Nuova giornata di sangue ieri in Nigeria a causa di un duplice attentato che a Jos, nel centro del Paese africano, ha causato circa 200 morti e 56 feriti per lo più donne.
Radio Vaticana - “Un passo indietro nelle trattative di pace della regione”, commenta il presidente dei vescovi, mons Ignatius Kaigama.”Un attacco tragico contro la libertà umana ” lo definisce il presidente Goodluck Jonathan. Il dito è puntato sulla setta islamica Boko Haram, che tiene in ostaggio da più di un mese circa 200 giovani studentesse. Il servizio di Giulio Albanese: (ascolta)
Ancora una giornata di sangue, ieri, in Nigeria con morti e feriti, in gran parte donne, investiti dall’esplosione di almeno due autobombe a Jos, capoluogo dello Stato centrale del Plateau. Secondo fonti ospedaliere, i morti potrebbero essere oltre le 200 unità. Gli attentatori hanno preso di mira una stazione di taxi in una delle vie commerciali più affollate della città facendo saltare un camion carico di esplosivo. Poi, secondo uno schema terroristico ormai consolidato, un’altra esplosione, circa 20 minuti dopo, con un’auto saltata in aria, poco distante dal Terminus market, mentre i soccorritori portavano i primi aiuti.
Cadaveri carbonizzati dappertutto: impossibile identificarli. Non sembrano esserci dubbi, secondo gli inquirenti, sulla matrice dell’attacco terroristico, riconducibile ai famigerati Boko Haram. La disperazione della gente è tale per cui a Jos i lamenti dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime hanno scandito la notte. Proprio ieri il Parlamento di Abuja ha decretato il prolungamento di altri sei mesi dello stato di allerta imposto un anno fa nelle regioni calde di Yobe, Adamawa e Borno.
Radio Vaticana - “Un passo indietro nelle trattative di pace della regione”, commenta il presidente dei vescovi, mons Ignatius Kaigama.”Un attacco tragico contro la libertà umana ” lo definisce il presidente Goodluck Jonathan. Il dito è puntato sulla setta islamica Boko Haram, che tiene in ostaggio da più di un mese circa 200 giovani studentesse. Il servizio di Giulio Albanese: (ascolta)
Ancora una giornata di sangue, ieri, in Nigeria con morti e feriti, in gran parte donne, investiti dall’esplosione di almeno due autobombe a Jos, capoluogo dello Stato centrale del Plateau. Secondo fonti ospedaliere, i morti potrebbero essere oltre le 200 unità. Gli attentatori hanno preso di mira una stazione di taxi in una delle vie commerciali più affollate della città facendo saltare un camion carico di esplosivo. Poi, secondo uno schema terroristico ormai consolidato, un’altra esplosione, circa 20 minuti dopo, con un’auto saltata in aria, poco distante dal Terminus market, mentre i soccorritori portavano i primi aiuti.
Cadaveri carbonizzati dappertutto: impossibile identificarli. Non sembrano esserci dubbi, secondo gli inquirenti, sulla matrice dell’attacco terroristico, riconducibile ai famigerati Boko Haram. La disperazione della gente è tale per cui a Jos i lamenti dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime hanno scandito la notte. Proprio ieri il Parlamento di Abuja ha decretato il prolungamento di altri sei mesi dello stato di allerta imposto un anno fa nelle regioni calde di Yobe, Adamawa e Borno.
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