All'Angelus Francesco parla della correzione fraterna e rivolge un appello per la tregua in Ucraina orientale: "Il dialogo prosegua per arrivare a una pace durevole"
di Marco Tosatti
Vatican Insider - Insultare non è cristiano, e non bisogna uccidere con le parole. Papa Francesco ha preso l’occasione, commentando il Vangelo odierno, dedicato alla correzione fraterna, per ribadire che i rapporti fra cristiani e fra i cristiani e gli altri devono essere improntati sempre alla carità, e alla consapevolezza che siamo tutti peccatori, e bisognosi della misericordia di Dio.
“Come devo correggere un altro cristiano – ha detto il Papa – quando fa una cosa non buona? Usare carità, parlargli personalmente”. Bergoglio ha ricordato le tre tappe, citate dal Vangelo, e cioè parlare da solo a solo con il fratello responsabile dell’offesa; se non ascolta parlargli di nuovo, di fronte a due o tre persone; e se neanche questo porta a buon fine, informare la comunità. Questo per "fargli percepire la frattura e il distacco che lui stesso ha provocato", sono tappe necessarie nello “sforzo di accompagnare chi sbaglia affinché non si perda”.
Questa “correzione fraterna" ha spiegato il Pontefice "è un servizio reciproco". Si basa sulla coscienza che siamo tutti peccatori e che Gesù "invita tutti, santi e peccatori, alla sua mensa". Papa Bergoglio è poi tornato a parlare di quello che un suo motivo spesso ricorrente, e cioè la condanna delle chiacchiere. In questo cammino di correzione fraterna occorre prima di tutto "evitare il clamore della cronaca e il pettegolezzo della comunità: questo è la prima cosa, evitare il pettegolezzo".
“Bisogna evitare che le parole possano uccidere” ha ripetuto il Papa, il che accade quando “faccio una critica ingiusta, quando spello con la mia lingua un fratello. Uccido la fama dell’altro, e anche questo è uccidere”. La correzione fraterna poi aiuta anche chi la pratica, a svuotarsi dell’ira e del risentimento nei confronti di chi offende: è brutto. “Niente insulti – ha aggiunto a braccio papa Francesco –. E’ brutto vedere uscire insulti dalla bocca di un cristiano. Insultare non è cristiano! Capito?”. E per rafforzare l’importanza del concetto l’ha ripetuto due volte.
Correggere il fratello è un servizio perché siamo tutti peccatori, e il modo di prepararsi bene alla messa, ha suggerito il Papa, è quello di pensare, come prima cosa, che siamo tutti peccatori, e come passo successivo che Dio è misericordioso con tutti. "La stessa coscienza che mi fa riconoscere lo sbaglio dell'altro, prima ancora - ha spiegato il Pontefice - mi ricorda che io stesso ho sbagliato e sbaglio tante volte. Ed è lo stesso Gesù che ci invita tutti, santi e peccatori, alla sua mensa raccogliendoci dai crocicchi delle strade, dalle diverse situazioni della vita".
Papa Francesco, al termine della recita dell'Angelus in piazza San Pietro, ha rivolto un appello particolare riguardo alla crisi in atto fra Russia e Ucraina. "In questi ultimi giorni – ha ricordato il Papa – anche se oggi ho ricevuto notizie poco confortanti, sono stati compiuti passi significativi nella ricerca di una tregua nelle regioni interessate dal conflitto in Ucraina orientale. Auspico che essi possano recare sollievo alla popolazione e contribuire agli sforzi per una pace duratura. Prego affinché, nella logica dell'incontro, il dialogo iniziato possa proseguire e portare il frutto sperato".
di Marco Tosatti
Vatican Insider - Insultare non è cristiano, e non bisogna uccidere con le parole. Papa Francesco ha preso l’occasione, commentando il Vangelo odierno, dedicato alla correzione fraterna, per ribadire che i rapporti fra cristiani e fra i cristiani e gli altri devono essere improntati sempre alla carità, e alla consapevolezza che siamo tutti peccatori, e bisognosi della misericordia di Dio.
“Come devo correggere un altro cristiano – ha detto il Papa – quando fa una cosa non buona? Usare carità, parlargli personalmente”. Bergoglio ha ricordato le tre tappe, citate dal Vangelo, e cioè parlare da solo a solo con il fratello responsabile dell’offesa; se non ascolta parlargli di nuovo, di fronte a due o tre persone; e se neanche questo porta a buon fine, informare la comunità. Questo per "fargli percepire la frattura e il distacco che lui stesso ha provocato", sono tappe necessarie nello “sforzo di accompagnare chi sbaglia affinché non si perda”.
Questa “correzione fraterna" ha spiegato il Pontefice "è un servizio reciproco". Si basa sulla coscienza che siamo tutti peccatori e che Gesù "invita tutti, santi e peccatori, alla sua mensa". Papa Bergoglio è poi tornato a parlare di quello che un suo motivo spesso ricorrente, e cioè la condanna delle chiacchiere. In questo cammino di correzione fraterna occorre prima di tutto "evitare il clamore della cronaca e il pettegolezzo della comunità: questo è la prima cosa, evitare il pettegolezzo".
“Bisogna evitare che le parole possano uccidere” ha ripetuto il Papa, il che accade quando “faccio una critica ingiusta, quando spello con la mia lingua un fratello. Uccido la fama dell’altro, e anche questo è uccidere”. La correzione fraterna poi aiuta anche chi la pratica, a svuotarsi dell’ira e del risentimento nei confronti di chi offende: è brutto. “Niente insulti – ha aggiunto a braccio papa Francesco –. E’ brutto vedere uscire insulti dalla bocca di un cristiano. Insultare non è cristiano! Capito?”. E per rafforzare l’importanza del concetto l’ha ripetuto due volte.
Correggere il fratello è un servizio perché siamo tutti peccatori, e il modo di prepararsi bene alla messa, ha suggerito il Papa, è quello di pensare, come prima cosa, che siamo tutti peccatori, e come passo successivo che Dio è misericordioso con tutti. "La stessa coscienza che mi fa riconoscere lo sbaglio dell'altro, prima ancora - ha spiegato il Pontefice - mi ricorda che io stesso ho sbagliato e sbaglio tante volte. Ed è lo stesso Gesù che ci invita tutti, santi e peccatori, alla sua mensa raccogliendoci dai crocicchi delle strade, dalle diverse situazioni della vita".
Papa Francesco, al termine della recita dell'Angelus in piazza San Pietro, ha rivolto un appello particolare riguardo alla crisi in atto fra Russia e Ucraina. "In questi ultimi giorni – ha ricordato il Papa – anche se oggi ho ricevuto notizie poco confortanti, sono stati compiuti passi significativi nella ricerca di una tregua nelle regioni interessate dal conflitto in Ucraina orientale. Auspico che essi possano recare sollievo alla popolazione e contribuire agli sforzi per una pace duratura. Prego affinché, nella logica dell'incontro, il dialogo iniziato possa proseguire e portare il frutto sperato".
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