giovedì, maggio 08, 2014
Sconcerto e dolore in Pakistan, dove uomini armati non identificati hanno ucciso in un agguato Rashid Rehman Khan, noto avvocato e attivista per i diritti umani che stava difendendo un professore universitario accusato di blasfemia.

Radio Vaticana - L’episodio di violenza arriva a 20 giorni dalla prima udienza del processo di appello per Asia Bibi e conferma che anche i giuristi sono sempre più vittime di intimidazioni e violenze, condotte dai gruppi che sostengono la controversa applicazione della legge sulla blasfemia. Marco Guerra ha raccolto il commento di Mobeen Shahid, fondatore dell’Associazione Pachistani Cristiani in Italia e docente di religione islamica alla Pontificia Università Lateranense: ascolta

R. – Questo episodio è il risultato dell’attuale pressione che c’è da parte dei fondamentalisti sui casi di blasfemia. L’avvocato, che era stato preso di mira, era da anni coinvolto nella difesa dei diritti umani di tutti i cittadini del Pakistan, in particolare delle minoranze religiose. Ora, spesso, gli avvocati in Pakistan che cercano di promuovere e difendere i diritti umani, in particolare la libertà religiosa, rischiano la vita, ma anche gli stessi giudici rischiano la vita. E’ per questa ragione che il caso di Asia Bibi continua ad essere rimandato. I partiti politici islamisti del Pakistan stanno stringendo sempre di più la cerchia intorno ai giuristi, agli avvocati e attivisti della società civile pachistana che vogliono proteggere i diritti delle minoranze religiose. Il caso di questo omicidio è all’interno di questa realtà e devo dire che è un martire dei diritti umani.

D. – Questo avvocato tra l’altro stava difendendo un professore, un docente universitario…

R. – Oggi la cultura in Pakistan sta soffrendo molto perché gli intellettuali hanno maggiore difficoltà ad esprimersi liberamente. Qualsiasi parola può essere interpretata erroneamente e uno può essere accusato di blasfemia.

D. - Il 27 maggio si terrà dopo molti rinvii la prima udienza del processo di appello per Asia Bibi, la donna cattolica condannata per blasfemia. Cosa dobbiamo attenderci da questa prima udienza?

R. – Niente di più rispetto a quello che è successo negli ultimi 10 rinvii, perché è proprio la parte dell’accusa che non si sta presentando, perché si rendono conto che non ci sono prove sufficienti per accusare di blasfemia Asia Bibi. Per cui, io aspetto solamente un altro rinvio, come è successo finora.

D. – A che punto è il processo di revisione della legge sulla blasfemia?

R. – Dopo l’ultima dichiarazione dell’ex presidente Zardari, c’è una volontà di rivedere la legge sulla blasfemia ma il governo della Lega musulmana, il gruppo PML-N, guidato da Nawaz Sharif, si trova in difficoltà politica per istituire la commissione per la legge della blasfemia o incoraggiare la stessa commissione esistente a lavorare, perché si trova condizionato dai partiti religiosi del Pakistan.


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