sabato, maggio 03, 2014
Parte da Napoli e sta coinvolgendo tante città italiane. Dopo il caffè, in periodo di crisi economica, ecco il “pane in sospeso”, per far sì che tante famiglie italiane non debbano rinunciare ad un prodotto di prima necessità. 

di Emanuela Biancardi

A Napoli quella del “caffè in sospeso” è un’antica tradizione, ben riassunta dallo scrittore Luciano De Crescenzo in un passaggio del suo libro “Caffè sospeso” del 2008: “Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè ne paga due: uno per sé e uno per il cliente che viene dopo. E’ come offrire un caffè al resto del mondo…”. Così a Napoli, dove il caffè è un rito, “na’ tazzulella ‘e cafè” è sempre pronta e oggi più gradita che mai da chi, di questi tempi, non se la potrebbe permettere.

In periodo di forte crisi l’antica usanza partenopea è stata “rispolverata”, ma questa volta con protagonista il pane. Chi l’avrebbe mai immaginato che il buon pane quotidiano, con la sua fragranza e quel profumo stuzzicante, potesse disertare sempre più spesso le tavole degli italiani, diventando un lusso soprattutto per famiglie numerose o anziani in difficoltà economica!

“I panifici funzionano un poco come termometri - spiega Mimmo Filosa, Presidente campano di Unipan – Se il lavoro non c’è anche il consumo di pane si riduce…”. Per questo, con la stessa regola del caffè, nasce il “pane in sospeso”.

Nei panifici che hanno aderito all’iniziativa i clienti, con maggiori possibilità, acquistano una forma di pane in più, che non ritirano. Il fornaio, in seguito, la consegnerà a chi ne farà richiesta in modo molto riservato. Questo gesto di autentica solidarietà, oltre che in alcune città campane, è stato accolto come buona abitudine a Messina, Lecce, Trento, Brescia. I primi a dare l’esempio gli stessi panificatori che riservano, ogni giorno, una quantità di pane appena sfornato per dare il “buongiorno” all’iniziativa.

Ognuno ha diritto al suo pane quotidiano, come ad altri generi di prima necessità. In un momento di grave difficoltà economica coloro che sono stati definiti “i nuovi poveri” sono in costante aumento. Ecco che, ancora una volta, l’aiuto concreto ha il “sapore” del fai da te e arriva grazie a cittadini di buon cuore.


È presente 1 commento

luciano cod ha detto...

Ecco ancora una prova per le persone
generose e di cuore buono.
aiutiamo i bisognosi come ci insegna Gesu'e, vedrete che si vivra'tutti meglio.

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