mercoledì, giugno 25, 2014
“La penna fa più male di una fucilata, sono stato dipinto come un mostro”. “Sono una larva umana dopo aver servito Stato per 35 anni”. “Alfano? Nulla da rimproverare al Ministro. Ubbidisco”. “Ho usato un intercalare sbagliato, ma il mio era inno alla vita”. “Mia moglie ha detto: lo Stato ti ha preso a calci” 

“Aspetto disposizioni da parte del ministro, andrò dove devo andare. Da buon servitore accetto e ubbidisco. In questi giorni ho pensato pure al suicidio. Così mi avrete sulla coscienza e potrei vedere dal cielo cosa scriveranno”. Queste le frasi choc pronunciate dall’ormai ex prefetto di Perugia Antonio Reppucci alla Zanzara su Radio 24. Nei giorni scorsi Reppucci era stato rimosso dalla carica di prefetto dopo alcune frasi pronunciate sulle madri di persone tossicodipendenti.

Davvero ha pensato al suicidio, chiedono i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo?: “Certo. I giornalisti mi hanno messo in queste condizioni. Nessuno che abbia il coraggio di andare a vedere chi è questa persona. Non so, un mostro, uno che ha sbagliato ripetutamente, uno che ha rubato, uno che ha ammazzato qualcuno…Si può fare giornalismo in questo modo?”.

Reppucci a La Zanzara se la prende con la stampa: “Si può fare giornalismo estrapolando una frase da un discorso di oltre un’ora? La penna fa più male di una fucilata, mi hanno dipinto come un mostro. Non ho mai fatto male a nessuno, nessuno ha guardato al mio curriculum, a quello che ho fatto nella vita”.
Come si sente adesso? “Sto come uno che sta andando al patibolo, sono diventato una larva umana”. “Mi sono chiuso nella stanza da letto – dice Reppucci a Radio 24 - non reggevo. Pensavo a me stesso e a rendere conto al Padreterno. Se non c’è giustizia ma solo ricerca dello scoop, se il prefetto di Perugia è diventato il caso Italia con tutti i problemi che ci sono. Posso avere avuto una caduta di stile, chiedo scusa se ho offeso qualcuno. Chiedo scusa a quelli che non hanno capito il mio messaggio”. Considera eccessiva la decisione di Alfano? “Sono abituato ad accettare sempre le decisioni dei miei superiori. Capisco e comprendo. Obbedisco, un servitore dello Stato deve obbedire. Ma ho la coscienza tranquilla di fronte al Padreterno perché volevo lanciare un messaggio di risveglio, un inno alla vita invece che al suicidio: mamme state attenti ai figli, questo volevo dire”. “Sono amareggiato e meravigliato con i giornalisti – prosegue Reppucci - nei miei confronti c’è stata macelleria e killeraggio.

Volevo dire suicidatevi alle madri secondo voi? Volevo dire tutto il contrario”. “Renzi? Chissà come gli è stata rappresentata questa storia – prosegue Reppucci - chi ha visto integralmente il mio intervento sa che volevo difendere Perugia, l’onorabilità della città che è rappresentata come capitale della droga e non è vero. E poi dire: care mamme se c’è tanto spaccio e consumo stiamo attenti guardiamo i nostri figli in fondo agli occhi, un discorso di carattere sociologico”.

Una madre si può sentire offesa?... fanno notare i conduttori: “Sì, si può sentire offesa. Ma volevo dire: preveniamo, evitiamo che i ragazzi si droghino. Anche io sono genitore e poteva capitare questa calamità e non accorgermene. Ma era in termini di risveglio, spronavo a stare vicini ai nostri figli”.
E il linguaggio, il termine suicidio? “A Napoli diciamo ‘accirit’ quando è un fallimento, un intercalare. Questo è stato il mio errore e poi diciamo ‘tagliare la testa’ come uno scappellotto educativo, lo schiaffo educativo, un ceffone benevolo”.

Reppucci: “E' sbagliato farsi uno spinello, poi arrivano droghe pesanti”. “A Perugia ormai si fanno le torte alla droga”.

“Per la mia esperienza si comincia dalle droghe leggere e poi si va alla ricerca di cose più sofisticate. Farsi una canna è sbagliato. Ma molti genitori dicono: in fondo si è fatto uno spinello, c’è molta leggerezza”. Lo dice l’ormai ex prefetto di Perugia Antonio Reppucci a La Zanzara su Radio 24.

Nei giorni scorsi Reppucci era stato rimosso dalla carica di prefetto dopo alcune frasi pronunciate sulle madri di persone tossicodipendenti. “Farsi uno spinello – dice Reppucci - è la spia di un malessere. Io a mio figlio non farei fare una canna. Si comincia così e poi a Perugia negli ultimi tempi si fanno le torte alla droga”.

Poi Reppucci torna sulla decisione di Alfano di rimuoverlo: “Il ministro ha fatto quello che andava fatto, non ho alcun risentimento. Visto il grande effetto mediatico ha pensato che sono un perfetto incapace. Attendo serenamente quello che deciderà, ma non si possono cancellare con una spugna 35 anni di servizio. Sono stato in Calabria dove ho subito intimidazioni, ho combattuto la ‘ndrangheta..”. E ancora: “Mia moglie mi ha detto: hai dato tutto allo Stato e adesso lo Stato ti prende a calci. Ho sacrificato la mia famiglia, ho fatto il capo di gabinetto di tanti prefetti. Non ho mai cenato o mangiato con i miei figli. Tanti sacrifici e adesso… Vengo da una povera famiglia di contadini, fino a 25 anni zappavo la terra. Non ho mai avuto una raccomandazione, non ho mai chiesto favori..”.
 

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa