sabato, aprile 19, 2014
La NASA ha annunciato una scoperta che potrebbe rivelarsi di enorme importanza: il telescopio spaziale Kepler ha infatti individuato un pianeta con dimensioni simili alla Terra, situato nella cosiddetta “zona abitabile”. 

HDblog - Questa zona individua una particolare distanza, tra un pianeta e la stella intorno a cui orbita, tale da consentire la presenza di acqua in forma liquida, considerata una condizione necessaria a sostenere forme di vita. Il pianeta è stato denominato Kepler-186f, ed è situato a circa 490 anni luce dal nostro pianeta, nella costellazione del Cigno. La stella intorno a cui orbita, Kepler-186, è una nana rossa, con dimensioni pari a circa la metà del nostro Sole. Il sistema è composto da cinque pianeti in totale: Kepler-186f è quello situato nella posizione più esterna, ed orbita a circa 52.4 milioni di chilometri di distanza dalla sua stella
.
Tom Barclay, Kepler scientist and co-author of the new exoplanet research, ha dichiarato:

Una delle cose che stiamo cercando è un pianeta “gemello” della Terra, con dimensioni simili al nostro pianeta e posto all’interno della zona abitabile, in un sistema con una stella simile al Sole. Kepler-186f è un pianeta dalle dimensioni simili alla Terra e situato nella zona abitabile, in un sistema con una stella più fredda. Non è quindi un gemello della Terra, ma è forse un “cugino”. Possiede caratteristiche simili, ma un “genitore” differente.

La Terra orbita intorno al Sole, ad una distanza media di 150 milioni di chilometri. Come ha spiegato Barclay, il Sole è una stella più grande e più calda (ci fornisce circa il triplo del calore che riceve Kepler-186f), rispetto a Kepler-186, e questo significa che la zona abitabile, nel sistema solare, è più lontana, se paragonata a quella del sistema dove è situato Kepler-186f.

In passato sono stati scoperti altri pianeti, di varie dimensioni, all’interno della zona abitabile del proprio sistema. Kepler-186f, tuttavia, è molto più particolare, perché è il primo con dimensioni così simili a quelle della Terra. Geoff Marcy, un astronomo alla University of California, Berkeley, ha aggiunto:

Si tratta di una scoperta storica: è il primo pianeta realmente paragonabile alla Terra, per dimensioni, a trovarsi nella zona abitabile. E’ la condizione migliore mai riscontrata per un pianeta posto all’interno della zona abitabile.

Si stima che il raggio di Kepler-186f sia pari a 1,1 volte quello della Terra, con una massa lievemente superiore: le dimensioni, quindi, sarebbero leggermente maggiori, ma comunque estremamente simili. Il pianeta compie un’orbita completa, intorno alla sua stella, in 130 giorni, e potrebbe avere una composizione rocciosa, proprio come la Terra. I ricercatori non sono attualmente in grado di determinare gli elementi presenti nell’atmosfera, un dato molto importante per determinare la possibile presenza di forme di vita.

Elisa Quintana, del SETI Institute and NASA’s Ames Research Center, nonché una delle principali autrici dello studio, ha commentato:

Quello che abbiamo imparato, solo negli ultimi anni, è che avviene una transizione ben precisa, per pianeti con raggio pari a circa 1,5-2 volte quello della Terra. I pianeti di queste dimensioni cominciano ad essere sufficientemente massicci da accumulare un’atmosfera molto spessa, composta da idrogeno ed elio. Questo fenomeno inizia a farli sembrare più simili ai giganti gassosi del nostro sistema solare, piuttosto che a qualcosa che definiremmo “terrestre”.

Kepler-186f si trova al limite della fascia abitabile, e questo significa che l’acqua presente sulla superficie del pianeta, in forma liquida, potrebbe ghiacciare (se, invece, si fosse trovato molto vicino all’altro “capo” della zona, quindi in posizione molto interna, si sarebbe potuto ipotizzare un fenomeno contrario, ovvero l’evaporazione dell’acqua). A contribuire a mantenere l’acqua in forma liquida potrebbero essere le dimensioni del pianeta: la sua massa, leggermente superiore a quella della Terra, potrebbe aver determinato la presenza di un’atmosfera più spessa. Questo fattore potrebbe “isolare” il pianeta, mantenendo l’acqua in forma liquida.


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