“Cari giovani, non rinunciate a sognare un mondo più giusto!”.
Radio Vaticana - E' il tweet pubblicato oggi da Papa Francesco sul suo account in 9 lingue @Pontifex, seguito da oltre 14 milioni di follower. Ancora una volta, dunque, il Papa si rivolge ai giovani con parole di incoraggiamento e fiducia nel futuro. Alessandro Gisotti ha chiesto un commento a Gianluca Mannella, giovane animatore della Comunità “Nuovi Orizzonti”, fondata da Chiara Amirante: ascolta
R. – E’ una sollecitazione molto bella, perché nella situazione in cui viviamo, spesso le diverse circostanze ci portano a perdere la speranza, a perdere questo nostro credere, la fede nei nostri sogni. La Chiesa è una delle poche istituzioni che cerca con forza, veramente, di accendere sempre la speranza. La trovo davvero una cosa splendida, molto bella, perché mi dà proprio questa gioia, questa speranza di andare avanti. Le difficoltà non mancano, quando uno viene a contatto con il mondo reale, che in diversi modi cerca sempre di buttarti giù, di farti perdere la speranza. Questa continua sollecitazione, però, dona veramente un gran coraggio, una grande forza nell’andare avanti.
D. – Il Papa, in altre occasioni, ha anche parlato di utopia, dicendo che i giovani in fondo non possono che essere portati all’utopia, perfino alla rivoluzione, ovviamente intendendo – Papa Francesco – l’unica vera, grande rivoluzione, quella portata da Gesù...
R. – Questa è la cosa che veramente colpisce di più al cuore, perché il vero risultato è ottenibile solamente se, appunto, al centro una persona mette l’amore. Tante volte, però, è davvero complicato mettere al centro l’amore, cercare di vivere sempre con un amore vero, senza secondi fini, senza interessi di altro genere. Quindi, tutta questa attenzione, che il Papa riserva a noi giovani, mi dà proprio speranza, mi dà gioia. Alla fine, infatti, ci carica molto, ci carica positivamente, ci dona speranza, ci dona gioia. La trovo quindi una cosa davvero straordinaria.
D. – Tu sei molto giovane – hai 17 anni – come hai iniziato a vivere l’esperienza di “Nuovi orizzonti” e come hai abbracciato anche il motto di “Nuovi orizzonti”, cioè “Gioia sia”, quindi una vita di gioia?
R. – Beh, è cominciato tutto con un primo incontro: quello avuto con Dio. Io, infatti, ho avuto la fortuna di avere avuto un incontro forte con l’amore, con la gioia di Dio. Mi sono trovato, dunque, subito al centro di questo carisma. Penso che sia necessario far vedere fuori come Dio sia amore, come Dio sia gioia, un concentrato – diciamo – di passione, di gioia, di amore; l’unica cosa, veramente, per tenere viva la speranza.
D. – Ovviamente il Papa si rivolge a tutti i giovani, non solo ai giovani cattolici e ai giovani che hanno accolto e vivono il dono della fede. Tu ai tuoi coetanei, che magari non vivono un’esperienza bella, gioiosa di fede come la tua, cosa ti senti di dire quando il Papa chiede di sognare in un mondo più giusto?
R. – Io veramente mi sforzo in tutti i modi di far passare questo messaggio positivo, cercando sempre di vivere nella gioia, nell’amore, di far passare Dio anche nei piccoli gesti, magari anche in un sorriso al compagno che ti sta antipatico o nelle cose più banali, che poi alla fine possono far riflettere su chi siamo veramente noi cristiani e possono anche avvicinare quei ragazzi che non sono vicini alla fede.
R. – E’ una sollecitazione molto bella, perché nella situazione in cui viviamo, spesso le diverse circostanze ci portano a perdere la speranza, a perdere questo nostro credere, la fede nei nostri sogni. La Chiesa è una delle poche istituzioni che cerca con forza, veramente, di accendere sempre la speranza. La trovo davvero una cosa splendida, molto bella, perché mi dà proprio questa gioia, questa speranza di andare avanti. Le difficoltà non mancano, quando uno viene a contatto con il mondo reale, che in diversi modi cerca sempre di buttarti giù, di farti perdere la speranza. Questa continua sollecitazione, però, dona veramente un gran coraggio, una grande forza nell’andare avanti.
D. – Il Papa, in altre occasioni, ha anche parlato di utopia, dicendo che i giovani in fondo non possono che essere portati all’utopia, perfino alla rivoluzione, ovviamente intendendo – Papa Francesco – l’unica vera, grande rivoluzione, quella portata da Gesù...
R. – Questa è la cosa che veramente colpisce di più al cuore, perché il vero risultato è ottenibile solamente se, appunto, al centro una persona mette l’amore. Tante volte, però, è davvero complicato mettere al centro l’amore, cercare di vivere sempre con un amore vero, senza secondi fini, senza interessi di altro genere. Quindi, tutta questa attenzione, che il Papa riserva a noi giovani, mi dà proprio speranza, mi dà gioia. Alla fine, infatti, ci carica molto, ci carica positivamente, ci dona speranza, ci dona gioia. La trovo quindi una cosa davvero straordinaria.
D. – Tu sei molto giovane – hai 17 anni – come hai iniziato a vivere l’esperienza di “Nuovi orizzonti” e come hai abbracciato anche il motto di “Nuovi orizzonti”, cioè “Gioia sia”, quindi una vita di gioia?
R. – Beh, è cominciato tutto con un primo incontro: quello avuto con Dio. Io, infatti, ho avuto la fortuna di avere avuto un incontro forte con l’amore, con la gioia di Dio. Mi sono trovato, dunque, subito al centro di questo carisma. Penso che sia necessario far vedere fuori come Dio sia amore, come Dio sia gioia, un concentrato – diciamo – di passione, di gioia, di amore; l’unica cosa, veramente, per tenere viva la speranza.
D. – Ovviamente il Papa si rivolge a tutti i giovani, non solo ai giovani cattolici e ai giovani che hanno accolto e vivono il dono della fede. Tu ai tuoi coetanei, che magari non vivono un’esperienza bella, gioiosa di fede come la tua, cosa ti senti di dire quando il Papa chiede di sognare in un mondo più giusto?
R. – Io veramente mi sforzo in tutti i modi di far passare questo messaggio positivo, cercando sempre di vivere nella gioia, nell’amore, di far passare Dio anche nei piccoli gesti, magari anche in un sorriso al compagno che ti sta antipatico o nelle cose più banali, che poi alla fine possono far riflettere su chi siamo veramente noi cristiani e possono anche avvicinare quei ragazzi che non sono vicini alla fede.
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