Il “Rugantino” di Enrico Brignano è approdato a Broadway, a 50 anni esatti dal debutto americano con Nino Manfredi e Aldo Fabrizi. Per tre giorni tutto esaurito al “New York City Center”, 10 minuti di applausi, standing ovation e l’orgoglio di aver portato un pezzetto d'Italia nella patria del musical.
di Cristina Bianchino
Per gli italo-americani è stato un vero e proprio evento: il Rugantino di Enrico Brignano è approdato a Broadway. Per pochissimi giorni la commedia musicale di Garinei e Giovannini è andata in scena al “New York City Center” ed è stato un trionfo. Già nel 1964 lo spettacolo debuttò negli Usa con Nino Manfredi e Aldo Fabrizi, registrando il tutto esaurito. A 50 esatti di distanza è toccato alla voce e alla verve di Brignano bissare quel successo. E il comico romano non nasconde l’emozione: "A tutti quelli che portano un prodotto italiano all'estero – ha detto - sicuri di far bella figura, gli viene un magone e a me è venuto, così come a tutta la compagnia. Sapevamo di essere nel nostro piccolo ambasciatori di un piccolo paese come l'Italia, ma di un grande paese, un paese straordinario!".
Con lui, nella Grande Mela, una cinquantina di attori, ballerini, cantanti e anche le scenografie originali che hanno attraversato l’Oceano per debuttare a New York. Una rappresentazione tutta in lingua originale, in romanesco: particolare molto apprezzato dagli italiani. Gli americani hanno potuto contare sui sottotitoli in inglese. "Sono originaria di Frosinone ma vivo a Philadelphia da 15 anni – ci dice una ragazza - Per noi italiani, arrivati in America tempo fa, avere qualcosa di italiano qui è fantastico, ci fa sentire più vicini a casa nostra". “Io sono napoletana e ho sposato un americano 40 anni fa – racconta un’altra signora – cerco di seguire la tv italiana, ma gli spettacoli teatrali ci aiutano a tenerci sempre in contatto con l’Italia. E poi avere Rugantino qui a New York è una festa!”
Rugantino è la commedia musicale italiana per eccellenza e quella che forse più ci rappresenta all'estero. Vederla in scena a Broadway è motivo d'orgoglio. Per Brignano una responsabilità, ma anche la soddisfazione di aver portato un pezzetto d'Italia nella patria del musical. “Questo è un plot bellissimo – dice Brignano – scritto straordinariamente bene, un esempio del genio italico. E i nostri non sono da meno degli spettacoli di Broadway: la loro forza insieme alla nostra testa… potremmo fare grandi cose!”.
Nei pochi giorni a New York “Rugantino” ha registrato grandi consensi: la sera della prima ci sono stati oltre 10 minuti di applausi e standing ovation finale. Per Brignano una scommessa vinta. Passeggiando per Broadway basta guardarsi un po' intorno per rendersi conto di quanti siano gli spettacoli in cartellone: “Mamma Mia!”, The Panthom of Opera”, “Les Miserables”, “Chicago”, “The Lion King”… Nomi famosissimi. E tra questi anche il nostro Rugantino. Una trama semplice ed efficace che sembra passare indenne attraverso i decenni, perché la storia del giovane sbruffone che vive di espedienti nella Roma del 1830, appare sempre attuale ed è capace ancora oggi di coinvolgere con entusiasmo lo spettatore.
La commedia venne rappresentata per la prima volta al Teatro Sistina di Roma il 15 dicembre 1962, con scene e costumi di Giulio Coltellacci e coreografie di Dania Krupska, sostituita per la seconda edizione (1979) da Gino Landi, autore della versione coreografica tuttora rappresentata. La prima versione vedeva Nino Manfredi nei panni di Rugantino, Aldo Fabrizi in quelli di Mastro Titta; il ruolo di Rosetta era interpretato prima da Lea Massari e in seguito da Ornella Vanoni. Nel 1978 venne scelto come protagonista Enrico Montesano, sempre affiancato da Fabrizi, mentre Alida Chelli era Rosetta. Sette in totale le edizioni, tra cui quella con Valerio Mastandrea, Sabrina Ferilli e Maurizio Mattioli. Fino a quella con Enrico Brignano, sempre con le musiche originali di Armando Trovajoli, brani che negli anni sono diventati dei classici: da “Ciumachella de Trastevere” a “Roma non fa la stupida stasera”. E a New York, tutto il pubblico in sala cantava il ritornello. A fine spettacolo, tra gli applausi scroscianti, Brignano ha voluto sottolineare la forza degli italiani, la loro genialità che proprio nell’arte sa esprimersi al meglio. E ha ringraziato il pubblico, salutandolo con una frase molto sentita: “Questo mondo, anche se a volte un po’ brutto, senza l’Italia sarebbe peggiore”.
Per tutta l’estate il comico romano porterà in tour un nuovo spettacolo, poche date per rodare il grande debutto del prossimo inverno al Teatro Sistina di Roma. Già pronto per un’altra nuova avventura, mentre si gode la soddisfazione di essere uno dei pochi italiani ad aver riempito un teatro di Broadway.
di Cristina Bianchino
Per gli italo-americani è stato un vero e proprio evento: il Rugantino di Enrico Brignano è approdato a Broadway. Per pochissimi giorni la commedia musicale di Garinei e Giovannini è andata in scena al “New York City Center” ed è stato un trionfo. Già nel 1964 lo spettacolo debuttò negli Usa con Nino Manfredi e Aldo Fabrizi, registrando il tutto esaurito. A 50 esatti di distanza è toccato alla voce e alla verve di Brignano bissare quel successo. E il comico romano non nasconde l’emozione: "A tutti quelli che portano un prodotto italiano all'estero – ha detto - sicuri di far bella figura, gli viene un magone e a me è venuto, così come a tutta la compagnia. Sapevamo di essere nel nostro piccolo ambasciatori di un piccolo paese come l'Italia, ma di un grande paese, un paese straordinario!".
Con lui, nella Grande Mela, una cinquantina di attori, ballerini, cantanti e anche le scenografie originali che hanno attraversato l’Oceano per debuttare a New York. Una rappresentazione tutta in lingua originale, in romanesco: particolare molto apprezzato dagli italiani. Gli americani hanno potuto contare sui sottotitoli in inglese. "Sono originaria di Frosinone ma vivo a Philadelphia da 15 anni – ci dice una ragazza - Per noi italiani, arrivati in America tempo fa, avere qualcosa di italiano qui è fantastico, ci fa sentire più vicini a casa nostra". “Io sono napoletana e ho sposato un americano 40 anni fa – racconta un’altra signora – cerco di seguire la tv italiana, ma gli spettacoli teatrali ci aiutano a tenerci sempre in contatto con l’Italia. E poi avere Rugantino qui a New York è una festa!”
Rugantino è la commedia musicale italiana per eccellenza e quella che forse più ci rappresenta all'estero. Vederla in scena a Broadway è motivo d'orgoglio. Per Brignano una responsabilità, ma anche la soddisfazione di aver portato un pezzetto d'Italia nella patria del musical. “Questo è un plot bellissimo – dice Brignano – scritto straordinariamente bene, un esempio del genio italico. E i nostri non sono da meno degli spettacoli di Broadway: la loro forza insieme alla nostra testa… potremmo fare grandi cose!”.
Nei pochi giorni a New York “Rugantino” ha registrato grandi consensi: la sera della prima ci sono stati oltre 10 minuti di applausi e standing ovation finale. Per Brignano una scommessa vinta. Passeggiando per Broadway basta guardarsi un po' intorno per rendersi conto di quanti siano gli spettacoli in cartellone: “Mamma Mia!”, The Panthom of Opera”, “Les Miserables”, “Chicago”, “The Lion King”… Nomi famosissimi. E tra questi anche il nostro Rugantino. Una trama semplice ed efficace che sembra passare indenne attraverso i decenni, perché la storia del giovane sbruffone che vive di espedienti nella Roma del 1830, appare sempre attuale ed è capace ancora oggi di coinvolgere con entusiasmo lo spettatore.
La commedia venne rappresentata per la prima volta al Teatro Sistina di Roma il 15 dicembre 1962, con scene e costumi di Giulio Coltellacci e coreografie di Dania Krupska, sostituita per la seconda edizione (1979) da Gino Landi, autore della versione coreografica tuttora rappresentata. La prima versione vedeva Nino Manfredi nei panni di Rugantino, Aldo Fabrizi in quelli di Mastro Titta; il ruolo di Rosetta era interpretato prima da Lea Massari e in seguito da Ornella Vanoni. Nel 1978 venne scelto come protagonista Enrico Montesano, sempre affiancato da Fabrizi, mentre Alida Chelli era Rosetta. Sette in totale le edizioni, tra cui quella con Valerio Mastandrea, Sabrina Ferilli e Maurizio Mattioli. Fino a quella con Enrico Brignano, sempre con le musiche originali di Armando Trovajoli, brani che negli anni sono diventati dei classici: da “Ciumachella de Trastevere” a “Roma non fa la stupida stasera”. E a New York, tutto il pubblico in sala cantava il ritornello. A fine spettacolo, tra gli applausi scroscianti, Brignano ha voluto sottolineare la forza degli italiani, la loro genialità che proprio nell’arte sa esprimersi al meglio. E ha ringraziato il pubblico, salutandolo con una frase molto sentita: “Questo mondo, anche se a volte un po’ brutto, senza l’Italia sarebbe peggiore”.
Per tutta l’estate il comico romano porterà in tour un nuovo spettacolo, poche date per rodare il grande debutto del prossimo inverno al Teatro Sistina di Roma. Già pronto per un’altra nuova avventura, mentre si gode la soddisfazione di essere uno dei pochi italiani ad aver riempito un teatro di Broadway.
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