mercoledì, giugno 25, 2014
Revoca del cessate il fuoco e probabile rappresaglia: sono le minacce del presidente ucraino Porosheko dopo la conferma dell’abbattimento da parte dei separatisti di un elicottero militare a Slavyansk, roccaforte dei ribelli, con un bilancio di nove morti. Servizio di Francesca Sabatinelli. ascolta  

Radio Vaticana - Annullare la tregua di sette giorni permetterebbe ai militari ucraini di colpire i filo-russi, "controllati dall'estero", ha sottolineato Petro Poroshenko riferendosi a Mosca e al presidente Putin che ieri aveva definito “insufficiente” il cessate il fuoco in mancanza di colloqui seri sui nodi della questione e in mancanza inoltre del disarmo del gruppo paramilitare ultranazionalista ucraino Pravi Sektor. Cade dunque l’unica flebile speranza di poter mettere fine a un conflitto che dal 15 aprile, cifre Onu, ha ucciso 423 persone, tra militari e civili, e provocato oltre 34mila sfollati. Unico segnale che fa sperare è la mossa di Putin di chiedere al Senato, che deciderà oggi, di revocare il permesso di far intervenire le truppe russe nel territorio ucraino. Una notizia valutata positivamente anche dalla casa bianca che però con il suo portavoce sollecita Putin alle azioni più che alle parole.

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa