«Porteremo l’energia atomica al 25%». I cinesi interessati all’impianto galleggiante.
GreenReport - Intervenendo oggi al Forum economico internazionale di San Pietroburgo, il presidente russo Vladimir Putin ha detto che «la parte dell’energia nucleare nell’approvvigionamento energetico della Russia dovrà raggiungere il 25%. Abbiamo un programma di sviluppo secondo il quale noi prevediamo di portare al 25% la quota di energia nucleare nella produzione energetica del Paese. Un tale obiettivo necessita di un lavoro importante». Secondo Putin «attualmente l’energia nucleare copre solo il 16% dei bisogni economici del Paese», per questo la Russia ha intenzione di avviare la costruzione di 20 – 25 nuovi reattori nucleari, e Zar Putin ha detto orgoglioso che «questo corrisponde quasi al numero totale di reattori messi in servizio durante tutta la storia dell’energia nucleare in Unione Sovietica». Peccato che il presidente russo si sia dimenticato di dire che di quella tragica storia faccia parte il più grande incidente nucleare civile della storia, quello di Chernobyl, e una miriade di altri disastri tenuti segreti e che avvelenano grandi aree della Russia e del Kazakistan.
Intanto Putin, insieme al mega-accordo sul gas, ha portato di ritorno dalla Cina anche la promessa del governo di Pechino di chiedere all’agenzia nucleare russa Rosatom di costruire una centrale nucleare galleggiante per fornire energia e alle città costiere cinesi.
Chen Zhaobo, presidente del Consiglio degli esperti della China National Nuclear Corporation (Cnnc) ha detto che «la Cina ha bisogno di una centrale nucleare galleggiante, perché un gran numero delle sue isole sono situate lontano dal litorale. E’ difficile produrci elettricità». Chissà se Zhaobo pensa alle isole ed agli arcipelaghi rivendicati dalla Cina e che stanno provocando proteste in Vietnam e confronti armati nelle acque rivendicate da Cina e Giappone e nel Mar Cinese Meridionale?
Il capo della Cnnc ha dunque affermato che «Rosatom dispone di alte tecnologie e di una ricca esperienza in questo settore. E’ per questo che siamo soddisfatti per questa cooperazione. Vogliamo che Rosatom ci costruisca una centrale nucleare galleggiante».
Il vive-presidente di Rosatom Vladimir Asmolov, ha spiegato che «esistono diversi modi per sfruttare la futura centrale. Può essere sfruttata secondo il sistema “credit-bail”, secondo il quale la Russia resta la proprietaria del reattore anche se quest’ultimo è sfruttato dalla parte cinese. La Cina è da molto tempo interessata a questo genere di strutture. Il reattore galleggiante può arrivare in un luogo dotato di installazioni in grado di ricevere energia ed alimentare questa regione di elettricità. La centrale resta operativa durante 4 o 5 anni, ma questo periodo potrebbe essere portato a 12 anni. Poi torna all’impianto dove si procede al cambiamento delle barre di combustibile nel reattore».
Insomma, non solo i russi si apprestano a costruire altre 25 potenziali Chernobyl in casa loro, ma manderanno anche potenziali piccole Chernobyl davanti alle coste cinesi e di tutti i Paesi che vorranno partecipare alla pericolosa avventura del nucleare galleggiante.
GreenReport - Intervenendo oggi al Forum economico internazionale di San Pietroburgo, il presidente russo Vladimir Putin ha detto che «la parte dell’energia nucleare nell’approvvigionamento energetico della Russia dovrà raggiungere il 25%. Abbiamo un programma di sviluppo secondo il quale noi prevediamo di portare al 25% la quota di energia nucleare nella produzione energetica del Paese. Un tale obiettivo necessita di un lavoro importante». Secondo Putin «attualmente l’energia nucleare copre solo il 16% dei bisogni economici del Paese», per questo la Russia ha intenzione di avviare la costruzione di 20 – 25 nuovi reattori nucleari, e Zar Putin ha detto orgoglioso che «questo corrisponde quasi al numero totale di reattori messi in servizio durante tutta la storia dell’energia nucleare in Unione Sovietica». Peccato che il presidente russo si sia dimenticato di dire che di quella tragica storia faccia parte il più grande incidente nucleare civile della storia, quello di Chernobyl, e una miriade di altri disastri tenuti segreti e che avvelenano grandi aree della Russia e del Kazakistan.
Intanto Putin, insieme al mega-accordo sul gas, ha portato di ritorno dalla Cina anche la promessa del governo di Pechino di chiedere all’agenzia nucleare russa Rosatom di costruire una centrale nucleare galleggiante per fornire energia e alle città costiere cinesi.
Chen Zhaobo, presidente del Consiglio degli esperti della China National Nuclear Corporation (Cnnc) ha detto che «la Cina ha bisogno di una centrale nucleare galleggiante, perché un gran numero delle sue isole sono situate lontano dal litorale. E’ difficile produrci elettricità». Chissà se Zhaobo pensa alle isole ed agli arcipelaghi rivendicati dalla Cina e che stanno provocando proteste in Vietnam e confronti armati nelle acque rivendicate da Cina e Giappone e nel Mar Cinese Meridionale?
Il capo della Cnnc ha dunque affermato che «Rosatom dispone di alte tecnologie e di una ricca esperienza in questo settore. E’ per questo che siamo soddisfatti per questa cooperazione. Vogliamo che Rosatom ci costruisca una centrale nucleare galleggiante».
Il vive-presidente di Rosatom Vladimir Asmolov, ha spiegato che «esistono diversi modi per sfruttare la futura centrale. Può essere sfruttata secondo il sistema “credit-bail”, secondo il quale la Russia resta la proprietaria del reattore anche se quest’ultimo è sfruttato dalla parte cinese. La Cina è da molto tempo interessata a questo genere di strutture. Il reattore galleggiante può arrivare in un luogo dotato di installazioni in grado di ricevere energia ed alimentare questa regione di elettricità. La centrale resta operativa durante 4 o 5 anni, ma questo periodo potrebbe essere portato a 12 anni. Poi torna all’impianto dove si procede al cambiamento delle barre di combustibile nel reattore».
Insomma, non solo i russi si apprestano a costruire altre 25 potenziali Chernobyl in casa loro, ma manderanno anche potenziali piccole Chernobyl davanti alle coste cinesi e di tutti i Paesi che vorranno partecipare alla pericolosa avventura del nucleare galleggiante.
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