famoso hashtag di Twitter, e ho scritto “libro sospeso”, perché effettivamente era una sorta di libro sospeso per qualcuno. E ho deciso, però, di far scegliere al destino. Mi sono detta: “La prima persona che entra in libreria, dopo la donazione, riceverà il libro”. E così è stato. La ragazza che l’ha ricevuto – tra l’altro mia cliente affezionata – ha poi a sua volta deciso di sospenderne un altro, perché è rimasta piacevolmente sorpresa dal dono di uno sconosciuto. Una catena di libri sospesi e lettori sconosciuti che si regalano romanzi è, secondo me, una delle cose più belle che possa succedere nelle librerie.
D. – Oggi, è la Giornata mondiale del libro, qual è il messaggio, come proprietaria di una piccola libreria, che senti di dare a chi ancora frequenta poco le librerie o si barrica dietro la scusa di non avere abbastanza tempo per la lettura?
R. – Il libro ti permette di viaggiare, di conoscere posti in poco tempo, perché come giustamente dicevi prima tu stiamo tutti a dire che non abbiamo tempo: “Devo fare altro, devo lavorare, non posso farcela”. Invece, il libro ti permette di viaggiare dove non puoi, di conoscere sensazioni ed emozioni che probabilmente durante la tua giornata non conosceresti e di conoscere persone. La libreria, infatti, è un luogo fisico, dove ci sono altri lettori che possono avere i tuoi gusti o meno, dove possono esserci degli scambi, dei confronti. Ad esempio, oggi, per la Giornata mondiale del libro, la mia libreria è diventata come le librerie di Barcellona: per ogni lettore che entra ed acquista un libro, viene donata una rosa rossa, proprio come ringraziamento.
Radio Vaticana - Non sono dati confortanti, soprattutto per chi ha deciso di aprire una piccola libreria. Eppure, l’esperienza di Cristina Di Canio, proprietaria della libreria indipendente “Il mio libro” a Milano, intervistata da Alessia Carlozzo, insegna che il fenomeno come quello del “libro sospeso” sia un piccolo miracolo perfetto per celebrare la Giornata mondiale del libro: ascolta
R. – Vivo forse in un’isola felice, tutta lilla, in una zona non di passaggio, dove c’è una sorta di selezione naturale e dove passano persone che hanno davvero ancora voglia di leggere e leggono ben più di un libro al mese. Quindi, in realtà, credo che la voglia delle persone sia quella di trovarsi in un posto un po’ più umano, meno asettico, dove le persone ti conoscono, sanno che cosa può piacerti e cosa no e spendono per te magari quei cinque, dieci minuti del loro tempo anche solo per una chiacchierata. Ad esempio, nella mia libreria si punta tanto a questo: ci si chiama per nome. Il libro non è un prodotto qualsiasi: è fatto di storie, di emozioni, di sogni. Secondo me, non lo si può trattare allo stesso modo di altri prodotti. Quindi, il supermercato del libro ha senso per la comodità, ma si va a perdere – vedi poi con i dati che danno le statistiche – quello che è il vero significato dei libri e quello che ti possono dare.
D. – Nel panorama attuale, dove appunto solo il 43% degli italiani ha dichiarato nel 2013 di avere letto un libro, come nasce l’idea e il successo dell’iniziativa del "libro sospeso"?
R. – E’ stata una cosa assolutamente spontanea. Magari l’avessi studiata io a tavolino, perché secondo me è un’idea geniale, alla quale non sarei mai arrivata da sola. E proprio perché qui ti senti un po’ a casa, ti senti anche libero di proporre delle idee nuove e c’è un continuo scambio. E’ successo quindi a una presentazione – con tra l’altro un cliente visto per la prima volta – che è venuto, ha comprato il libro della presentazione e poi è andato a uno scaffale che io gestisco insieme a un comitato segreto, dove ci sono libri consigliati da leggere, e ha preso "David Golder" di Némirovsky. Quando però è venuto in cassa l’ha pagato dicendomi: “Lo lascio qui e domani lo regali a chi vuoi”. Gesto, secondo me, da folle. E poi mi ha detto: “Guarda, mi farebbe piacere che tu domani lo donassi a un tuo cliente; decidi tu”. Io ho lasciato scegliere al caso. Me l’ha lasciato come un caffè, che lasci pagato per qualcun altro. E quindi ho preso un post-it; ho usato il linguaggio di oggi, ossia il cancelletto, il famoso hashtag di Twitter, e ho scritto “libro sospeso”, perché effettivamente era una sorta di libro sospeso per qualcuno. E ho deciso, però, di far scegliere al destino. Mi sono detta: “La prima persona che entra in libreria, dopo la donazione, riceverà il libro”. E così è stato. La ragazza che l’ha ricevuto – tra l’altro mia cliente affezionata – ha poi a sua volta deciso di sospenderne un altro, perché è rimasta piacevolmente sorpresa dal dono di uno sconosciuto. Una catena di libri sospesi e lettori sconosciuti che si regalano romanzi è, secondo me, una delle cose più belle che possa succedere nelle librerie.
D. – Oggi, è la Giornata mondiale del libro, qual è il messaggio, come proprietaria di una piccola libreria, che senti di dare a chi ancora frequenta poco le librerie o si barrica dietro la scusa di non avere abbastanza tempo per la lettura?
R. – Il libro ti permette di viaggiare, di conoscere posti in poco tempo, perché come giustamente dicevi prima tu stiamo tutti a dire che non abbiamo tempo: “Devo fare altro, devo lavorare, non posso farcela”. Invece, il libro ti permette di viaggiare dove non puoi, di conoscere sensazioni ed emozioni che probabilmente durante la tua giornata non conosceresti e di conoscere persone. La libreria, infatti, è un luogo fisico, dove ci sono altri lettori che possono avere i tuoi gusti o meno, dove possono esserci degli scambi, dei confronti. Ad esempio, oggi, per la Giornata mondiale del libro, la mia libreria è diventata come le librerie di Barcellona: per ogni lettore che entra ed acquista un libro, viene donata una rosa rossa, proprio come ringraziamento.
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