giovedì, agosto 21, 2014
Le immagini di Jim Foley: lo stesso strazio implorante della devastazione umana scatenata in Siria 

di Patrizio Ricci 

James Foley, giornalista americano nato a Rochester, nel New Hampshire, il 18 ottobre del 1973 era stato rapito nel 2012. E' stato assassinato ieri dall'ISIS come ritorsione per i bombardamenti americani in Iraq contro le proprie postazioni. Il video della decapitazione è stato diffuso ieri tramite gli account Youtube e twitter, utilizzati anche in precedenza dall'ISIS per simili rivendicazioni. Il breve filmato si apre con il presidente Obama che annuncia i raid aerei  in Iraq. Il titolo "un messaggio per l'America" è eloquente: si minaccia una campagna di terrore contro l'America se gli attacchi non cesseranno.

Diffuse in prima pagina dai media, le immagini degli ultimi istanti terreni di Jim Foley sono entrate nelle nostre case ed hanno scosso il mondo intero. Le stesse immagini dell'esecuzione del proprio famigliare se la sono vista recapitare sul cellulare le famiglie dei tanti siriani uccisi. Non renderemmo giustizia a Jim Foley se non facessimo di tutto perchè quest'orrore cessi e se non dicessimo le contraddizioni con cui questa furia omicida si alimenta, se non dicessimo la verità che non deve essere più nascosta: i siriani continuano a combattere quegli uomini  ma nessuno va in loro soccorso. Sono tre anni che i siriani combattono contro chi si è arrogato di decidere su chi degno o non è degno di vivere. Tuttavia non ci sono interessi da preservare in Siria, solo progetti geopolitici d'area ed economici da imporre:  per questa ragione, nonostante il nemico sia comune e i crimini  compiuti in territorio siriano siano gli stessi compiuti in territorio iracheno, ai siriani non arriverà nessun aiuto.  Gli aiuti della 'comunità internazionale' arriveranno solo ai pashmerga curdi: ai siriani in armi, le sanzioni.

Vale la pena ancora una volta ricordare chi è lo 'Stato Islamico in Iraq e Siria' (ISIS): esso è solo un gruppo di quella vasta  galassia di organizzazioni jadiste che combattono in Siria contro il governo legittimo siriano.

Il loro predominio sul territorio è il frutto di una 'selezione naturale'  sugli altri gruppi in conflitto per il potere. ISIS , come la maggior parte delle altre organizzazioni che combattono i siriani, aderisce ai principi dello jihadismo globale; emerge dall'ideologia dei Fratelli Musulmani, la prima organizzazione islamista al mondo fondata nel 1928 in Egitto e sostenuta al potere dagli Stati Uniti durante il governo del presidente Morsi.

Per questa appartenenza riceve sovvenzioni dall'Arabia Saudita e dal Qatar ( i migliori alleati arabi degli Stati Uniti ma i principali supporter del terrorismo internazionale). Da questa posizione discendono parecchi privilegi: i membri dell'ISIS possono avvantaggiarsi di entrare ed uscire liberamente dalla Turchia nonché di ricevere supporto dal governo turco che ha fornito loro campi di addestramento, finanziamenti ed armi . Quanta ambiguità: le formazioni islamiche più radicali spesso nei tre anni di guerra siriana sono state additate dai media come 'migliori' di talune brigate di ribelli che 'derubano la popolazione', cioè quelle milizie di 'moderati' privilegiati dai paesi occidentali a cui oggi si vuol legare la sorte del popolo siriano (senza chiedergli alcunché).

Le parole della madre di Jim Foley sono pregne dello stesso strazio implorante di migliaia di madri, figli, padri o bambini uccisi dalla devastazione umana scatenata in Siria: "Non siamo mai stati più fiero di nostro figlio Jim. Ha dato la sua vita cercando di esporre al mondo le sofferenze del popolo siriano"- ed ha aggiunto - "Imploriamo i rapitori di risparmiare la vita degli ostaggi rimanenti. Come Jim, sono innocenti".  

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