Vicepresidente camera Luigi Di Maio a Radio 24: “Renzi neppure ci ha risposto, questo temporeggiamento è spudorato e scortese”.
“Ci vogliono incontrare o no? Ce lo dicano. Non ci hanno neanche risposto, è spudorato questo temporeggiamento”.
Così Luigi Di Maio, il vicepresidente della Camera del M5S, a “24 Mattino” su Radio 24 parla delle riforme e dell’invito a trattare sulla legge elettorale fatto a Renzi: “Abbiamo inoltrato una richiesta a Renzi per incontrarci e discutere di legge elettorale – continua Di Maio -. Non ci hanno ancora risposto, ci facciano sapere che vogliono fare. Questo temporeggiamento ci sembra anche un tantino scortese. Vorremmo fare la legge elettorale del 2014, non quella del 2054. Non pretendiamo che si parli della nostra legge elettorale e basta, quello è un punto di partenza. Se si va a un tavolo si va per trattare”.
Alle accuse di non avere consultato la rete prima di lanciare l’idea dell’incontro, Di Maio ha replicato a Radio 24: “La rete verrà consultata in quanto dopo l’incontro, se ci sarà, il risultato della trattativa sarà ratificata dai nostri iscritti, sarà confermata oppure no”.
Di Maio ha confermato che c’è un cambiamento da parte del Movimento: “Noi abbiamo creduto di poter buttare giù il governo Renzi con le europee, ora prendiamo atto che c’è una prospettiva politica nuova, di legislatura. Noi ambiamo comunque a sostituire questa classe politica, ma se per 4 anni devi fare l’opposizione crediamo anche di poter contribuire con la legge elettorale. Certo è cominciata una nuova fase del M5S dal punto di vista delle azioni politiche, è indiscutibile, lo abbiamo ammesso con molta umiltà. Restiamo opposizione, vogliamo andare al governo ma intanto portiamo avanti risultati”.
Di Maio ha anche risposto a chi dice che faccia parte di un ‘cerchio magico’ di Grillo. “Sì, tra poco diranno che sono anche il figlio illegittimo di Casaleggio, vista la fantasia e la degenerazione su di me. Tutti chiamano Milano e si organizzano con lo staff. Con Beppe e Casaleggio ci sentiamo spesso, c’è un coordinamento continuo”.
Chiusura de “l’unità” - L’Unità chiude? Non c’è da gioire ma se non sta in piedi senza soldi pubblici chiude. Poi è un giornale poco corretto.”
“L’Unità chiude? Non c’è da gioire”, ha commentato il vicepresidente della Camera del M5S, dopo che Grillo ha definito “un’ottima notizia” la possibilità che il quotidiano chiuda. “Un giornale, che è un prodotto di mercato, se ha preso per anni milioni di euro di finanziamento pubblico e non appena glieli togli comincia a morire, è un giornale che sul mercato non ci stava. Un giornale funziona se il lettore lo compra, se non c’è più il giornale chiude. Lo abbiamo detto 6-7 anni fa, col finanziamento pubblico si sono finanziate testate che hanno orientato le scelte politiche degli italiani per troppi anni. Quando è entrata in gioco la rete, la pubblicità si è spostata lì dove c’è più pluralità, per quel che ci riguarda. Tra l’altro l’Unità è il giornale che titolò “Grillo contro i terremotati” quando ci astenemmo su un provvedimento che conteneva alcune scelte economiche del Governo che ora stiamo pagando con la Tasi. Utilizzarono titoli strumentali, quindi parliamo di un giornale poco corretto”.
Così Luigi Di Maio, il vicepresidente della Camera del M5S, a “24 Mattino” su Radio 24 parla delle riforme e dell’invito a trattare sulla legge elettorale fatto a Renzi: “Abbiamo inoltrato una richiesta a Renzi per incontrarci e discutere di legge elettorale – continua Di Maio -. Non ci hanno ancora risposto, ci facciano sapere che vogliono fare. Questo temporeggiamento ci sembra anche un tantino scortese. Vorremmo fare la legge elettorale del 2014, non quella del 2054. Non pretendiamo che si parli della nostra legge elettorale e basta, quello è un punto di partenza. Se si va a un tavolo si va per trattare”.
Alle accuse di non avere consultato la rete prima di lanciare l’idea dell’incontro, Di Maio ha replicato a Radio 24: “La rete verrà consultata in quanto dopo l’incontro, se ci sarà, il risultato della trattativa sarà ratificata dai nostri iscritti, sarà confermata oppure no”.
Di Maio ha confermato che c’è un cambiamento da parte del Movimento: “Noi abbiamo creduto di poter buttare giù il governo Renzi con le europee, ora prendiamo atto che c’è una prospettiva politica nuova, di legislatura. Noi ambiamo comunque a sostituire questa classe politica, ma se per 4 anni devi fare l’opposizione crediamo anche di poter contribuire con la legge elettorale. Certo è cominciata una nuova fase del M5S dal punto di vista delle azioni politiche, è indiscutibile, lo abbiamo ammesso con molta umiltà. Restiamo opposizione, vogliamo andare al governo ma intanto portiamo avanti risultati”.
Di Maio ha anche risposto a chi dice che faccia parte di un ‘cerchio magico’ di Grillo. “Sì, tra poco diranno che sono anche il figlio illegittimo di Casaleggio, vista la fantasia e la degenerazione su di me. Tutti chiamano Milano e si organizzano con lo staff. Con Beppe e Casaleggio ci sentiamo spesso, c’è un coordinamento continuo”.
Chiusura de “l’unità” - L’Unità chiude? Non c’è da gioire ma se non sta in piedi senza soldi pubblici chiude. Poi è un giornale poco corretto.”
“L’Unità chiude? Non c’è da gioire”, ha commentato il vicepresidente della Camera del M5S, dopo che Grillo ha definito “un’ottima notizia” la possibilità che il quotidiano chiuda. “Un giornale, che è un prodotto di mercato, se ha preso per anni milioni di euro di finanziamento pubblico e non appena glieli togli comincia a morire, è un giornale che sul mercato non ci stava. Un giornale funziona se il lettore lo compra, se non c’è più il giornale chiude. Lo abbiamo detto 6-7 anni fa, col finanziamento pubblico si sono finanziate testate che hanno orientato le scelte politiche degli italiani per troppi anni. Quando è entrata in gioco la rete, la pubblicità si è spostata lì dove c’è più pluralità, per quel che ci riguarda. Tra l’altro l’Unità è il giornale che titolò “Grillo contro i terremotati” quando ci astenemmo su un provvedimento che conteneva alcune scelte economiche del Governo che ora stiamo pagando con la Tasi. Utilizzarono titoli strumentali, quindi parliamo di un giornale poco corretto”.
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