La devozione popolare da tempo li considerava santi e stamani la Chiesa ha riconosciuto la santità di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II, il papa della docilità allo Spirito e il papa della famiglia così come Francesco ha definito i due predecessori nel corso dell’omelia per la canonizzazione.
di Elisabetta Lo Iacono
Una giornata storica, non solo per la santificazione contemporanea di due papi ma soprattutto per la presenza di due pontefici, il regnante Francesco e l’emerito Benedetto XVI che ha preso parte alla cerimonia tra i cardinali concelebranti, accolto al suo ingresso da un lungo applauso della piazza.
Ottocentomila i pellegrini presenti a Roma per seguire la cerimonia, dei quali cinquecentomila nelle piazze san Pietro e Pio XII, in via della Conciliazione e nelle aree immediatamente attigue. Una festa della fede per l’elevazione all’onore degli altari di due pontefici che hanno lasciato un segno profondo nella storia della Chiesa: il papa “buono” che ha voluto il Concilio Vaticano II e il papa che ha regnato per oltre un quarto di secolo, combattendo i regimi totalitari e aprendo anche una nuova era nel rapporto tra la gente e il successore di Pietro. Due pontefici e, prima ancora, due uomini fortemente amati e destinatari di una radicata devozione, già nel corso della loro vita.
Il rito della canonizzazione è avvenuto all’inizio della celebrazione quando il cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le cause dei santi, ha letto a papa Francesco la formula di rito – la cosiddetta petitio – ripetuta tre volte come avviene in occasione delle canonizzazioni così da enfatizzare la rilevanza di questo momento per la vita della Chiesa.
A conclusione la formula recitata da papa Francesco per sottolineare come con questo rito “dichiariamo e definiamo santi i beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, li iscriviamo nell’Albo dei santi e stabiliamo che in tutta la Chiesa essi siano devotamente onorati tra i santi”. Da oggi, dunque, la Chiesa universale li potrà ufficialmente venerare come santi, quei due papi che “hanno avuto il coraggio di guardare le ferite di Gesù, di toccare le sue mani piagate e il suo costato trafitto - ha detto papa Francesco nel corso dell’omelia facendo riferimento al Vangelo del giorno - perché in ogni persona sofferente vedevano Gesù”.
Papa Francesco ha sottolineato come questi due pontefici siano stati coraggiosi, offrendo al mondo una chiara e proficua testimonianza come sacerdoti, vescovi e papi del XX secolo di cui hanno conosciuto le tragedie senza finirne sopraffatti. “Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II - ha detto il papa - hanno collaborato con lo Spirito Santo per ripristinare e aggiornare la Chiesa secondo la sua fisionomia originaria, la fisionomia che le hanno dato i santi nel corso dei secoli. Non dimentichiamo che sono proprio i santi che mandano avanti e fanno crescere la Chiesa”.
Con un particolare riferimento alla grande intuizione di papa Roncalli di indire il nuovo Concilio vaticano, decisione nella quale “ha dimostrato una delicata docilità allo Spirito Santo, si è lasciato condurre ed è stato per la Chiesa un pastore, una guida-guidata, guidata dallo Spirito. Questo è stato il suo grande servizio alla Chiesa; per questo a me piace pensarlo come il papa della docilità allo Spirito Santo”. E quindi san Wojtyla che “in questo servizio al popolo di Dio – ha aggiunto il pontefice nell’omelia - è stato il papa della famiglia. Così lui stesso, una volta, disse che avrebbe voluto essere ricordato, come il papa della famiglia. Mi piace sottolinearlo mentre stiamo vivendo un cammino sinodale sulla famiglia e con le famiglie, un cammino che sicuramente dal Cielo lui accompagna e sostiene.
Il consueto bagno di folla di papa Francesco nella piazza, in via della Conciliazione e, inaspettatamente, in via Santo Spirito in Sassia ha concluso l’incontro ma la festa proseguirà per tutto il giorno: l’entusiasmo dei pellegrini arrivati a Roma con bandiere, striscioni e tanta riconoscenza verso i due santi e verso la Chiesa che tali li ha riconosciuti, animerà ancora per ore le strade della città e in particolare San Pietro. La basilica rimarrà aperta sino alle 22 di questa sera per consentire ai fedeli di soffermarsi in preghiera dinanzi alle tombe di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, i due nuovi santi della Chiesa universale.
di Elisabetta Lo Iacono
Una giornata storica, non solo per la santificazione contemporanea di due papi ma soprattutto per la presenza di due pontefici, il regnante Francesco e l’emerito Benedetto XVI che ha preso parte alla cerimonia tra i cardinali concelebranti, accolto al suo ingresso da un lungo applauso della piazza.
Ottocentomila i pellegrini presenti a Roma per seguire la cerimonia, dei quali cinquecentomila nelle piazze san Pietro e Pio XII, in via della Conciliazione e nelle aree immediatamente attigue. Una festa della fede per l’elevazione all’onore degli altari di due pontefici che hanno lasciato un segno profondo nella storia della Chiesa: il papa “buono” che ha voluto il Concilio Vaticano II e il papa che ha regnato per oltre un quarto di secolo, combattendo i regimi totalitari e aprendo anche una nuova era nel rapporto tra la gente e il successore di Pietro. Due pontefici e, prima ancora, due uomini fortemente amati e destinatari di una radicata devozione, già nel corso della loro vita.
Il rito della canonizzazione è avvenuto all’inizio della celebrazione quando il cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le cause dei santi, ha letto a papa Francesco la formula di rito – la cosiddetta petitio – ripetuta tre volte come avviene in occasione delle canonizzazioni così da enfatizzare la rilevanza di questo momento per la vita della Chiesa.
A conclusione la formula recitata da papa Francesco per sottolineare come con questo rito “dichiariamo e definiamo santi i beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, li iscriviamo nell’Albo dei santi e stabiliamo che in tutta la Chiesa essi siano devotamente onorati tra i santi”. Da oggi, dunque, la Chiesa universale li potrà ufficialmente venerare come santi, quei due papi che “hanno avuto il coraggio di guardare le ferite di Gesù, di toccare le sue mani piagate e il suo costato trafitto - ha detto papa Francesco nel corso dell’omelia facendo riferimento al Vangelo del giorno - perché in ogni persona sofferente vedevano Gesù”.
Papa Francesco ha sottolineato come questi due pontefici siano stati coraggiosi, offrendo al mondo una chiara e proficua testimonianza come sacerdoti, vescovi e papi del XX secolo di cui hanno conosciuto le tragedie senza finirne sopraffatti. “Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II - ha detto il papa - hanno collaborato con lo Spirito Santo per ripristinare e aggiornare la Chiesa secondo la sua fisionomia originaria, la fisionomia che le hanno dato i santi nel corso dei secoli. Non dimentichiamo che sono proprio i santi che mandano avanti e fanno crescere la Chiesa”.
Con un particolare riferimento alla grande intuizione di papa Roncalli di indire il nuovo Concilio vaticano, decisione nella quale “ha dimostrato una delicata docilità allo Spirito Santo, si è lasciato condurre ed è stato per la Chiesa un pastore, una guida-guidata, guidata dallo Spirito. Questo è stato il suo grande servizio alla Chiesa; per questo a me piace pensarlo come il papa della docilità allo Spirito Santo”. E quindi san Wojtyla che “in questo servizio al popolo di Dio – ha aggiunto il pontefice nell’omelia - è stato il papa della famiglia. Così lui stesso, una volta, disse che avrebbe voluto essere ricordato, come il papa della famiglia. Mi piace sottolinearlo mentre stiamo vivendo un cammino sinodale sulla famiglia e con le famiglie, un cammino che sicuramente dal Cielo lui accompagna e sostiene.
Il consueto bagno di folla di papa Francesco nella piazza, in via della Conciliazione e, inaspettatamente, in via Santo Spirito in Sassia ha concluso l’incontro ma la festa proseguirà per tutto il giorno: l’entusiasmo dei pellegrini arrivati a Roma con bandiere, striscioni e tanta riconoscenza verso i due santi e verso la Chiesa che tali li ha riconosciuti, animerà ancora per ore le strade della città e in particolare San Pietro. La basilica rimarrà aperta sino alle 22 di questa sera per consentire ai fedeli di soffermarsi in preghiera dinanzi alle tombe di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, i due nuovi santi della Chiesa universale.
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