Tensione alle stelle tra Stati Uniti e Russia sulla situazione in Ucraina
Dopo aver reso note le preoccupazioni della Casa Bianca su una possibile escalation della crisi ucraina ("è precipitata"), il portavoce Jay Carney ha anche precisato che l'uso della forza non è auspicabile, ma il governo di Kiev doveva rispondere alle «provocazioni» degli insorti filo-russi nella parte orientale dell’ex repubblica sovietica, alludendo al blitz dell'aeroporto militare di Kramatotsk. Kathleen Doherty, vice-capo missione dell'ambasciata Usa in Italia, ha detto che le azioni della Russia nell'Ucraina orientale "sono un tentativo illegale e illegittimo di destabilizzare uno stato sovrano creando una crisi artificiosa".
La telefonata avvenuta ieri tra il presidente americano, Barack Obama, e il collega russo, Vladimir Putin, per cercare di sciogliere il 'gelo' non ha portato a nessun risultato. Obama ha sottolineato «l’importanza» del ritiro da parte della Russia delle truppe ai confini dell’Ucraina per calmare le tensioni, di contro Putin ha definito le accuse di ingerenza di Mosca nell’est del Paese «speculazioni basate su informazioni infondate». Il presidente Usa ha chiesto al suo omologo Putin di usare la sua influenza sui gruppi filorussi per convincerli ad abbandonare gli edifici pubblici di cui hanno preso il controllo negli ultimi due giorni.
L'Ucraina ha domandato l’intervento dei caschi blu Onu, e cercato di trovare una sponda nella Nato, la quale però ha escluso la possibilità di un intervento militare. Il segretario generale Anders Fogh Rasmussen ha ribadito «la forte preoccupazione» della Nato, e rivolto un invito a Mosca, affermando che «la Russia dovrebbe smettere di essere parte del problema e dovrebbe invece cominciare ad essere parte della soluzione».
Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti da Lussemburgo ha precisato che: «La posizione dell’Italia, pur nella fermezza e nella condanna delle azioni che non possono essere condivisibili, è comunque quella di non chiudere spiragli di dialogo». E conclude: «l’escalation della tensione è stata molto forte rispetto a passaggi positivi che avevo visto nei colloqui Nato-Russia» e «di fatto ha congelato la possibilità di operazioni congiunte che erano assolutamente interessanti».
Dopo aver reso note le preoccupazioni della Casa Bianca su una possibile escalation della crisi ucraina ("è precipitata"), il portavoce Jay Carney ha anche precisato che l'uso della forza non è auspicabile, ma il governo di Kiev doveva rispondere alle «provocazioni» degli insorti filo-russi nella parte orientale dell’ex repubblica sovietica, alludendo al blitz dell'aeroporto militare di Kramatotsk. Kathleen Doherty, vice-capo missione dell'ambasciata Usa in Italia, ha detto che le azioni della Russia nell'Ucraina orientale "sono un tentativo illegale e illegittimo di destabilizzare uno stato sovrano creando una crisi artificiosa".
La telefonata avvenuta ieri tra il presidente americano, Barack Obama, e il collega russo, Vladimir Putin, per cercare di sciogliere il 'gelo' non ha portato a nessun risultato. Obama ha sottolineato «l’importanza» del ritiro da parte della Russia delle truppe ai confini dell’Ucraina per calmare le tensioni, di contro Putin ha definito le accuse di ingerenza di Mosca nell’est del Paese «speculazioni basate su informazioni infondate». Il presidente Usa ha chiesto al suo omologo Putin di usare la sua influenza sui gruppi filorussi per convincerli ad abbandonare gli edifici pubblici di cui hanno preso il controllo negli ultimi due giorni.
L'Ucraina ha domandato l’intervento dei caschi blu Onu, e cercato di trovare una sponda nella Nato, la quale però ha escluso la possibilità di un intervento militare. Il segretario generale Anders Fogh Rasmussen ha ribadito «la forte preoccupazione» della Nato, e rivolto un invito a Mosca, affermando che «la Russia dovrebbe smettere di essere parte del problema e dovrebbe invece cominciare ad essere parte della soluzione».
Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti da Lussemburgo ha precisato che: «La posizione dell’Italia, pur nella fermezza e nella condanna delle azioni che non possono essere condivisibili, è comunque quella di non chiudere spiragli di dialogo». E conclude: «l’escalation della tensione è stata molto forte rispetto a passaggi positivi che avevo visto nei colloqui Nato-Russia» e «di fatto ha congelato la possibilità di operazioni congiunte che erano assolutamente interessanti».
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