mercoledì, aprile 16, 2014
È quotidiana la constatazione che c’è grandissima confusione riguardo cosa sia l’omeopatia, che cosa caratterizzi il medico omeopata, cosa si deve aspettare un paziente che chiede di essere curato da un medico omeopata.

InformaSalus - Molte volte il paziente non sa a che tipo di visita andrà incontro: difficilmente si aspetta una visita caratterizzata da un colloquio lungo e approfondito, pensa spesso di dover essere sottoposto a indagini strumentali particolari, non sa se la visita medica classica debba rientrare nelle prestazioni che il medico omeopata gli fornirà, se deve portare con sé analisi o test che fanno parte della sua storia clinica. Tra le tante domande che si fa chi decide di consultare un medico omeopata, due sono quelle più ricorrenti: fa parte del necessario bagaglio dell’omeopata una posizione sempre e comunque contraria alle vaccinazioni? Ma è vero che se si fa una cura omeopatica non si possono prendere altri farmaci?

Queste confusioni e incertezze non si verificano solo in Italia, ma anche nel resto d’Europa, tanto che l’Associazione Europea che raggruppa i medici omeopati, l’ECH, ha sentito la necessità di promuovere un processo di standardizzazione dal titolo European Standard for Service Provisions of Medical Doctors with additional Qualification in Homeopathy. Il CEN, Comité Europèen de Normalization, uno dei tre organismi di standar- dizzazione riconosciuti a livello europeo (un altro è l’ISO, che tutti certamente avete sentito nominare) ha avviato un progetto che porti nel giro di tre anni alla stesura di un documento condiviso che definisca le caratteristiche delle prestazioni offerte da un medico con una qualificazione in omeopatia.

In diversi paesi europei praticano legalmente omeopati che non sono medici; a seconda delle diverse regolamentazioni, devono frequentare determinati corsi e possono avere limitazioni nella loro attività, perchè non hanno le competenze per prendere in carico dei malati. In Italia non abbiamo questo problema: l’omeopatia è praticabile solo da parte dei medici, già dal 2002 la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri, la FNOMCeO, ha sancito che l’omeopatia è un atto medico, e comunque il progetto di standardizzazione si occupa solo delle caratteristiche che deve presentare l’attivita del MEDICO omeopata.

Proprio perchè medico, l’omeopata si preoccuperà in primo luogo che il paziente riceva una precisa diagnosi. Ci sono patologie che per sè stesse richiedono approcci terapeutici diversi, chirurgici o di medicina convenzionale; ad esempio, di fronte a una diagnosi di diabete insulinodipendente la terapia insulinica sarà inevitabile, come di fronte a certi traumi sarà assolutamente indicato un trattamento chirurgico specifico.

Di fatto, molto spesso il paziente arriva dal medico omeopata dopo essere stato già visitato da specialisti, aver fatto accertamenti di vario genere e aver affrontato altre terapie. In questi casi l’omeopata potrà tagliare tutta quella parte di visita, dando per scontato quanto già fatto e da qui può nascere la convinzione che l’omeopata non si interessi dei dati strumentali e clinici, cosa assolutamente non vera. Questo si riferisce a pazienti che chiedono una visita omeopatica per una problematica cronica, e questo rappresenta la maggior parte del lavoro dell’omeopata. Ci sono anche situazioni acute, che insorgono in pazienti già in trattamento o che sono esse stesse motivo di consultazione. In questi casi l’andamento clinico, i dati strumentali diagnostici, Rx, TAC RMN, esami di laboratorio, ecc saranno fondamentali per valutare l’andamento della cura e stabilire se al trattamento omeopatico si dovrà affiancare anche qualche altro provvedimento.

Il medico omeopata non è „contro“ la medicina convenzionale, non è „contro“ gli antibiotici o altre terapie. Il suo approccio tende a risolvere i problemi del paziente con una visione diversa della salute e della malattia e con uno strumento, il medicinale omeopatico, meno tossico e più fisiologico; proprio perchè medico, l’omeopata farà ricorso a tutto quello che sarà necessario per il bene del suo paziente.


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