Nell’udienza in Vaticano prima della Partita Interreligiosa per la Pace, la risposta del Papa all'ex "Pibe de oro" riecheggia la parabola evangelica del figliol prodigo: «Ti stavo aspettando»
di Giacomo Galeazzi
Vatican Insider - "Pensavo che la Chiesa non facesse abbastanza per i bisognosi e mi ero allontanato, ora qui le cose sono cambiate e sono tornato", sospira Diego Armando Maradona mentre in Vaticano abbraccia Francesco. La risposta del Papa riecheggia la parabola evangelica del figliol prodigo: «Ti stavo aspettando».
Nella Sala Nervi c’è il Gotha del calcio mondiale riunito a Roma per la partita della pace, ma a catalizzare l’attenzione è il «riavvicinamento alla fede» del più grande calciatore della storia, come ha stabilito un referendum della Fifa. L'ex "Pibe de oro" ha incontrato e stretto a sé colui che definisce «il vero fuoriclasse». Francesco si è fermato per impartire una benedizione ai giornalisti e dire che si sentiva anche lui felice di stare lì, in mezzo alla gente e a fare qualcosa «per la carità e la pace».
Così ecco perché il miglior giocatore della storia del calcio, come ha stabilito un referendum della Fifa, può sentirsi uno degli “ultimi” e piccolo di fronte «a uno che è molto più fuoriclasse di me, e che mi ha preso il cuore quando parla della fame nel mondo, di fronte alla quale nessuno deve chiudere gli occhi». Tutto ciò dopo che in Sala Nervi si erano formate due file, cosa probabilmente mai vista: una per chi andava a dare la mano al Papa e sussurrargli qualcosa (una bambina vestita di rosa è riuscita a farsi un "selfie") e l’altra, altrettanto numerosa, di persone che andavano a farsi una foto con Maradona, seduto in prima fila e paziente nell’accontentare tutti, fino al momento in cui, dopo un’ora di attesa, è toccato a lui e ai calciatori di oggi (c’era anche Icardi con Wanda Nara in dolce attesa) e di ieri, andare da «padre Jorge», come oggi lo hanno chiamato alcuni dei connazionali che gli sfilavano davanti. C’erano Baggio e Paolo Maldini, Eto’o e Lavezzi, Samuel e Iturbe, Buffon e Pirlo.
Campioni di ieri e di oggi, e soprattutto di tutte le confessioni religiose, per un All Star della pace, in campo stasera all’Olimpico ma idealmente sempre, a partire dall’incontro con Francesco. È stato un momento emozionante, la presenza di Maradona ha oscurato l’assenza dell’ultima ora di Messi, e la maglia n.10 dell’Albiceleste nelle mani di Francesco ha assunto un altro significato. E bello è stato vedere Maradona che, dopo aver salutato Bergoglio, è tornato verso la platea e ha esultato come se avesse fatto un gol. «Sono davvero commosso per il fatto di averlo abbracciato - ha poi detto Maradona - Mi ero allontanato dalla Chiesa cattolica perché pensavo che non facesse abbastanza per i bisognosi e poi quando Dio si è preso mia madre. Ma adesso con Francesco è diverso. Non ho mai visto un Papa con così tanto... quello che sappiamo tutti, `los huevos´ (gli attributi ndr). Che cosa mi ha detto? Che mi stava aspettando e io mi sono emozionato. Gli ho promesso che se c’è da fare qualcosa per la pace io ci sarò sempre. Ma è lui il vero fuoriclasse, molto più che Maradona, è lui il vero numero 10 dell’Argentina».
di Giacomo Galeazzi
Vatican Insider - "Pensavo che la Chiesa non facesse abbastanza per i bisognosi e mi ero allontanato, ora qui le cose sono cambiate e sono tornato", sospira Diego Armando Maradona mentre in Vaticano abbraccia Francesco. La risposta del Papa riecheggia la parabola evangelica del figliol prodigo: «Ti stavo aspettando».
Nella Sala Nervi c’è il Gotha del calcio mondiale riunito a Roma per la partita della pace, ma a catalizzare l’attenzione è il «riavvicinamento alla fede» del più grande calciatore della storia, come ha stabilito un referendum della Fifa. L'ex "Pibe de oro" ha incontrato e stretto a sé colui che definisce «il vero fuoriclasse». Francesco si è fermato per impartire una benedizione ai giornalisti e dire che si sentiva anche lui felice di stare lì, in mezzo alla gente e a fare qualcosa «per la carità e la pace».
Così ecco perché il miglior giocatore della storia del calcio, come ha stabilito un referendum della Fifa, può sentirsi uno degli “ultimi” e piccolo di fronte «a uno che è molto più fuoriclasse di me, e che mi ha preso il cuore quando parla della fame nel mondo, di fronte alla quale nessuno deve chiudere gli occhi». Tutto ciò dopo che in Sala Nervi si erano formate due file, cosa probabilmente mai vista: una per chi andava a dare la mano al Papa e sussurrargli qualcosa (una bambina vestita di rosa è riuscita a farsi un "selfie") e l’altra, altrettanto numerosa, di persone che andavano a farsi una foto con Maradona, seduto in prima fila e paziente nell’accontentare tutti, fino al momento in cui, dopo un’ora di attesa, è toccato a lui e ai calciatori di oggi (c’era anche Icardi con Wanda Nara in dolce attesa) e di ieri, andare da «padre Jorge», come oggi lo hanno chiamato alcuni dei connazionali che gli sfilavano davanti. C’erano Baggio e Paolo Maldini, Eto’o e Lavezzi, Samuel e Iturbe, Buffon e Pirlo.
Campioni di ieri e di oggi, e soprattutto di tutte le confessioni religiose, per un All Star della pace, in campo stasera all’Olimpico ma idealmente sempre, a partire dall’incontro con Francesco. È stato un momento emozionante, la presenza di Maradona ha oscurato l’assenza dell’ultima ora di Messi, e la maglia n.10 dell’Albiceleste nelle mani di Francesco ha assunto un altro significato. E bello è stato vedere Maradona che, dopo aver salutato Bergoglio, è tornato verso la platea e ha esultato come se avesse fatto un gol. «Sono davvero commosso per il fatto di averlo abbracciato - ha poi detto Maradona - Mi ero allontanato dalla Chiesa cattolica perché pensavo che non facesse abbastanza per i bisognosi e poi quando Dio si è preso mia madre. Ma adesso con Francesco è diverso. Non ho mai visto un Papa con così tanto... quello che sappiamo tutti, `los huevos´ (gli attributi ndr). Che cosa mi ha detto? Che mi stava aspettando e io mi sono emozionato. Gli ho promesso che se c’è da fare qualcosa per la pace io ci sarò sempre. Ma è lui il vero fuoriclasse, molto più che Maradona, è lui il vero numero 10 dell’Argentina».
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