Mustafa Hashim si difende dalle accuse di violenza contro le minoranze presenti sul territorio, afferma che nessuna minoranza etnica o religiosa ha subito violenze. "E' il regime che usa armi chimiche contro di loro".
Damasco (AsiaNews) - Il comandante del Fronte di liberazione siriana di Latakia, Mustafa Hashim, si difende dalle accuse di violenza contro le comunità armene presenti nel territorio: "Rispettiamo la moralità dell'islam, li proteggiamo". Il militare sottolinea che per difendere gli appartenenti delle comunità dai bombardamenti del regime, essi sono stati trasferiti in strutture protette, e poi spostati nei campi profughi all'interno dei confini turchi.
Dopo l'arrivo delle forze dell'opposizione siriana nelle regioni della costa, molti rapporti pubblicati da diversi media occidentali hanno denunciato violenze commesse dai ribelli contro i civili armeni. Questi rapporti si sono focalizzati sul potenziale pericolo che corrono centinaia di armeni residenti nella città di Kassab, una delle prime città conquistate dal Fronte di Liberazione siriano.
Secondo Hashim, sulla Rete sono stati pubblicati diversi video che riprendono numerose chiese armene intatte, e altri che dimostrano che i civili armeni sono stati scortati fino ai confini turchi.
Inoltre, il comandante nega qualsiasi tipo di violenza sostenendo che tutte le operazioni militari, da loro effettuate, hanno rispettato le leggi internazionali; egli ha poi sottolineato che il regime dall'inizio della guerra usa aerei da guerra e armi chimiche.
Egli conclude ricordando che "il fronte siriano continua a rispettare lo slogan della rivoluzione. Il popolo siriano è uno, e il Fronte di liberazione non ha mai avuto cattive intenzioni contro nessun gruppo etnico o religioso presente sul territorio. Al contrario del regime che continua a lavorare per promuovere l'esistenza di una guerra contro alcune minoranze, in particolare contro la comunità alawita".
Damasco (AsiaNews) - Il comandante del Fronte di liberazione siriana di Latakia, Mustafa Hashim, si difende dalle accuse di violenza contro le comunità armene presenti nel territorio: "Rispettiamo la moralità dell'islam, li proteggiamo". Il militare sottolinea che per difendere gli appartenenti delle comunità dai bombardamenti del regime, essi sono stati trasferiti in strutture protette, e poi spostati nei campi profughi all'interno dei confini turchi.
Dopo l'arrivo delle forze dell'opposizione siriana nelle regioni della costa, molti rapporti pubblicati da diversi media occidentali hanno denunciato violenze commesse dai ribelli contro i civili armeni. Questi rapporti si sono focalizzati sul potenziale pericolo che corrono centinaia di armeni residenti nella città di Kassab, una delle prime città conquistate dal Fronte di Liberazione siriano.
Secondo Hashim, sulla Rete sono stati pubblicati diversi video che riprendono numerose chiese armene intatte, e altri che dimostrano che i civili armeni sono stati scortati fino ai confini turchi.
Inoltre, il comandante nega qualsiasi tipo di violenza sostenendo che tutte le operazioni militari, da loro effettuate, hanno rispettato le leggi internazionali; egli ha poi sottolineato che il regime dall'inizio della guerra usa aerei da guerra e armi chimiche.
Egli conclude ricordando che "il fronte siriano continua a rispettare lo slogan della rivoluzione. Il popolo siriano è uno, e il Fronte di liberazione non ha mai avuto cattive intenzioni contro nessun gruppo etnico o religioso presente sul territorio. Al contrario del regime che continua a lavorare per promuovere l'esistenza di una guerra contro alcune minoranze, in particolare contro la comunità alawita".
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Sono presenti 2 commenti
Fino ad ora chi ha usato armi chimiche sono stai i ribelli, su popolazione civile! Terroristi!!! Nessuno li condidera liberatori! Hanno portato estremisti ds tutto il mondo all interno dei confini siriani.
L'unico terrorista e' il regime di Assad insieme all'Iran , Hezbollah e Russia che li arma .Nel 2011 in Siria non vi erano al Quaeda , Jadisti o altri , ma solo il popolo siriano che e' stato oggetto di una feroce repressione solo per chiedere liberta' dalla dittatura degli Assad al potere da 50 anni solo con la repressione e massacri, dopo il conflitto si e' internazzionalizzato con l'arrivo degli "stranieri " su' tutti i fronti , Assad rimane li solo per l'aiuto degli Iraniani e della Russia , purtroppo si doveva intervenire all'inizio del conflitto per evitare questo terribile bagno di sangue.
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