martedì, agosto 19, 2014
Le folle che in questi giorni hanno riempito le strade e le piazza per poter imprimere, anche solo per un attimo, l’immagine viva di Papa Francesco nel proprio sguardo erano formate soprattutto da donne, come donne sono il 75% di coloro che frequentano regolarmente le chiese. 

Misna - Sono loro le “membra attive” alla base della crescita della comunità cristiana in Corea. La signora Yum, dottoressa al Saint Mary’s Hospital di Seoul, ha voluto condividere con la MISNA alcune riflessioni al femminile sulla visita del Papa e sul ruolo della donna nella comunità cristiana e nella società coreana in genere.

Conoscendo l’attenzione di Papa Francesco per i poveri, gli emarginati della società, per il dialogo a ogni costo, quale messaggio porteranno a casa con loro le donne coreane dopo la sua visita?

“Le donne sono state entusiasmate dal fatto che Francesco abbia visitato la Corea prima di tutti gli altri paesi in Asia. Qui il Papa è ben noto per la sua umiltà, gentilezza e attenzione e le donne coreane si sono sentite onorate e grate per avergli potuto dare il benvenuto. Alla fine della visita del Papa in Corea, le donne cristiane e credo anche non cristiane sono state mosse dalle sue parole e ancor più dai suoi gesti con cui ha detto chiaramente che tutte le persone devono essere rispettate e che tutti noi dobbiamo essere attenti per non compromettere la dignità dei deboli, dei malati, dei poveri e dei disabili”.

Nella Corea del Sud le comunità cristiane, in particolare quella cattolica, sono in costante crescita soprattutto grazie alla presenza e all’adesione delle donne. Come si trovano le donne e quale ruolo hanno all’interno delle comunità cristiane?

“Le donne che compongono la Chiesa cattolica possono essere paragonate alle madri di una famiglia. I leader della Chiesa sono uomini, ma i membri effettivi che svolgono i vari compiti e le attività di volontariato sono per lo più donne. Uno dei motivi di questa situazione è che gli uomini sono impegnati nei luoghi di lavoro durante i giorni feriali e gli uomini coreani non sono molto portati a condividere le loro esperienze religiose o a invitare gli altri in chiesa. Non così per le donne. Molte di loro sono attive nel ripulire la chiesa, sono presenti nei vari servizi di volontariato, nelle attività di accoglienza e di formazione, nelle celebrazioni dei funerali e in molti altri compiti; in particolare esse giocano un ruolo importante nel lavoro missionario”.

E le nuove generazioni? Sono giovani donne presenti o come i maschi non trovano il tempo per farsi presenti e mettersi in gioco? Quali sono le difficoltà e i problemi che devono affrontare nella società coreana di oggi?

“La mia impressione, a essere onesti, è che, indipendentemente dal genere, i giovani hanno difficoltà a partecipare pienamente alle attività della Chiesa anche a causa della crisi di disoccupazione. Devono trascorrere la maggior parte del loro tempo alla ricerca di un lavoro. Ma molte giovani donne cercano di avere un loro ruolo nella Chiesa, attraverso la partecipazione a cori, gruppi di studio della Bibbia. Alcune giovani visitano i poveri e i disabili: li aiutano a mangiare, a tenersi ordinate e a tener pulite le loro case. Oltre al non avere molto tempo, le giovani di oggi in Corea devono far fronte a una esigente atmosfera socio-culturale in cui la ‘bellezza’ e la sua cura sono d’obbligo. La Corea è famosa per la chirurgia plastica e l’amore per gli oggetti di lusso, per il bello. Credo che l’ambiente sociale dovrebbe cambiare e far apprezzare, come per la figura del Papa, la bellezza interiore, la generosità, la gentilezza, la cura per le persone socialmente deboli. Allora, forse, le giovani donne non si dedicherebbero solo alla bellezza esteriore ma potrebbero coltivare e dar tempo anche alla loro bellezza interiore”.


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